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La caffeina stimola la mente ma non riduce la sonnolenza

Un recente studio ha dimostrato che la caffeina apporta effetti benefici alla mente, diminuendo il tasso di errori, ma contrariamente a quanto si pensa non è molto efficace nel ridurre la sonnolenza

 
02 ottobre 2015 | 11:57

La caffeina stimola la mente ma non riduce la sonnolenza

Un recente studio ha dimostrato che la caffeina apporta effetti benefici alla mente, diminuendo il tasso di errori, ma contrariamente a quanto si pensa non è molto efficace nel ridurre la sonnolenza

02 ottobre 2015 | 11:57
 

Una delle ultime ricerche sugli effetti della caffeina, commissionata dalle forze armate australiane allo Sleep Research Centre dell'University of South Australia e alla Monash University di Melbourne, ha confermato quello che gli amanti del caffè o del tè hanno sempre saputo, ma con una sorprendente novità: oltre alla privazione del sonno, la caffeina acuisce la mente e riduce in maniera significativa il tasso di errori, ma è poco efficace nel ridurre la sonnolenza.



L'efficacia della caffeina è stata sperimentata come misura contro la stanchezza cognitiva, un tipo di affaticamento cruciale per chi opera veicoli o macchinari. I militari sottoposti agli esperimenti sono stati tenuti svegli per 50 ore e poi hanno dovuto guidare in 15 occasioni un veicolo simulato, ogni volta per 40 minuti. A metà di loro è stata somministrata caffeina in gomma da masticare e agli altri un placebo senza caffeina.

È stata usata gomma da masticare perché la caffeina impiegava solo 10 minuti per essere assorbita dal cervello e l'effetto durava circa 40 minuti. Nel caffè come bevanda invece la caffeina impiega fra 30 e 90 minuti per essere assorbita dal cervello e la durata dell'effetto è imprevedibile. Per misurare la sonnolenza, i partecipanti indossavano occhiali muniti di sensori per registrare il tasso con cui battevano gli occhi.

Veniva anche registrata la capacità di restare in corsia e le variazioni di velocità. Il gruppo che aveva assunto caffeina ha dimostrato un tasso di errori di guida molto minore del gruppo placebo, nonostante entrambi i gruppi sentissero sonnolenza crescente con passare del tempo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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