Dove sono finiti i bucatini? Negli Stati Uniti è scoppiato il caso. Introvabili nei supermercati e pure nei negozi specializzati in prodotti italiani, il taglio di pasta sembra essere scomparso dagli scaffali. A riportare la vicenda, la giornalista Rachel Handler in un articolo su Grub Street.
Un piatto di bucatini all'amatriciana
Il bucatini-gateSecondo Handler, la penuria di bucatini è iniziata a
marzo. Con lo scoppio della
crisi sanitaria e i primi confinamenti, l’offerta di questa particolare referenza è cominciata a scemare rapidamente. Il fenomeno, individuato per la prima volta a New York, si è presto esteso a tutta la nazione. Il motivo? Scelte aziendali. Diversi produttori, infatti, a fronte di una richiesta molto elevata dovuta al panico da lockdown e alla chiusura dei
ristoranti e del canale Horeca, hanno scelto di ridurre o
sospendere la produzione di alcuni tagli di pasta per concentrarsi sui formati più venduti. A farne le spese, i bucatini.
La vicenda De CeccoOltre alle scelte strategiche delle varie aziende, dietro al “bucatini-gate” Handler ha scoperto anche la storia di
De Cecco, uno dei principali produttori italiani, costretta a ritirare tutti i bucatini dal mercato americano a causa delle rilevazioni effettuate dall’
Fda (Food and drug administration). Secondo l’autorità per la sicurezza alimentare, infatti, i bucatini De Cecco non contenevano abbastanza
ferro e per questo la loro commercializzazione è stata sospesa a fine marzo 2020. Parliamo di una manchevolezza di 2,1 milligrammi. La vicenda ora dovrebbe essere stata risolta, ma la stessa Handler ha evidenziato come dietro questo insolito rilievo potesse esserci l'imbeccata di qualche competitor. Eventualità scartata da De Cecco che punta a recuperare il terreno perso nel campo della
pasta "vitamine enriched" (vendibile solo negli Usa).