La gotta, un problema alle articolazioni Meglio evitare alimenti ricchi di purine
La gotta è una malattia infiammatoria delle articolazioni con un interessamento in particolare di quelle periferiche, specialmente il primo dito del piede. Per scatenarla è necessario un eccesso di acido urico nel sangue
07 agosto 2018 | 12:10
Quest'ultimo è definito iperuricemia e si verifica quando l’organismo produce troppo acido urico oppure non riesce a espellerlo in maniera sufficiente mediante i reni. L’iperuricemia è condizione molto frequente, ma solo un sottogruppo di questi soggetti avrà la gotta. Di questo argomento ne ha parlato il professor Carlo Selmi, Responsabile di Reumatologia e Immunologia clinica in Humanitas, in un intervento tratto da Humanitasalute che riportiamo di seguito integralmente.
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L’acido urico è il prodotto finale del metabolismo delle purine, acidi nucleici che vengono sia prodotti dal corpo sia introdotti mediante l’alimentazione. Se in eccesso, l’acido urico può depositarsi nelle articolazioni causando attacchi di artrite (la gotta appunto).
Nell’uomo, i valori di acido urico nel sangue non dovrebbero superare i 7 mg/dl, mentre nella donna i 6,5 mg/dl mentre sappiamo che con valori inferiori ai 5mg/dl è impossibile soffrire di artrite gottosa, così come nelle donne prima della menopausa.
La gotta ha un esordio improvviso e si manifesta con artrite acuta (soprattutto a livello del primo dito del piede, ma può colpire anche caviglie, ginocchia, polsi e gomiti), gonfiore, dolore e arrossamento, spesso a insorgenza notturna.
Una dieta povera di purine: gli alimenti da limitare
Ai pazienti che soffrono di gotta si consiglia di ridurre l’introito di purine mediante l’alimentazione, per evitare di aumentare ulteriormente i livelli di acido urico nel sangue e il suo conseguente deposito nelle articolazioni e di aumentare l’apporto di acqua per favorirne l’escrezione renale.
Sono dunque da limitare alimenti ad alta e media concentrazione di purine come: pesce azzurro (per esempio sarde, acciughe, aringhe), frattaglie (fegato, animelle, rognone, cervello), carni (estratti e sughi inclusi), pollame, crostacei, salumi, legumi, asparagi, spinaci, frutta secca a guscio, funghi e cavolfiori.
Attenzione anche al consumo di alcolici, soprattutto la birra e i superalcolici, perché favoriscono l’aumento di acido urico e ne ostacolano l’espulsione attraverso l’attività renale; e a quello di fruttosio, anch’esso responsabile della ritenzione di acido urico nell’organismo.
I consigli per contrastare la gotta
Possono invece essere consumati i prodotti come formaggi (meglio se magri), latte, uova, verdure, ortaggi, pasta e altri cereali (da preferire quelli non integrali ed escludendo le germe di grano).
È bene poi bere molta acqua, anche superando i due litri al giorno, per favorire una corretta espulsione di acido urico, e mantenere il peso forma, anche grazie a una costante attività fisica.
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L’acido urico è il prodotto finale del metabolismo delle purine, acidi nucleici che vengono sia prodotti dal corpo sia introdotti mediante l’alimentazione. Se in eccesso, l’acido urico può depositarsi nelle articolazioni causando attacchi di artrite (la gotta appunto).
Nell’uomo, i valori di acido urico nel sangue non dovrebbero superare i 7 mg/dl, mentre nella donna i 6,5 mg/dl mentre sappiamo che con valori inferiori ai 5mg/dl è impossibile soffrire di artrite gottosa, così come nelle donne prima della menopausa.
La gotta ha un esordio improvviso e si manifesta con artrite acuta (soprattutto a livello del primo dito del piede, ma può colpire anche caviglie, ginocchia, polsi e gomiti), gonfiore, dolore e arrossamento, spesso a insorgenza notturna.
Una dieta povera di purine: gli alimenti da limitare
Ai pazienti che soffrono di gotta si consiglia di ridurre l’introito di purine mediante l’alimentazione, per evitare di aumentare ulteriormente i livelli di acido urico nel sangue e il suo conseguente deposito nelle articolazioni e di aumentare l’apporto di acqua per favorirne l’escrezione renale.
Sono dunque da limitare alimenti ad alta e media concentrazione di purine come: pesce azzurro (per esempio sarde, acciughe, aringhe), frattaglie (fegato, animelle, rognone, cervello), carni (estratti e sughi inclusi), pollame, crostacei, salumi, legumi, asparagi, spinaci, frutta secca a guscio, funghi e cavolfiori.
Attenzione anche al consumo di alcolici, soprattutto la birra e i superalcolici, perché favoriscono l’aumento di acido urico e ne ostacolano l’espulsione attraverso l’attività renale; e a quello di fruttosio, anch’esso responsabile della ritenzione di acido urico nell’organismo.
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Possono invece essere consumati i prodotti come formaggi (meglio se magri), latte, uova, verdure, ortaggi, pasta e altri cereali (da preferire quelli non integrali ed escludendo le germe di grano).
È bene poi bere molta acqua, anche superando i due litri al giorno, per favorire una corretta espulsione di acido urico, e mantenere il peso forma, anche grazie a una costante attività fisica.
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Alberto Lupini
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