Attenzione a bere alcol davanti ai propri figli, maggiorenni o minorenni che siano. È l’avvertimento dato dagli esperti dell’Istituto britannico per gli studi sull’alcol e contenuto in un rapporto che evidenzia gli effetti dell’assunzione di bevande alcoliche da parte dei genitori sui giovani “spettatori” di famiglia. I figli, secondo lo studio, sono pienamente consapevoli del consumo di alcol fatto da padri e madri al punto che questa esperienza potrebbe influire sul rapporto che avranno a loro volta con l’alcool. Quali conclusioni trarre? Bisogna bandire l’alcool dalla casa? Ne ha parlato Marco Nuara, pediatra di Humanitas, in un articolo apparso su Humanitasalute, che riportiamo di seguito.
Il consumo di alcol davanti ai figli può essere un cattivo esempio
“Il ruolo di genitore, il fatto di costituire un modello o comunque un riferimento per i figli impone un comportamento responsabile sempre. Per questo occorre essere consapevoli che la quantità di alcol assunta o l’esibizione compiaciuta del gusto che dà il bere possa incoraggiare i figli a consumare alcolici. Va ricordato a chi pensa che non ci sia niente di male nel fatto che un adolescente beva cosa consiglia il Ministero della Salute britannico: niente alcol fino a 15 anni e una sola bevuta alla settimana fino ai 18. Risale a una decina di anni fa l’avvertimento del professor Liam Donaldson, allora Chief Medical Officer: esporre i bambini a situazioni in cui l’alcol recita un ruolo da protagonista è una delle cause principali del consumo di alcolici nel Regno Unito. Spesso i genitori pensano di non essere osservati dai figli quando bevono, mentre questo avviene. Il rapporto, a tal proposito, evidenzia che la metà dei genitori usati come campione erano brilli e un terzo, addirittura, ubriachi. La reazione dei figli è stata di imbarazzo in certi casi, mentre altri hanno riferito che i genitori non avevano rispettato l’ora in cui di solito li mandavano a letto o che avevano discusso con loro più del solito.
«L’abuso di alcool in presenza di minorenni non è mai giustificabile. Oltre al cattivo esempio somministrato, rende i genitori incapaci di svolgere il proprio compito, irresponsabili - afferma Marco Nuara - Se gli adulti vogliono ubriacarsi o fare tardi lo facciano pure, ma fuori di casa e affidando i figli ad un parente o a una babysitter che garantisca loro l’assistenza necessaria».
Il rapporto contiene anche linee guida chiare per i genitori che possono risultare utili al fine di salvaguardare i figli da un consumo precoce di bevande alcoliche. La chiave, anche per quei genitori che talvolta esagerano con il bicchiere, è di non conferire all’alcol un fascino particolare, parlare dei suoi rischi come di un aspetto del più complessivo argomento del bere e di non insistere a parlare troppo sugli eventuali postumi di una bevuta eccessiva: il rischio è che i figli possano arrivare a considerarli effetti normali. Naturalmente esiste la consapevolezza negli studiosi che l’effetto esercitato dal comportamento dei genitori sia soltanto uno degli aspetti che influenzeranno le abitudini dei giovani. Non si può, infatti, ignorare il ruolo giocato dalla pubblicità degli alcolici, dai meccanismi di imitazione che si instaurano fra coetanei e da una predisposizione individuale al consumo di alcool. Questo detto, la raccomandazione ai genitori è la stessa che si dà a chi guida: non superare mai i limiti.
«Se è pur vero che il genitore non rappresenta l’unico esempio e l’unica influenza che subiranno i figli è anche vero che sarà la più importante. Inoltre non si deve costruire così un alibi che giustifichi una educazione carente da parte dei genitori – ammonisce Nuara – La pubblicità e gli amici potranno influenzare sicuramente l’operato dei nostri figli, ma l’esempio e il ruolo educativo dei genitori sarà importantissimo nelle loro scelte».
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