L'intolleranza alimentare non è allergia Prima dei test, occorre la diagnosi

12 marzo 2017 | 16:01
Come spesso accade in campo medico, prima di ricorrere ad una cura è necessario ricorrere al medico affinchè effettui una diagnosi esatta del problema. Questo vale ancor di più per le intolleranze alimentari, spesso confuse con le allergie. I test, anche se non certi, esistono ma sono molto diversi l’uno dall’altro proprio a seconda del problema. In un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente si fa un po’ di chiarezza.




I test delle intolleranze alimentari, spesso definite erroneamente allergie alimentari, devono essere preceduti da una visita approfondita che coinvolge diverse specialità mediche: gastroenterologia, dermatologia, allergologia. Il primo passo è esaminare i sintomi e ricostruire le esperienze del paziente e dei suoi familiari con cibi già noti per provocare disturbi gastrointestinali, infatti il primo test da effettuare è la dieta di evitamento e poi si ricorre a esami diagnostici più specifici e raffinati.

Attraverso l'indicazione dello specialista gastroenterologo, il paziente deve dapprima evitare gli alimenti sospettati di provocare i disturbi lamentati. Solitamente i disturbi possono sono di natura intestinale, come la diarrea, oppure dermatologica, come le eruzioni cutanee, oppure legate al cattivo assorbimento dei nutrienti.

In seguito vengono condotti esami per l'individuazione degli specifici fattori, di frequente anticorpi o autoanticorpi, presenti nel sangue. Possono essere utili anche test per l'analisi del respiro e delle feci, o esami più invasivi come colonscopia e gastroscopia per indagare l'integrità delle pareti dell'apparto digerente ed eventualmente prelevare campioni di tessuti per un esame istologico in laboratorio.

La dieta di evitamento è un test molto diretto e pratico con il quale il paziente è invitato a non consumare gli alimenti sospettati di provocare l'intolleranza ed è il primo metodo per verificare quali componenti potrebbero creare disturbo. I test diagnostici delle intolleranze alimentari non danno risultati sempre decisivi. Nel caso dell'intolleranza al lattosio, ad esempio, si ricorre al test del respiro (breath test), per la ricerca di idrogeno nell'area emessa che fa sospettare una cattiva digestione del latte.

La celiachia può essere diagnosticata attraverso un esame del sangue per la ricerca di particolari anticorpi e autoanticorpi che permettono di distinguerla da malattie con sintomi simili come il morbo di Crohn o la sindrome da colon irritabile. La maggior parte degli esami principali per la diagnosi di un'intolleranza alimentare non prevede particolari regole di preparazione. Per gli esami del sangue il paziente deve presentarsi presso il laboratorio di analisi a digiuno, solitamente la mattina.

Gli esami endoscopici hanno regole di preparazione più rigide, anche per la necessità di un'anestesia, ma, nel caso della diagnosi di intolleranze alimentari, questo tipo di esami è limitato a casi eccezionali in cui si sospettano altre complicazioni. La maggior parte dei test per le intolleranze alimentari può essere condotto senza controindicazioni su tutti i pazienti. Bisogna riservare particolare attenzione nei casi in cui i pazienti abbiano avuto reazioni particolarmente severe. Per questo va assolutamente evitato il ricorso a test acquistati online e condotti autonomamente.

I test principali per la diagnosi delle intolleranze alimentari non sono né dolorosi né pericolosi. Gli esami del sangue vengono condotti ambulatorialmente, sono rapidi e indolori. L'esame del sangue consiste in un prelievo per via endovenosa che dura pochi minuti.

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Alberto Lupini


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