Parte la richiesta per veder riconosciuta la cucina italiana come patrimonio dell’Unesco. In linea con quanto già avvenuto per la cucina francese, anche quella del Belpaese punta a raggiungere lo stesso obiettivo. Il progetto, che ha preso piede la scorsa estate (da un’idea de La cucina italiana) e ha da subito coinvolto lo chef Massimo Bottura, si è ora concretizzato con la nomina di un comitato scientifico - composto da 11 membri - che avrà il compito di stilare un dossier da presentare a Parigi per sostenere la candidatura italiana.
Cucina italia, parte la richiesta di tutela all'Unesco
A spiegare la necessità di tale iniziativa, ci ha pensato lo stesso Bottura in un’intervista al
Resto del Carlino in cui lo chef non usa mezzi termini: «
La Dieta mediterranea è già patrimonio Unesco, ma non basta: l’Italia è molto di più». In termini culinari, «la nostra è una cucina semplice, basata su una grande
materia prima, in cui si toccano solo gli ingredienti, senza stravolgerli».
Circa la possibilità che la candidatura vada in porto, il tristellato si dice «molto fiducioso. La nostra Cucina è lassù in cima e continuerà a crescere. Dobbiamo pensare sempre al futuro, nel mio futuro io sempre futuro».
Gli 11 membri del comitatoA comporre il comitato tecnico scientifico che dovrà convincere l'Unesco sono:
Alberto Capatti (storico dell'alimentazione e della gastronomia italiana),
Giovanna Frosini (Accademia della Crusca),
Massimo Montanari (docente di Storia dell'alimentazione all'Università di Bologna),
Laila Tentoni (Presidente di Casa Artusi),
Luisa Bocchietto (designer),
Roberta Garibaldi (Associazione italiana turismo enogastronomico),
Paolo Petroni (Accademia italiana della cucina),
Vincenzo Santoro (Dipartimento cultura e turismo dell'Anci),
Luca Serianni (Museo della lingua italiana di Firenze),
Vito Teti (antropologo),
Leandro Ventura (Istituto centrale per il patrimonio immateriale).
I precedentiL’idea è quella di chiedere il riconoscimento della
tutela Unesco a un
patrimonio immateriale come la cucina italiana sulla falsariga di quanto già avvenuto per l’arte lituaria di Cremona, il canto a tenore sardo e l’Opera dei Pupi siciliani. Il precedente più prossimo su cui fa leva il comitato italiano è quello della
cucina francese che, nel 2006, aveva avviato un percorso simile culminato, quattro anni più tardi, nel riconoscimento da parte dell’Unesco.