Francesco Lollobrigida, neo ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare nel governo Meloni, ribadisce la sua lotta contro i cibi creati in laboratorio e, in occasione dell'inaugurazione della 124ª edizione di Fieracavalli a Verona, ha dichiarato: «La nostra economia, il nostro sistema è spesso aggredito da metodi che non condividiamo, non ci arrenderemo a mangiare carne prodotta in laboratorio».
Francesco Lollobrigida
La sovranità alimentare è importante e fondamentale
Il ministro ha poi proseguito, riprendendo il tema della sovranità alimentare, che dà anche il nome al ministero e su cu si era aperto un ampio dibattito, sottolineando che «è importante e fondamentale. Noi abbiamo voluto inserire questo termine all'interno del nome del Ministero proprio per rendere centrale il sistema agroalimentare, il sistema della produzione, mettendo l'imprenditore agricolo al centro della produzione. Il diritto di un popolo a mangiare, ma a mangiare anche bene».
Tutelare gli italiani rispetto ad abitudini che non fanno bene alla nostra salute
Il tema della lotta contro i cibi creati in laboratorio, particolarmente caro al neo ministro, era stato subito enfatizzato in un articolo su Italia a Tavola, in cui Lollobrigida aveva sottolineato che, oltre che promozione del Made in Italy a tavola, la sovranità alimentare può fra l’altro significare anche tutelare gli italiani rispetto ad abitudini che non fanno bene alla nostra salute (pensiamo al peso crescente dell’obesità, anche infantile) perché si seguono tendenze e mode spesso sostenute anche in congressi sul cibo in cui si immaginano futuri fantastici per le bistecche artificiali («mi fanno schifo», ha puntualizzato Lollobrigida) o per diete a basi di insetti. Tutte scelte rispettabili, e che magari in parte andranno adottate, ma che devono venire dopo la valorizzazione delle nostre produzioni artigianali, della valorizzazione del lavoro dei nostri contadini (da cui dipenderà anche la fine del degrado dei nostri fiumi o delle nostre montagne) o la promozione delle biodiversità al posto delle monocolture che finora hanno richiesto grande impiego di prodotti chimici. Non c’è ad esempio in gioco il mettere al bando Pokè, Sushi o panini con l’hambugher, ma solo valorizzare magari la Dieta Mediterranea o l’Evo, con vantaggio per il sistema Paese a livello di produttori e consumatori.
Anche Coldiretti è contraria alla carne sintetica
Tra i più strenui oppositori della carne e del latte sintetici c'è senza dubbio la Coldiretti con il presidente Ettore Prandini che ha dichiarato: «Non solo siamo ovviamente contrari, ma siamo pronti a dare battaglia sul latte prodotto in laboratorio che con la carne finta, a nostro avviso, fa parte di una strategia delle multinazionali che puntano con operazioni di marketing a distruggere la sana alimentazione fondata su prodotti di qualità e frutto della tradizione di generazioni di agricoltori. Abbiamo diffuso qualche mese fa un dettagliato dossier per smontare le fake sugli alimenti realizzati in laboratorio. Abbiamo dimostrato che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle vacche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato».
Ettore Prandini
Il rischio è di distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola
Sul tema era intervenuto anche Luigi Scordamaglia di Filiera Italia, realtà associativa che riunisce il mondo agricolo e la filiera agroalimentare italiana con l'obiettivo di difenderla e valorizzarla. «Il nuovo impianto legato al latte sintetico rappresenta, dopo quello altrettanto grave della carne in provetta, un pericolosissimo ulteriore step in avanti da parte di chi vuole distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando ogni distinzione culturale spesso millenaria nell’alimentazione umana e proponendo un unica dieta omologata e mondial - ha detto a GreenMe - Senza parlare delle ricadute sociali sui piccoli agricoltori che di allevamento vivono».