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Cibi e bevande con nomi "mafiosi", un danno per il Made in Italy

Per Coldiretti e Filiera Italia i prodotti del mafia marketing, che generano un giro d'affari di milioni di euro, vanno a colpire l'immagine del made in Italy e a offendere il dolore delle vittime della malavita organizzata

 
02 dicembre 2022 | 10:13

Cibi e bevande con nomi "mafiosi", un danno per il Made in Italy

Per Coldiretti e Filiera Italia i prodotti del mafia marketing, che generano un giro d'affari di milioni di euro, vanno a colpire l'immagine del made in Italy e a offendere il dolore delle vittime della malavita organizzata

02 dicembre 2022 | 10:13
 

C'è un business nel mondo per i prodotti che sono denominati con nomi legati alla criminalità. Alcuni esempi? C'è il whisky “Cosa nostra” con la bottiglia a forma di mitra, il vino Talha Mafia, il caffè Mafiozzo e il condimento sale e pepe Two Pig Mafia: tutti prodotti che generano un giro d'affari di milioni di euro e che vanno a colpire l'immagine del made in Italy e a offendere il dolore delle reali vittime della malavita organizzata. 

Il mafia marketing, però, non colpisce solamente i prodotti agroalimentari, ma sono quasi trecento i ristoranti che nel mondo si richiamano nel nome alla mafia, da “Baciamo le mani” a “Cosa Nostra” fino agli improbabili Felafel Mafia, Nasi goreng Mafia e Karaoke Bar Mafia, sfruttando a tavola gli episodi, i personaggi e le forme di criminalità organizzata più dolorose e odiose e danneggiando l’immagine del nostro Paese

A denunciarlo sono Coldiretti e Filiera Italia che hanno deciso di scendere in piazza a Palermo, insieme ai cittadini e alle imprese. 

Per Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, infatti, «Lo sfruttamento di nomi che richiamano la mafia è un business che provoca un pesante danno di immagine al Made in Italy sfruttando gli stereotipi legati alle organizzazioni mafiose, banalizzando fin quasi a normalizzarlo, un fenomeno che ha portato dolore e lutti lungo tutto il Paese».

C'è un business nel mondo per i prodotti che sono denominati con nomi legati alla criminalità

C'è un business nel mondo per i prodotti che sono denominati con nomi legati alla criminalità

Gli orrori del mafia marketing

Sono tanti i prodotti trainati da quello che viene definito da Coldiretti e Filiera Italia il mafia marketing, ovvero con nomi che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme di malavita organizzata più odiose. «Dalla Scozia arriva il whisky “Cosa Nostra” in una bottiglia a forma del caratteristico mitra con caricatore a tamburo degli anni di Al Capone e Lucky Luciano – spiega la Coldiretti - mentre in Portogallo si beve vino Talha Mafia “Pistol” con tanto di macchia di sangue stilizzata sulla confezione bag in box da 3 litri. In Germania si produce il Mafia Coffee Rub Don Marco's, un condimento per la carne arrosto, come il PorkMafia Texas Gold che non viene però dagli Usa bensì dalla Finlandia». 

In Bulgaria si beve il caffè “Mafiozzo” stile italiano, invece gli snack “Chilli Mafia” si possono comprare in Gran Bretagna, mentre in Germania si trovano le spezie “Palermo Mafia shooting”, a Bruxelles c’è la salsa “SauceMaffia” per condire le patatine e la “SauceMaffioso”, mentre in America, nel Missouri, si vende la salsa “Wicked Cosa Nostra”. In terra tedesca si beve anche il “Fernet Mafiosi”, con tanto di disegno di un padrino, mentre sul collarino della bottiglia è addirittura raffigurata una pistola, sotto la scritta “Stop!”.

«Ma c’è anche il vino Syrah “Il Padrino” prodotto nella Santa Maria Valley California da Paul Late “For those who dare to feel” (per quelli che osano sentirsi). Su internet – continua la Coldiretti – è poi possibile acquistare il libro di ricette “The mafia cookbook” o comprare caramelle sul portale www.candymafia.com».

Alcuni prodotti che richiamano nel nome quello della criminalità organizzata Cibi e bevande con nomi

Alcuni prodotti che richiamano nel nome quello della criminalità organizzata

Un ulteriore danno per il Made in Italy

Il problema della vendita di prodotti con nomi legati al mafia marketing si aggiunge a quello già molto importante della contraffazione e della falsificazione dei prodotti alimentari italiani, che solo nell’agroalimentare ha ormai superato i 120 miliardi di euro. Secondo Coldiretti, «Si tratta di danni economici e di immagine soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori».

 

Anche i ristoranti nel mondo richiamano il nome alla mafia

In Spagna è possibile mangiare da “El padrino”, da “La dolce vita del padrino” e da “Baciamo le mani” e anche nella martoriata Ucraina c’è una catena di locali “Mafia” dove servono pizza e altri piatti della cucina internazionale e persino un “Karaoke bar mafia”. Il richiamo a Cosa nostra è, infatti, assolutamente trasversale a culture e piatti di tutto il mondo e se negli Stati Uniti troviamo i locali “Felafel mafia” e “Sushi mafia”, in Germania ci sono i “Burger mafia”, in Indonesia “Nasi goreng mafia”, in Egitto “Mafia pizza” e in Brasile “Al Capone Pizza di Mafia”. In Austria c’è anche il ristorante “Mafiosi”, in Finlandia si mangia da “Don Corleone” e in Francia da “Cosa nostra”. E non mancano divagazione sul tema, se è vero che in Russia c’è un ristorante chiamato “Camorra”.

Nella classifica dei Paesi con più locali ispirati al “mafia sounding” si piazza la Spagna con 63 ristoranti, grazie soprattutto alla catena “La Mafia se sienta a la mesa” diffusa in tutto il territorio nazionale che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangsters più sanguinari da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, fino ad Al Capone, mentre al secondo si piazza l’Ucraina (38 tra ristoranti, bar e pizzerie) davanti al Brasile (28). Seguono Indonesia (23), Russia (19), India (16), Giappone (15), Polonia (11), Usa (8), Portogallo e Australia che chiudono la top ten con a pari merito con 5 casi. Ma attività che richiamano Cosa Nostra si trovano ormai dappertutto, dalla Germania alla Thailandia, dal Messico alla Corea del Sud, da Panama alla Moldavia, fino a Giordania, Malesia, Sri Lanka, Taiwan, Vietnam e Canada, solo per citarne alcuni.

Un fenomeno da fermare il prima possibile

Sul tema dei ristoranti legati al mafia marketing è intervenuta Coldiretti che ha dichiarato: «Un fenomeno odioso che nasce in molti casi dall’ignoranza o dalla scarsa sensibilità verso il dolore provocato dalla criminalità organizzata al quale andrebbe posta fine una volta per tutte. Nel caso della catena di ristoranti spagnola “La mafia se sienta a la mesa” l’Unione Europea, su richiesta dell’Italia, ha addirittura annullato la concessione del marchio in quanto contrario all’ordine pubblico e al buon costume, anche se i locali sono ancora aperti in tutto la Spagna».

A cui il presidente Ettore Prandini ha aggiunto: «L’Unione Europea deve fermare l’utilizzo commerciale di marchi infami che sfruttano gli stereotipi legati alle organizzazioni mafiose e rischiano di penalizzare l’immagine dell’intero agroalimentare tricolore in un momento in cui le esportazioni hanno raggiunto il record storico contribuendo alla ripresa del Sistema Paese.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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