Giorgia Meloni sceglie Milano per la sua prima uscita pubblica dopo il voto e lo fa in un palco molto importante per il settore dell’agroalimentare italiano che, ricordiamolo, insieme al turismo rappresenta uno dei due pilastri dell’economia italiana: il Villaggio Coldiretti al Castello Sforzesco. E di certo questo non è un caso, ma una proposta di intenti del nuovo Governo per porre maggiore attenzione a questi settori. Qui la Meloni ha sottolineato, infatti, che il nuovo Governo intende dare risposte efficaci ai problemi, con l’Italia che deve tornare a difendere i propri interessi. In particolare per il settore, Meloni cita la «sovranità alimentare» sottolineando che «ci avevano detto che la globalizzazione e il mercato senza regole ci avrebbero portato bene, non è andata così, ci siamo indeboliti e le ricchezze si sono concentrate in poche mani». Ma non solo: la Meloni ha spiegato che l’obiettivo è «non disturbare chi vuole fare, non disturbare chi vuole creare ricchezza e chi vuole dare lavorare». In particolare, ha sottolineato che vuole «restituire una strategia industriale a questa Nazione che da tempo non l’ha avuta». L'accento specifico sull’agroalimentare lo hanno poi aggiunto anche il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, che ha sottolineato l’importanza della difesa del Made in Italy e il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio (a disposizione della coalizione uscita vincitrice alle elezioni), che ha messo sul tavolo l’importanza di un ministero dell’agroalimentare che permetta all’intera filiera di fare squadra in Europa (idea sostenuta anche dalla Coldiretti). Dopo aver fatto il giro degli stand e dopo aver assaggiato della mozzarella e del parmgiano, la Meloni ha firmato la petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia.
Giorgia Meloni sul palco di Coldiretti
Meloni: Non disturberemo chi vuole fare
Rigido il protocollo di sicurezza con l’ingresso al cortile del Castello transennato per evitare un contatto ravvicinato tra i giornalisti e la leader di Fratelli d’Italia. Al suo arrivo dalla platea si sono levate anche urla di incitamento e qualche «brava». Ed è stata accolta dalle note di “A mano a mano”, la canzone di Rino Gaetano scelta come “inno” della vittoria elettorale.
Poi il suo discorso: «Sapete che in questi giorni ho scelto di limitare uscite pubbliche per dedicarmi anima e corpo ad affrontare i dossier più urgenti. Se saremo chiamati a governare questa nazione è chiaro da subito che abbiamo in mente di dare risposte efficaci e immediate ai principali problemi», ha esordito. «L’obiettivo è quello di restituire una strategia industriale a questa Nazione che da tempo non l’ha avuta». «Abbiamo fatto la campagna elettorale dicendo che ci saremo dati come grande obiettivo quello di modificare il rapporto tra Stato e cittadini e tra Stato e imprese - ha esordito- La nostra bussola sarà: non disturbare chi vuole fare, non disturbare chi vuole creare ricchezza e chi vuole offrire opportunità di lavoro. Lo Stato deve metterli nelle condizioni di farlo».
Giorgia Meloni sintetizza la sua idea di governo un concetto di fondo: «Non faremo da soli, coinvolgeremo i corpi intermedi». E spiegando la necessità di un «sovranismo alimentare» per rendere il Paese autosufficiente anche in questo settore. «Sull'agroalimentare ci sono tre grandi questioni, il primo è la sostenibilità ambientale, sociale ed economica: vogliamo difendere l'ambiente con l'uomo dentro». «Il tema della protezione è la seconda questione cioè qualità, difesa del marchio e delle filiere - aggiunge - La sovranità alimentare è la terza questione, ed è centrale: ci hanno raccontato che il libero commercio senza regole ci avrebbe reso tutti più ricchi, ma non è andata così, la ricchezza è concentrata verso l'alto e ci siamo indeboliti, dipendiamo da tutti per tutto».
