Con il freddo aumenta il rischio d'infarto La causa? Il cuore lavora di più
06 gennaio 2016 | 11:37
Prevenire è meglio che curare, e per prevenire è necessario conoscere. Una recente ricerca ha dimostrato infatti come il freddo influisca negativamente sull'attività cardiovascolare: con temperature basse l'uomo è più a rischio d'infarto. Questa situazione del tutto particolare è dovuta ad una maggiore attività del cuore nel tentare di mantenere una temperatura corporea adeguata rispetto a quella esterna. Riportiamo di seguito l'analisi tratta per intero da Humanitasalute, con spiegazioni, approfondimenti e consigli della dottoressa Maddalena Lettino, responsabile dell’unità operativa di Cardiologia dello scompenso di Humanitas.
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Cuore in pericolo con il freddo. Alle basse temperature è associato infatti un aumento del rischio di infarto: per ogni calo di 10°C, le probabilità di essere colpiti da infarto aumentano del 7%. Il dato arriva da uno studio di una ricercatrice della University of Manitoba di Winnipeg, Canada, ed è stato presentato all’ultimo congresso annuale della European society of cardiology di Londra.
La ricercatrice cardiologa ha preso in esame gli effetti del clima della regione canadese in cui lavora, sulla salute del cuore. La città di Winnipeg, infatti, si caratterizza per inverni molto rigidi, e termometri spesso sotto lo zero, ed estati con caldo secco. Nella ricerca sono stati presi in esame poco più di 1800 casi di infarto miocardico acuto Stemi, dovuti all’occlusione completa e stabile del vaso coronarico, accaduti a Winnipeg.
Nei giorni con più freddo il tasso di infarti è maggiore, dice una ricerca
Il periodo di osservazione è stato di sei anni. In questo lasso temporale sono stati raccolti i dati sulle temperature massime, minime e medie del giorno in cui l’infarto ha colpito e dei due giorni precedenti. Nei giorni con temperature inferiori a 0°C il tasso di infarti era di 0.94 al giorno, maggiore dello 0.78 registrato quando le colonnine di mercurio superavano lo 0.
Con riferimento a tutto il periodo di osservazione, la ricercatrice ha concluso sottolineando l’aumento del rischio di infarto del 7% per ogni 10°C in meno. Secondo la cardiologa dell’università canadese, dunque, le temperature potrebbero aiutare a prevedere il rischio di infarto Stemi anche uno o due giorni prima dell’evento avverso.
L’associazione tra freddo e salute cardiovascolare è già nota, ma ora trova una conferma scientifica. «I medici lo sanno bene - spiega la dottoressa Maddalena Lettino - è infatti una consuetudine il picco di arrivi in Pronto Soccorso per episodi di infarto quando l’inverno è particolarmente rigido», spiega la dottoressa Maddalena Lettino.
Perché il freddo fa male al cuore?
«Con le basse temperature - continua l'esperta di Humanitas - aumenta la vasocostrizione periferica nel tentativo di preservare la temperatura corporea e nei soggetti ipertesi la pressione sanguigna può salire ancora di più; tutto ciò aumenta significativamente il lavoro del cuore. A questo si aggiunge, nei soggetti con malattia coronarica latente, una maggiore probabilità che la stessa si manifesti e che vada incontro a destabilizzazione con lo sviluppo conseguente di trombosi coronarica acuta e infarto».
Nella prevenzione dell’infarto, bisogna tener conto anche del freddo?
«La prevenzione cardiovascolare - conclude la specialista - va fatta sempre, a prescindere dalle temperature. Quando fa davvero freddo non solo bisogna limitare il più possibile l’esposizione al clima rigido ma anche evitare di affaticarsi e fare sforzi fisici significativi».
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Cuore in pericolo con il freddo. Alle basse temperature è associato infatti un aumento del rischio di infarto: per ogni calo di 10°C, le probabilità di essere colpiti da infarto aumentano del 7%. Il dato arriva da uno studio di una ricercatrice della University of Manitoba di Winnipeg, Canada, ed è stato presentato all’ultimo congresso annuale della European society of cardiology di Londra.
La ricercatrice cardiologa ha preso in esame gli effetti del clima della regione canadese in cui lavora, sulla salute del cuore. La città di Winnipeg, infatti, si caratterizza per inverni molto rigidi, e termometri spesso sotto lo zero, ed estati con caldo secco. Nella ricerca sono stati presi in esame poco più di 1800 casi di infarto miocardico acuto Stemi, dovuti all’occlusione completa e stabile del vaso coronarico, accaduti a Winnipeg.
Nei giorni con più freddo il tasso di infarti è maggiore, dice una ricerca
Il periodo di osservazione è stato di sei anni. In questo lasso temporale sono stati raccolti i dati sulle temperature massime, minime e medie del giorno in cui l’infarto ha colpito e dei due giorni precedenti. Nei giorni con temperature inferiori a 0°C il tasso di infarti era di 0.94 al giorno, maggiore dello 0.78 registrato quando le colonnine di mercurio superavano lo 0.
Con riferimento a tutto il periodo di osservazione, la ricercatrice ha concluso sottolineando l’aumento del rischio di infarto del 7% per ogni 10°C in meno. Secondo la cardiologa dell’università canadese, dunque, le temperature potrebbero aiutare a prevedere il rischio di infarto Stemi anche uno o due giorni prima dell’evento avverso.
L’associazione tra freddo e salute cardiovascolare è già nota, ma ora trova una conferma scientifica. «I medici lo sanno bene - spiega la dottoressa Maddalena Lettino - è infatti una consuetudine il picco di arrivi in Pronto Soccorso per episodi di infarto quando l’inverno è particolarmente rigido», spiega la dottoressa Maddalena Lettino.
Perché il freddo fa male al cuore?
«Con le basse temperature - continua l'esperta di Humanitas - aumenta la vasocostrizione periferica nel tentativo di preservare la temperatura corporea e nei soggetti ipertesi la pressione sanguigna può salire ancora di più; tutto ciò aumenta significativamente il lavoro del cuore. A questo si aggiunge, nei soggetti con malattia coronarica latente, una maggiore probabilità che la stessa si manifesti e che vada incontro a destabilizzazione con lo sviluppo conseguente di trombosi coronarica acuta e infarto».
Nella prevenzione dell’infarto, bisogna tener conto anche del freddo?
«La prevenzione cardiovascolare - conclude la specialista - va fatta sempre, a prescindere dalle temperature. Quando fa davvero freddo non solo bisogna limitare il più possibile l’esposizione al clima rigido ma anche evitare di affaticarsi e fare sforzi fisici significativi».
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