Come spesso accade, in periodi di crisi ci sono settori che sprofondano e altri che, per contrappasso, schizzano alle stelle. Sta accadendo anche nel mondo della ristorazione e, più in generale, del cibo. La parte del leone in questo senso la sta facendo la tecnologia applicata proprio al mondo del food con quel connubio che ne nasce ribattezzato “FoodTech”.
Boom della tecnologia nel mondo del cibo
Crescita esponenziale negli ultimi 10 anniChe a livello internazionale si stia marciando a doppia velocità lo dicono i numeri raccolti dal rapporto “The state of global FoodTech report” elaborato dalla piattaforma Talent Garden:
65 miliardi di euro di investimento negli ultimi 10 anni con oltre 5mila aziende attive e 4.500 operatori impegnati. Il tasso di
crescita annuo si attesta sul 42% e il 2020 funesto (per molti, ma non per il FoodTech) non fa eccezione con
investimenti da 17 miliardi nel giro di 12 mesi.
Agricoltura e delivery in testaAndando nello specifico del vastissimo mondo del cibo si scopre che la
tecnologia è entrata in maniera più che mai
massiccia nell’agricoltura, come rileva
Davide Dattoli, cofondatore e ceo di Talent Garden. «Su questo fronte - dice - si sta giocando una partita con enormi investimenti in startup e in nuove tecnologie, che stanno ridisegnando il modo di fare agricoltura: e quindi sostenibilità, nuovi prodotti, nuova domanda di
food».
Di qui un nuovo ramo e un nuovo termine: quell’
agri-tech che include servizi e tecnologie studiate per aumentare l’efficienza e la sostenibilità dell’agricoltura e dell’allevamento. Le aziende impegnate in questo sotto-settore sono 1.521 secondo il rapporto con 14 miliardi di euro di investimenti. In termini di finanziamenti, invece, è il
delivery a primeggiare con 889 aziende attive per 31,5 miliardi di euro di investimenti, ovvero circa la metà del totale degli investimenti contenuti nel mondo food-tech.
Il futuro è degli insettiMa a proposito di
sostenibilità e nuove tendenze, in prospettiva è il mondo cosiddetto “
Nex-gen food and drinks” che è destinato a generare un boom epocale. Si tratta di quei cibi e bevande del tutto nuovi (almeno per la cultura enogastronomica italiana) ovvero la “carne-non-carne”, gli
insetti, le bevande a base di
funghi. Sono 1.210 le imprese impegnate in questo business con 6,2 miliardi di investimenti nell’ultimo decennio e 2,4 solo nel 2020.
Nella classifica redatta dal report compaiono, tra le prime
otto posizioni le cucine e i ristoranti tech (396 imprese per 4,8 miliardi), le app e i
servizi per i consumatori (584 aziende per 3,5 miliardi), il riciclo (350 aziende per 1,8 miliardi), la trasformazione (165 imprese per 1,7 miliardi) e la
tracciabilità (233 imprese per 1,6 miliardi).
Guardando ai Paesi che più sfruttano le nuove possibilità in testa alla graduatoria ci sono
Stati Uniti e Canada con 34 miliardi di investimenti. L’
Europa ne ha messi sul piatto 14,3.