Lollobrigida: Difenderemo il Made in Italy
Fondamentale poi la tutela dell’agroalimentare italiano. «Il made in Italy è la vetrina dei prodotti migliori che abbiamo nella nostra Nazione e che dobbiamo difendere - ha detto Lollobrigida - In questi anni, purtroppo, non abbiamo avuto condizioni di favore. Fratelli d'Italia denunciava da tempo le criticità sull'agroalimentare a causa di politiche sbagliate e, insieme alle associazioni di categoria, ha sempre chiesto una maggior attenzione al comparto. Un settore che avrà il sostegno di FdI, perché questa attività è portante per l'economia e la cultura italiana, un modello che si caratterizza anche per formazione».
Francesco Lollobrigida
Centinaio: Serve un ministero dell’agroalimentare
Per questo come suggerito da Centinaio è fondamentale un super ministero dell’agroalimentare per fare squadra in Ue: «Vogliamo che le nuove generazioni sappiano da dove arriviamo: la terra, i nostri prodotti, i territori – ha detto Centinaio - Non possiamo pensare che le scelte alimentari siano condizionate da un’etichetta anomala e semplificatrice che ha dietro un ragionamento banale. Tutto fa bene e tutto fa male, dipende dalle quantità che consumiamo. L’Italia deve andare nella direzione che ci sta chiedendo il settore, così che il nostro paese possa andare in Europa a testa alta e far capire perché il Nutriscore è sbagliato. Per fare questo bisogna strutturare un ministero diverso, un ministero dell’agroalimentare che permetta non solo al settore agricolo, ma all’intera filiera, di andare con la giusta voce a spiegare agli altri paesi le nostre ragioni e fare gioco di squadra in Ue, anche insieme alle associazioni di categoria».
Gian Marco Centinaio
«Il castello del Nutriscore sta già crollando, tanto che il suo ideatore è sempre più nervoso e accusa l’Italia di fare lobby – ha aggiunto - L’Italia non fa lobby, sta tutelando la Dieta Mediterranea che è patrimonio dell’umanità. In Europa abbiamo portato la questione dell’etichettatura d’origine chiedendo di indicare la provenienza. Ci hanno risposto che si rischiava di inquinare il mercato. Con l’etichettatura a semaforo il mercato non si inquina, si distrugge».
La Meloni contro il cibo in provetta
Una proposta quella del super ministero avanzata anche dal presidente della Coldiretti che, appunto, ha proposto alla leader di Fratelli d’Italia la creazione di un Ministero della Sovranità alimentare per concentrare le competenze sparse in troppi ministeri.
Giorgia Meloni poi ha firmato la petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia.
Si tratta del primo impegno preso da Giorgia Meloni dopo le elezioni nei confronti per combattere l’arrivo del cibo sintetico sulle tavole degli italiani. Dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi, il cibo in provetta potrebbe presto inondare il mercato europeo poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.
Ettore Pranini
«La carne in provetta cancella l’identità popolare di una intera nazione» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «dietro l’alibi della tutela ambientale si nascondano speculazioni che portano al cibo sintetico».
Prandini, dopo aver lanciato per interventi urgenti per il contenimento dei costi energetici, ha ricordato davanti a Giorgia Meloni le proposte della Coldiretti per il nuovo Governo dai bacini di accumulo anti siccità in grado di trattenere il 52% dell’acqua alle energie rinnovabili per le quali ha denunciato i ritardi della burocrazia su biometano e biogas con il rischio di sprecare le risorse del Pnrr.
Ma fra le urgenze dei primi cento giorni di Governo, Prandini ha infine indicato il contenimento della fauna selvatica che distrugge i raccolti e compromettere il futuro delle aziende e dei giovani agricoltori.
Caro Energia, Meloni: Per fermare la speculazione serve una soluzione europea
E, appunto, per quanto riguarda i temi di politica economica e internazionale, la Meloni ha spiegato che per lei «il tema non è come compensare la speculazione sul gas ma come fermarla». La priorità, ha detto, «sarà il costo dell’energia». Sui rapporti internazionali e in particolare sull’Ue ha aggiunto che «in Europa si parte dagli interessi nazionali per arrivare a quelli comuni: l’Italia deve tornare alla difesa del suo interesse per trovare soluzioni comuni». Infine, «sul caro energia siamo in costante contatto con il governo uscente, impegnato in una trattativa molto complessa a livello europeo».
Nel suo discorso c’è stato un unico accenno alla possibile composizione di un futuro governo: «Non intendiamo fare da soli, coinvolgeremo i corpi intermedi», ha dichiarato.