La culla della Dieta mediterranea vanta un triste primato. È in Italia che si concentra il numero maggiore di bambini obesi e sovrappeso del Vecchio Continente. Parliamo di uno su tre nella fascia d’età 6-9 anni. Un dato che, seppur in diminuzione negli ultimi anni, resta allarmante. A contendersi il record con gli italiani, ci sono i ciprioti, greci e spagnoli, a certificare il declino della dieta a lungo considerata l’elisir di lunga vita e ora costretta, complici crisi economica e povertà educativa, a cedere il posto a tavola al cosiddetto junk food, il cibo spazzatura.
Il cosiddetto "cibo spazzatura" è tra le cause dell'obesità
Per questo in vista della Giornata mondiale contro l’obesità che sarà celebrata il 10 ottobre, e di quella dell’alimentazione (16 ottobre), torna “C’era una volta la cena”, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi promossa da Helpcode – organizzazione no profit attiva in Italia dal 1988 – per contrastare le pericolose conseguenze della malnutrizione infantile. In contemporanea l’Organizzazione ha diffuso la seconda edizione del report sulla malnutrizione infantile, una fotografia preoccupante sullo stato di salute dei bambini in Italia e nel mondo. Basti pensare che sono 1 milione e 260mila i minori che vivono in condizioni di povertà assoluta e che non possono nutrirsi in modo adeguato.
Realizzata con la collaborazione scientifica della Clinica Pediatrica, Università degli studi di Genova, Istituto Giannina Gaslini, la campagna ha l’obiettivo di promuovere attività di monitoraggio, educazione alimentare e prevenzione della malnutrizione, offrendo al contempo aiuto concreto attraverso un programma di Cash and Voucher concepito per garantire cibo sano alle famiglie in povertà.
Quando scarseggiano le risorse economiche per accedere a un’alimentazione sana, aumenta il consumo di cibi poco salutari. E la malnutrizione inevitabilmente fa da apripista a sovrappeso e obesità, che non sono mai indice di opulenza, piuttosto rappresentano il sintomo di una dieta contrassegnata da errori nutrizionali e consumo eccessivo di cibo spazzatura, privo di nutrienti ma altamente calorico. D’altra parte, la malnutrizione infantile registra un impatto maggiore nelle famiglie con un più basso livello di scolarizzazione. Significativo notare come in Italia l’incidenza dell’obesità si dimezzi quando la madre è in possesso di un titolo di studio elevato.
«I numeri della malnutrizione infantile in Italia restano allarmanti. Per questo Helpcode rinnova il proprio impegno e unisce le forze con Fimp e Gaslini», spiega
Alessandro Grassini, segretario generale di Helpcode. La collaborazione porterà alla nascita il prossimo anno dell’Osservatorio nazionale sull’incidenza dell’obesità infantile, una raccolta di dati a livello nazionale che mira a fotografare l’incidenza del fenomeno su tutto il territorio.
«Le ricerche più recenti ci dicono che è necessario intervenire nei primi tre anni di vita. E per farlo dobbiamo conoscere abitudini alimentari e stili di vita dei pazienti a cominciare dalla gravidanza. Ma non basta. Dobbiamo investire nell’educazione alimentare delle famiglie e nella formazione mirata dei medici», spiega
Mohamad Maghnie, responsabile della Clinica Pediatrica del Gaslini.