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Cucine da Serie A Il segreto del Cagliari? La zuppa

William Pitzalis ha trascorso gran parte della sua giovinezza nel quartiere S.Elia a due passi dal vecchio stadio. Lì ha maturato il tifo per i rossoblu dei quali è diventato cuoco ufficiale cinque anni fa. Joao Pedro e Radja Nainggolan sono le stelle non solo di una stagione fin qui da favola, ma anche tra i maggiori intenditori di cucina. A tavola regna la scaramanzia.

12 dicembre 2019 | 07:35
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Il segreto del Cagliari? La zuppa
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Il segreto del Cagliari? La zuppa

Cucine da Serie A Il segreto del Cagliari? La zuppa

William Pitzalis ha trascorso gran parte della sua giovinezza nel quartiere S.Elia a due passi dal vecchio stadio. Lì ha maturato il tifo per i rossoblu dei quali è diventato cuoco ufficiale cinque anni fa. Joao Pedro e Radja Nainggolan sono le stelle non solo di una stagione fin qui da favola, ma anche tra i maggiori intenditori di cucina. A tavola regna la scaramanzia.

12 dicembre 2019 | 07:35
 

“Scegli un lavoro che ti piace e non dovrai lavorare un giorno solo nella tua vita”. Il celebre detto lo ha applicato alla lettera William Pitzalis, di Cagliari, che ha unito due passioni smisurate e le ha fatto diventare un lavoro, pardon: divertimento. William Pitzalis infatti è il cuoco ufficiale del Cagliari Calcio. Facile capire quali siano le sue due passioni: il calcio (pardon-bis: il Cagliari, del resto ha sempre frequentato il quartiere Sant'Elia, a due passi dal vecchio stadio) e la cucina.

William Pitzalis con la brigata (Cucine da Serie A Il segreto del Cagliari? La zuppa)

William Pitzalis con la brigata

Ad esaudire il sogno di una vita, perché di sogno di bambino si tratta, è stata la famiglia Giulini che da 5 anni è proprietaria della società dopo la storica era Cellino. Il nome di William Pitzalis non è nuovo agli amanti degli show televisivi dedicati alla cucina perché quest’anno è arrivato ad un passo dal trionfare nella trasmissione “Cuochi d’Italia”. Sconfitto… al 90’ è comunque uscito da questa esperienza ancor più appassionato del suo mestiere.

«In cucina - racconta - ho iniziato a mettere le mani sin da piccolo perché i miei si erano separati e c’era bisogno di dare un aiuto in tutti i sensi. Ho iniziato a lavorare nelle mense grazie a mio zio e lì ho subito capito che la mia vita sarebbe stata in cucina. Avevo però un obiettivo ben chiaro: diventare il cuoco del Cagliari». Nessuna stella Michelin all’orizzonte, ma l’idea di inseguire le stelle della sua squadra del cuore che nel corso della sua giovinezza (oggi ha 44 anni) sono state “Lulù” Oliveira, Enzo Francescoli, Dely Valdes fino ai più recenti Gianfranco Zola, David Suazo, Daniele Conti per arrivare a quelli di oggi che stanno rivelandosi la più bella favola del campionato come Joao Pedro e Radja Nainggolan.

Fabrizio Cacciatore (difensore del Cagliari) e William Pitzalis (Cucine da Serie A Il segreto del Cagliari? La zuppa)
Fabrizio Cacciatore (difensore del Cagliari) e William Pitzalis

«Ci ero andato vicino più volte alla cucina del Cagliari - ricorda William - poi l’incontro con la famiglia Giulini è stato determinante. Anche in cucina come in squadra il gioco corale è determinante; io posso contare sull’aiuto di un amico fraterno come Marco Abis e su quello di ragazzi straordinari come Alberto Cabras, Orion e Murillo. Siamo una cucina multietnica che fa di questo aspetto un vanto e un valore aggiunto».

Marco Abis e William Pitzalis (Cucine da Serie A Il segreto del Cagliari? La zuppa)
Marco Abis e William Pitzalis

Multietnica è anche la squadra così come praticamente tutte in Serie A, ma la fortuna di poter contare sulla cucina italiana (con marcate influenze sarde) riesce a mettere d’accordo tutti. «Nessuno può dire di no alla nostra cucina - spiega William - e questo per noi è un modo per facilitarci il lavoro. Siamo l’ultimo anello di una catena che è composta dall’aiuto del medico e del nutrizionista della squadra che ci indicano le diete e i piatti da proporre ai giocatori. La nostra idea di cucina e alimentazione si basa sul concetto di buffet: ogni giocatore si serve da sé e non c’è alcun problema perché sanno perfettamente cosa possono mangiare, quando e quanto e cosa invece non possono permettersi. Utilizziamo sempre prodotti sardi provenienti da produttori sardi».

Con Gigi Riva, mito del calcio italiano (Cucine da Serie A Il segreto del Cagliari? La zuppa)
Con Gigi Riva, mito del calcio italiano

Nessun particolare segreto nel menu: antipasti composti soprattutto da verdure cotte e crude, un primo che può essere pasta o riso abbinato a diverse salse (sugo o pesto non mancano mai) e poi il secondo composto da carne (anche rossa) e orata. Frutta d’obbligo e come dolce è consentito solo una crostata con marmellata di albicocche. «Vanno forte anche le zuppe, i tipici minestroni, oppure le vellutate - precisa William - anzi devo dire la verità: quest’anno la zuppa a tavola non deve mai mancare perché è la nostra porta fortuna: può anche essere che nessuno la mangi, ma deve comunque essere in tavola. Lo stesso dicasi per la mia divisa: il giorno del match devo cucinare con la mia mitica rosso-blu (i colori del Cagliari ndr.)».

Del resto quando le cose vanno alla grande come in questa prima parte di campionato niente viene lasciato al caso e la cucina o la tavola da pranzo sono un modo per cementificare il gruppo e rilassare lo spirito. «Sono momenti belli - dice lo chef - in cui si vede a occhio nudo quanto la squadra sia unita e abbia piacere di condividere certe esperienze. Io ho imparato ad osservare la gente mentre mangia e ad inquadrarla: devo dire che a capo di questi ragazzi c’è un uomo straordinario come Rolando Maran - il mister - dal quale sto imparando tanto: mangia come i ragazzi per sentirsi uno di loro e per non creare alcuna differenza tra il suo staff e i giocatori».

Con Gabriele Calvi (Cucine da Serie A Il segreto del Cagliari? La zuppa)
Con Gabriele Calvi

E a proposito di momenti conviviali che fanno bene al gruppo, ci sono anche giocatori con i quali si può parlare di cibo e di vino in modo approfondito perché sono preparati sull’argomento: «I confronti migliori - racconta William - sono quelli con Joao Pedro, Radja Nainggolan, Paolo Faragò e Fabio Pisacane. È un momento di arricchimento anche per me, tanti di loro hanno giocato in squadre importanti con staff d’eccezione per cui possono portare anche da noi la loro esperienza».
Tutto quello che William Pitzalis può imparare lo impara, tutto ciò che può dare di buono di sé stesso lo dà senza alcuna remora. Dentro e fuori dal centro sportivo perché anche nel sociale è molto impegnato organizzando per la Fondazione Giulini cene con i detenuti o raccolte fondi anche insieme agli altri cuochi della serie A, come quel Gabriele Calvi dell’Atalanta che già ci aveva aperto le porte della sua cucina al centro sportivo di Zingonia. Insomma, la ricetta per arrivare più in alto in classifica possibile è anche nelle tasche dei cuochi che dalle cucine fanno uscire piatti… da Champions League.

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