Infortuni alle mani in sci o snowboard: cosa fare dopo una caduta?

Gli incidenti che riguardano le mani sono molto frequenti con un elevato rischio di fratture, soprattutto a carico del polso e della mano. I consigli del chirurgo su cosa fare e quando andare al pronto soccorso

28 febbraio 2024 | 07:30

Le abbondanti nevicate allungano la stagione dello sci e dello snowboard. Tutti felci gli amanti degli sport invernali, ma attenzione agli infortuni, soprattutto di mano e polso. La mano è un distretto anatomico complesso che ospita 27 ossa, accompagnate da numerosi legamenti, muscoli, tendini e articolazioni; il tutto è confinato in uno spazio relativamente limitato che va dal polso alla punta delle dita. Queste strutture, altamente specializzate ma estremamente delicate, richiedono particolare attenzione per preservarne la salute, sia nella vita quotidiana che, ancor di più, durante la stagione invernale con la pratica di sport come lo sci e lo snowboard, i quali possono costituire un evidente rischio per le mani. Ne parla Matteo Tegon, chirurgo della mano presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, presso Humanitas Castelli (Bergamo) e Humanitas Medical Care di Bergamo in un articolo di Humanitas Salute che pubblichiamo.

Sci e snowboard: i traumi più comuni a mano e polso

Gli incidenti che riguardano le mani sono molto frequenti; mediamente in letteratura è descritto che essi rappresentino un 20-25% di tutti i traumatismi. Quando si cade, è infatti comune cercare di attenuare l’impatto con il terreno utilizzando gli arti superiori. Tuttavia, questo comporta un elevato rischio di fratture, soprattutto a carico del polso e della mano. In particolare, le fratture possono coinvolgere il radio, lo scafoide, i metacarpi e le falangi e richiedere trattamenti sia conservativi sia chirurgici.

Oltre alle fratture, traumi contusivi-distorsivi possono esitare in lesioni dell’apparato legamentoso. Gli sciatori, in particolare, sono esposti al rischio di lesione del legamento collaterale ulnare dell’articolazione metacarpo-falangea del primo dito, posizionato alla base del pollice e responsabile della stabilizzazione delle prese. Questa lesione è causata dall’impugnatura della racchetta, la quale, piantandosi nella neve, esercita una leva verso l’esterno, generando un movimento veloce e incontrollato che può portare alla lacerazione del legamento. Questo tipo di infortunio è comunemente noto come “lesione dello sciatore” e può essere particolarmente invalidante.

Sci e snowboard, come prevenire gli infortuni?

Le cause delle lesioni sono diverse e spesso derivano da piccole disattenzioni. La mancanza di una preparazione atletica adeguata rappresenta un fattore chiave nella maggior parte dei casi, specialmente quando si praticano sport di questo genere. I muscoli aiutano infatti a stabilizzare le articolazioni facendo in modo che lavorino correttamente.

Un altro motivo alla base degli infortuni è la tendenza a fidarsi troppo di sé stessi non indossando il corretto equipaggiamento o oltrepassando i propri limiti. Quest’ultimo comportamento è riscontrabile sia negli atleti professionisti, sia in quelli occasionali, definiti comunemente “della domenica”, indipendentemente dall’età. Va da sé che la prevenzione passi attraverso quindi un’adeguata preparazione muscolare, il corretto uso dei presidi e soprattutto l’utilizzo del “buon senso”.

Sci e snowboard: cosa fare dopo una caduta?

Per quanto riguarda la mano e il polso, la gestione post-caduta richiede una valutazione attenta della situazione. In presenza di un trauma lieve, caratterizzato da un gonfiore leggero, un dolore contenuto e una limitazione minima dei movimenti, può essere sufficiente l’applicazione di ghiaccio a cicli sulla zona colpita (mai a diretto contatto con la cute) e il riposo funzionale. Tuttavia, se il dolore persiste oltre le 24 ore, è consigliabile consultare un medico per una valutazione più approfondita. Il medico potrebbe consigliare l’assunzione di farmaci, indicare un’immobilizzazione e/o proporre esami di approfondimento per una diagnosi più precisa. Se la caduta ha avuto invece un alto impatto, soprattutto in presenza di ematomi, versamenti di sangue o, peggio ancora, impotenza funzionale e deformità del profilo anatomico - come ad esempio dita non in asse o polso che assume la posizione detta “a dorso di forchetta” - è necessario recarsi senza indugio al più vicino Pronto Soccorso per sottoporsi a una radiografia seguita da un’attenta valutazione in chirurgia della mano.

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Alberto Lupini


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