Quando il mal di testa si insedia in ufficio: cause, rischi e soluzioni
Il binomio mal di testa e lavoro porta ad una diminuzione della produttività in ufficio, specialmente per i giovani. Dormire regolarmente, mangiare sano e migliorare la propria postura possono essere dei rimedi validi
Il problema del mal di testa e il suo associamento sempre più frequente al mondo del lavoro. È questa una realtà ben nota soprattutto per gli ultimi ad esserne entrati in contatto, i giovani. E le conseguenze si fanno sentire, e a riportarle nero su bianco è una ricerca dell'unità di medicina del lavoro dell'Irccs fondazione Maugeri di Pavia, secondo la quale il mal di testa influirebbe sulla produttività del dipendente in ufficio, riducendo la sua capacità di concentrazione e di svolgimento delle mansioni assegnategli ben del 35%. Vincenzo Tullo, neurologo di Humanitas Lab, approfondisce il tema e cerca di trovarne radici e soluzioni riportiamo i suoi suggerimenti, tratti per inero da Humanitas Salute.
Quali sono i soggetti più colpiti dal mal di testa?
Le cefalee, ovvero l'emicrania e la cefalea di tipo tensivo (che sono le forme più diffuse), sono tra i disturbi più comuni e invalidanti. L'emicrania colpisce principalmente le donne spesso legate a fattori ormonali; è più problematica negli anni di maggiore attività (dai 20 ai 50 anni).
Quali sono i rischi per la salute connessi al mal di testa?
Gli attacchi di cefalea ripetuti e l'ansia dell'episodio successivo spesso danneggiano la vita familiare, sociale e lavorativa degli individui affetti da tale patologia. La cefalea, infatti, spesso provoca la rinuncia ad attività sociali, mentre l'attività lavorativa può risultare fortemente compromessa e chi ne soffre può essere considerato inaffidabile e inefficiente.
Da che cosa è causato il mal di testa?
I fattori responsabili possono essere diversi: stress emozionale e fisico, fattori ambientali (l'ambiente di lavoro più dell'ambiente familiare), sonno, dolore muscolare scheletrico, cibi specifici, fluttuazioni dei livelli ormonali, postura, disturbi mandibolari, abuso di analgesici, insufficiente apporto di cibo. Conoscerli rende sia il trattamento sia la prevenzione più efficaci.
7 consigli per prevenire gli attacchi di mal di testa?
- Dormire con regolarità 7-8 ore per notte.
- Migliorare la postura soprattutto al lavoro (stare quindi seduti correttamente senza curvare la colonna vertebrale, in ufficio o in auto o anche sul divano in casa).
- Evitare di esporsi a luci (solari o artificiali) o odori (deodoranti ambientali) troppo intensi.
- Riposare ogni tanto la vista quando si lavora al computer.
- Imparare tecniche per rilassare il corpo o praticare regolarmente una disciplina anti-stress come yoga o nuoto.
- Evitare gli sbalzi di temperatura.
- Mantenere una costante idratazione e un'alimentazione regolare, evitando di saltare i pasti.
Che rapporto c'è fra cibo e mal di testa?
La carenza di alcuni complessi vitaminici e minerali può essere responsabile dell'acutizzarsi dell'emicrania. L'assunzione di alcuni alimenti come formaggi stagionati, insaccati, fegato di pollo, cibo in scatola, cioccolato, aringhe, frutta secca, caffè o alcol può scatenare l'emicrania. Fare cinque pasti al giorno aiuta a non restare a lungo a digiuno, possibile fattore scatenante del mal di testa. Via libera allo spuntino di metà mattina e alla merenda con frutta oppure uno yogurt oppure un pacchetto di crackers, meglio se integrali e non salati in superficie.
Cosa fare se l'attacco di mal di testa sopraggiunge all'improvviso?
Un aiuto può arrivare dall'automassaggio. Ecco come si effettua:
- eseguire movimenti circolari lenti sulle tempie con una leggera pressione mediante le dita partendo dal lato delle orecchie verso l'esterno per qualche minuto
- seguire il disegno delle sopracciglia con i pollici spingendo delicatamente verso l'alto, dal lato interno verso quello esterno e includendo anche il cerchio oculare
- appoggiare i pollici nella zona della nuca e tracciare piccoli cerchi premendo delicatamente con la punta delle dita fino a notare il sollievo
Quando arriva la crisi insieme all'automassaggio va ovviamente valutato l'uso dell'analgesico sulla base dell'intensità, evitando l'abuso di analgesici che possono cronicizzare la cefalea. La terapia preventiva farmacologica e alternativa è indispensabile per evitare che il disturbo possa passare dalla fase episodica a quella cronica con più di 15 giorni al mese di cefalea.
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Alberto Lupini
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