Mai come in questo periodo il ruolo delle api nel nostro ecosistema è da preservare. Proprio con questo obiettivo nel 2017 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha indetto la Giornata mondiale delle api che si celebra ogni anno il 20 maggio per sensibilizzare sull'importanza degli impollinatori, sul loro contributo allo sviluppo sostenibile e sulla necessità di fermare la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi che li sta portando all'estinzione.
In Italia la fotografia sul settore l’ha scattata Fai-Federazione Apicoltori Italiani rilevando che gli apicoltori censiti lungo tutta la Penisola sono in aumento: ai circa 65mila ne vanno aggiunti «almeno altri 10mila che, specie tra i giovani, nonostante la pandemia, stanno manifestando il proposito di avvicinarsi a questo allevamento seguendo i necessari corsi di formazione».
Pure il patrimonio apistico nazionale è in espansione costante considerando che nell'ultimo censimento 2020 ha raggiunto la quota di 1.950.000 alveari per un valore stimato di 500 milioni di euro. La presenza di alveari sul territorio, genera in Italia, per l'organizzazione agricola, 2 miliardi di euro di valore della produzione delle colture di interesse agro-alimentare, cui si deve aggiungere quello dell'apporto ecosistemico che le api garantiscono con il servizio di impollinazione alla biodiversità dei nostri ambienti naturali, stimato in 150 miliardi di euro.
L'importanza delle api nell'ecosistema
La produzione di miele, punto critico
Ma come noto il
cambiamento climatico e le pratiche di coltivazioni attuate dall’uomo stanno
mettendo a dura prova l’efficienza dell’operosità della api. Il punto critico infatti è quello della produzione del
miele, il cui valore potenziale annuo è atteso in circa 25mila tonnellate e che invece, da ormai cinque anni, è soggetto a una costante riduzione dovuta alle avversità atmosferiche e ai cambiamenti climatici.
La
quarta ricorrenza della Giornata mondiale delle api viene celebrata anche quest’anno, a causa della pandemia di Covid-19 non ancora sotto controllo, con un evento virtuale organizzato dalla
Fao sul tema
“Bee committed. Build Back Better for Bees”, mutuando lo slogan della Strategia Onu “Ricostruire meglio” (BBB) per il
ripristino delle infrastrutture e dei sistemi sociali al fine di ridurre i rischi di futuri disastri, ripreso poi dal presidente Usa
Joe Biden per il Piano per il rilancio del Paese dopo la pandemia. «È giunto il
momento di ripensare a come ci relazioniamo alla natura e agli impollinatori - si legge sul sito della Fao dedicato all’evento – e quali azioni possiamo intraprendere per sostenere questi minuscoli lavoratori e i milioni di mezzi di sussistenza che, a loro volta, essi sostengono».
Un problema la produzione di miele
L'importanza delle api per altre coltivazioni
Ma le api hanno una centralità anche in
funzione di altre coltivazioni. Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipendono in una certa misura dall’impollinazione per resa e qualità e l’assenza di api e di altri impollinatori eliminerebbe la produzione di
caffè, mele, mandorle, pomodori, cacao, zucche, fragole, solo per citare alcune delle colture che si basano sull’impollinazione.
I
tassi di estinzione degli impollinatori sono da 100 a 1.000 volte superiori al normale a causa degli impatti umani. Quasi il 35% degli impollinatori invertebrati, in particolare api e farfalle, e circa il 17% degli impollinatori vertebrati, come i pipistrelli, rischiano l’estinzione a livello globale.
Le pratiche agricole intensive, il cambiamento dell
’uso del suolo, la
monocoltura, i
pesticidi e le temperature più elevate associate ai cambiamenti climatici pongono tutti problemi alle popolazioni di api e, di conseguenza, alla qualità del cibo che coltiviamo.
Tutti possono fare di più per le api.
I cittadini possono:
– piantare piante autoctone, che fioriscono in diversi periodi dell’anno;
–
acquistare miele grezzo da agricoltori locali;
– acquistare prodotti da pratiche agricole sostenibili;
– evitare di usare pesticidi, fungicidi o erbicidi nei nostri giardini;
– proteggere le colonie di api selvatiche quando possibile;
– sponsorizzare un alveare;
– fare una fontana per api lasciando una ciotola d’acqua all’esterno;
– aiutare a sostenere gli ecosistemi forestali;
– sensibilizzare l’opinione pubblica condividendo queste informazioni all’interno delle nostre comunità e reti: il declino delle api colpisce tutti!
Gli apicoltori e agricoltori possono:
– ridurre o eliminare l’uso dei pesticidi;
– diversificare il più possibile le colture e / o piantare colture attrattive sui campi;
– creare siepi.
I Governi e decisori possono:
– rafforzare la partecipazione delle comunità locali al processo decisionale, in particolare quello delle popolazioni indigene, che conoscono e rispettano gli ecosistemi e la biodiversità;
– applicare misure strategiche, compresi incentivi monetari per aiutare il cambiamento;
– aumentare la collaborazione tra gli organismi, le organizzazioni nazionali e internazionali e le reti accademiche e di ricerca per monitorare e valutare i servizi di impollinazione.
Crescono gli apicoltori italiani
Le strategie dell'Ue
Nella
nuova Strategia sulla biodiversità dell’Ue, prevista dal
Green Deal europeo, da titolo “Riportare la natura nella nostra vita”, al 2° posto tra gli obiettivi del Piano di ripristino degli ecosistemi, c’è: “Invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori”.
Per sostenere tale obiettivo la Commissione ha comunicato che verrà riesaminata ed eventualmente completata con proposte di misure supplementari l’Iniziativa sugli impollinatori, avviata nel 2018, nell’ambito della quale lo scorso marzo ha lanciato “Pollinator Park” , strumento digitale interattivo per aumentare la consapevolezza sull’allarmante declino degli impollinatori e mobilitare l’azione globale per affrontarlo.
Progettato in collaborazione con Vincent Callebaut, “archibiotect” di fama mondiale,
Pollinator Park offre uno scorcio del cupo futuro che ci attende a meno che non cambiamo radicalmente il nostro rapporto con la natura. Disponibile pubblicamente come versione web e nella realtà virtuale, invita i visitatori a conoscere gli impollinatori, a cimentarsi con l’impollinazione, a fare la spesa in un mondo privo di impollinatori e a scoprire come possono aiutare a evitare questo
non improbabile catastrofico futuro.
«L’allarmante declino degli insetti che impollinano i raccolti e le piante selvatiche mette a rischio la sicurezza alimentare e
minaccia la nostra sopravvivenza – ha dichiarato nell’occasione il Commissario Ue per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca,
Virginijus Sinkevicius – L’UE sta già lavorando duramente per
invertire la perdita di impollinatori con il Green Deal europeo, ma abbiamo bisogno di un ampio sforzo in tutta la società, con il contributo di scienziati ed esperti, imprese e cittadini. Pollinator Park mira a mostrare i pericoli del “business as usual”, invitando tutti noi a rafforzare i nostri sforzi per proteggere gli impollinatori e garantire un futuro migliore per noi stessi e per le generazioni future».