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«Qui non ammettiamo celiaci» l'influencer rifiutata dal ristorante si sfoga sui social

Valentina Leporati, nota come Valentina Gluten Free, celiaca, non sarebbe stata accettata in un locale sul confine tra Toscana e Liguria. «Discriminazione alimentare, non sanno cos'è la celiachia» commenta online

 
17 aprile 2023 | 16:53

«Qui non ammettiamo celiaci» l'influencer rifiutata dal ristorante si sfoga sui social

Valentina Leporati, nota come Valentina Gluten Free, celiaca, non sarebbe stata accettata in un locale sul confine tra Toscana e Liguria. «Discriminazione alimentare, non sanno cos'è la celiachia» commenta online

17 aprile 2023 | 16:53
 

«Qui non ammettiamo celiaci»: è la frase che si sarebbe sentita dire Valentina Leporati, influencer conosciuta sul web come Valentina Gluten Free - celiaca sin dai primi mesi di infanzia -, in un ristorante al confine tra Toscana e Liguria. Molto seguita per il suo attivismo, con cui quotidianamente porta alla luce le problematiche che vive chi soffre di questa malattia ha affidato proprio ad un video su Instagram il suo sfogo, nel quale non vuole però fare il nome del ristorante per non sottoporlo - spiega - a gogna mediatica, dato che per lei il problema è legato al fatto che ancora oggi molte persone non sanno in cosa consista realmente la celiachia.

«Qui non ammettiamo celiaci» l'influncer rifiutata dal ristorante si sfoga sui social

Valentina Leporati, influencer conosciuta sul web come Valentina Gluten Free

Per l’attivista è discriminazione alimentare

Si tratta della prima volta che Valentina - classe 1988, di Sarzana (SP) – si sarebbe trovata ad affrontare una tale risposta. Alla trentenne ligure è stata diagnosticata la celiaca a solo un anno di vita, quando era ancora una malattia quasi sconosciuta al di fuori dell'ambiente medico. A 18 anni ha deciso di trasformare quello che fino a quel momento aveva vissuto come un limite in un'opportunità. Cucina, studia, parla della celiachia ad ogni occasione e si impegna ad informare il più possibile. Apre il suo panificio e pasticceria «Valentina Gluten Free» nel 2017 e diventa il primo forno completamente senza glutine di tutta la sua provincia. Qualche giorno fa, la giovane chiedendo informazioni al ristorante, si sarebbe vista letteralmente rifiutare l’ingresso al locale, per la ragazza si tratterebbe di una vera e propria forma di discriminazione alimentare, che fa comprendere quanto ancora poco si sappia della celiachia e si debba sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento.

Sentirsi rispondere «tu qui non sei accettato, non puoi entrare» è qualcosa di brutale

Valentina ha deciso così di raccontare quello che le sarebbe accaduto per dare voce a tutte quelle persone che come lei soffrono di questa malattia e ancora oggi, nel 2023, sono purtroppo vittime di questi episodi, nonostante la società stia puntando a essere sempre più inclusiva, anche in cucina. «Il problema non è non poter offrire un pasto sicuro a chi ha esigenze alimentari non tradizionali, il problema è negare l’accesso ad un ristorante a chi sta solo chiedendo con gentilezza delle informazioni. Per chi è celiaco non è semplice l’iter della prenotazione al ristorante perché significa dover mettere in luce la propria malattia per sapere se il ristoratore è disponibile e preparato in materia. Questo fa sentire chi è celiaco esposto e in difetto già in partenza quindi sentirsi rispondere «tu qui non sei accettato, non puoi entrare» è qualcosa di brutale e violento verso chi si sta esponendo e sta solo chiedendo di poter entrare con la sua compagnia a fare un pasto. I modi sono fondamentali e nessuno si merita di essere discriminato e non accettato con così tanta cattiveria e chiusura – afferma Valentina Leporati – Ho scelto di non fare il nome del ristorante perché sono profondamente convinta che la pubblica gogna sia sbagliata tanto quanto il trattamento che mi è stato riservato. Ho scelto di dare luce al fatto per trasformare un brutto episodio in qualcosa di utile e costruttivo per chiunque. Ho imparato a trasformare quello che mi fa soffrire in qualcosa di proattivo per evitare la stessa sofferenza al prossimo».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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