Sonno, se la carenza è cronica il pisolino non basta per recuperare

Ogni notte bisognerebbe dormire dalle 7 alle 8 ore. Se dormiamo di meno è facile sentirne gli effetti sulla giornata seguente: stanchezza, irritabilità, malumore, difficoltà di concentrazione, aumento della fame

01 novembre 2019 | 13:05
A tutti può capitare di dormire poco o male e di svegliarsi stanchi o non riposati. Anche se si è andati a letto presto e la sveglia è suonata alla solita ora. Il sonno “perso” si recupera dormendo magari un po’ di più la notte seguente o concedendosi un riposino? Ne ha parlato Lara Fratticci, neurologa in Humanitas in un articolo apparso su Humanitasalute, che vi riportiamo di seguito.

La durata notturna del sonno va dalle 7 alle 8 ore


Molte persone cercano di recuperare il sonno perduto durante la notte con un pisolino a metà pomeriggio. Ma è effettivamente ristoratore? «Occorre innanzitutto distinguere tra chi è in temporaneo debito di sonno, perché magari ha passato una notte sveglio o ha dormito poco o male, e chi invece vive una deprivazione di sonno cronica – ha detto la dottoressa – A questo proposito, uno studio del Medical Center di Boston, condotto dal dottor Daniel Cohen, ha paragonato alcuni soggetti svegli per 24 ore di seguito ad altri che per tre settimane avevano dormito circa cinque ore a notte, e dunque poco. Coloro che erano svegli da 24 ore hanno recuperato con una dormita di dieci ore, per gli altri invece il recupero è stato molto più difficile. Ne consegue che più il debito di sonno è cronico, tanto più il recupero è arduo».

Sul sonno a metà giornata, purché sia una tantum, il verdetto della specialista è comunque favorevole. Il sonnellino può anche essere efficace, soprattutto nel pomeriggio: «È bene però che non sia un’abitudine, ma che ce lo si conceda nel momento del bisogno – ha raccomandato la specialista - Per essere davvero ristoratore deve durare da mezz’ora a massimo un’ora, in modo da raggiungere la fase Rem e permettere così il recupero delle energie».

«Sebbene il numero sia indicativo e possa essere leggermente inferiore o superiore per alcuni soggetti, il riposo notturno dovrebbe durare 7-8 ore. Dormire di meno, ma anche dormire di più, ha delle ripercussioni negative sul benessere e sulla salute”, sottolinea la dottoressa. Dormire bene aiuta la memoria, la concentrazione e l’attenzione. Ma riduce anche il colesterolo e il rischio di patologie cerebrovascolari e aiuta a mangiare correttamente, contrastando il sovrappeso. La leptina (piccolo ormone proteico) infatti segue il ritmo circadiano e aumenta nel corso della notte, conferendo un senso di sazietà ed evitando che insorgano attacchi di fame notturni.

Ecco perché dormire bene contrasta il diabete, mentre dormire poco aumenta l’ormone dello stress, il colesterolo e gli zuccheri e facilita lo sviluppo di insulino-resistenza. Come confermato dal famoso detto del “sonno di bellezza”, dormire abbastanza durante la notte fa bene anche alla pelle: l’ormone cortisolo infatti la rende più elastica, agendo su collagene ed elastina.

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Alberto Lupini


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