Otite da piscina: sintomi e cure

Il nuoto è una delle attività sportive più praticate. Può capitare, però, che l’orecchio faccia male già dopo un tuffo. In questo caso il problema non andrebbe ignorato o sottovalutato, perché potrebbe trattarsi di otite

11 marzo 2022 | 16:53

Fra le controindicazioni per chi pratica l'attività sportiva del nuoto può sopraggiungere l'otite. Humanitas salute ne ha parlato con Giovanni Colombo, otorinolaringoiatra in Humanitas e responsabile dell’Unità di Otorinolaringoiatria di Humanitas San Pio X in un articolo online che pubblichiamo integralmente.

L’otite da piscina: i sintomi

L’otite esterna è un’infiammazione della cute del condotto uditivo esterno e della conca auricolare, ed è anche conosciuta come “otite del nuotatore”. Il dolore non è l’unico sintomo: potrebbe infatti essere accompagnato da prurito, abbassamento dell’udito, sensazione di ovattamento auricolare, secrezioni siero-purulente e dolore alla masticazione.

 

 

Otite da piscina: quali sono le cause?

La causa dell’infiammazione potrebbe essere un’infezione provocata da batteri, in minor misura da funghi, eccezionalmente da virus come Herpes Zoster. Elementi come temperature elevate, umidità, contatto con acqua non pulita, lesioni della cute del condotto uditivo, presenza di malattie locali o sistemiche come ad esempio la dermatite, il diabete e le malattie autoimmuni o autoinfiammatorie possono rendere più sensibile l’orecchio all’attacco di organismi patogeni, favorendo la comparsa dell’infiammazione.

La visita otorinolaringoiatrica per la diagnosi

Nel caso in cui si abbia il sospetto di aver contratto l’otite, è fondamentale sottoporsi a visita otorinolaringoiatrica, poiché la scelta della cura dipende dallo stadio dell’infiammazione e dalla tipologia di infezione che l’ha scatenata. «L’importanza di consultare subito un esperto aumenta se si pensa che le otiti più gravi se non curate possono complicarsi con meningiti e/o deficit dei nervi cranici con paralisi facciali e perdita dell’udito», sottolinea il dottor Colombo.

La visita otorinolaringoiatrica sarà utile anche per effettuare una pulizia del condotto uditivo, al fine di rimuovere il materiale purulento che potrebbe causare un fallimento della terapia.

Lo specialista valuterà poi, nei casi di otite recidivante, se ricorrere al tampone auricolare. Tramite il tampone sarà possibile ricercare il germe responsabile dell’infezione, in modo da adeguare la terapia alla sua natura e renderla più efficace.

Come si cura l’otite?

La cura dell’otite può avvalersi di una terapia locale con lavaggio del condotto uditivo e farmaci topici: la maggior parte delle otiti causata da batteri o funghi trova nella terapia topica il trattamento “gold standard”. Nel condotto uditivo esterno si instillano composti ad azione antisettica o gocce antibatteriche e/o antimicotiche. Lo specialista, prima di suggerire questa terapia, valuterà lo stato della membrana timpanica, poiché questi farmaci potrebbero essere tossici per l’orecchio interno in caso di perforazione del timpano. In alcuni casi di otite molto dolorosa o con condotto edematoso (gonfio) possono essere indicati farmaci antinfiammatori.

Un’altra opzione è il trattamento sistemico mirato: nel caso in cui l’infiammazione si trovi a uno stadio più avanzato e il gonfiore del condotto uditivo non consenta il passaggio dei farmaci, oppure in caso di infezione virale, si opta per questo tipo di trattamento.

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Alberto Lupini


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