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Uk, tra il nuovo ceppo e la Brexit si teme per i 9 milioni di euro al giorno di export agroalimentare

L'esportazione tra cibi e bevande verso il Regno Unito vale 9,3 milioni di euro al giorno. A mettere questa cifra sostanziosa a rischio sono un probabile no deal della Brexit e l'ultima ordinanza firmata da Speranza.

 
21 dicembre 2020 | 11:58

Uk, tra il nuovo ceppo e la Brexit si teme per i 9 milioni di euro al giorno di export agroalimentare

L'esportazione tra cibi e bevande verso il Regno Unito vale 9,3 milioni di euro al giorno. A mettere questa cifra sostanziosa a rischio sono un probabile no deal della Brexit e l'ultima ordinanza firmata da Speranza.

21 dicembre 2020 | 11:58
 

La Gran Bretagna è al quarto posto tra i nostri partner commerciali per il settore di cibi e bevande (prima la Germania, a seguire Francia e Stati Uniti). Una posizione così rilevante fa temere per il valore dell'export del nostro agroalimentare, che inevitabilmente risentirà della Brexit, ormai dietro l'angolo (sarà effettiva dall'inizio del 2021), e del recente blocco dei trasporti via terra, dei traghetti e dei voli da e per la Gran Bretagna, dopo l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. A rischio sono 9,3 milioni di euro di cibo e bevande made in Italy che vengono esportate in media ogni giorno in Uk.

Le previsioni per l'export agroalimentare italiano preoccupano - Uk, tra il nuovo ceppo e la Brexit si teme per l'export agroalimentare

Le previsioni per l'export agroalimentare italiano preoccupano

La preoccupazione per la Brexit è forte già da mesi. Ormai siamo vicini al termine del periodo valido per un accordo tra Ue e Uk: è sempre più probabile - come ha fatto intendere la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - il "no deal" come sbocco dei negoziati. Questo colpirà indubbiamente i prodotti made in Italy certificati Dop e Igp (che rappresentano circa il 30% del totale dell'export agroalimentare tricolore), trasformando la Gran Bretagna in un porto franco per l'italian sounding.

Non aiuta in questo senso l'ultima novità: la variante britannica del coronavius, che, a detta del ministro della Salute non sarebbe più pericolosa ma «si diffonderebbe più in fretta». L'ordinanza firmata da Roberto Speranza blocca gli ingressi dal Regno Unito, limitando, come sottolinea la Coldiretti, anche il trasporto degli alimentari su gomma, sui traghetti o per via aerea.

Il leggero aumento delle esportazioni agroalimentare italiane in Uk durante tutto il 2020 e nonostante le difficoltà generate dalla pandemia, non è un segnale di controtendenza rispetto a quanto detto, ma (purtroppo) una conferma: è la tendenza, come spiega la Coldiretti, ad accumulare scorte ed evitare quindi l'arrivo di dazi e ostacoli amministrativi e doganali che quasi certamente arriveranno dopo l'entrata in vigore della Brexit.

Complessivamente le esportazioni agroalimentari italiane hanno raggiunto nel 2019 il valore di oltre 3,4 miliardi di euro. Il vino complessivamente ha fatturato sul mercato inglese quasi 771 milioni di euro, spinto dal Prosecco Dop; al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti ci sono, a quanto riporta la Coldiretti, i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell’olio d’oliva. Importante anche il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano per un valore attorno ai 85 milioni di euro.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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