Correre fa bene, ma in alcuni casi, la corsa può accompagnarsi a mal di schiena durante o dopo un allenamento o una gara, specie nelle lunghe distanze. Quali sono le cause? Ne parla Giovanni Casero, ortopedico della colonna co-responsabile del Centro di Chirurgia Vertebrale e Robotica di Humanitas San Pio X in un articolo di Humanitas Salute che pubblichiamo.
In alcuni casi, la corsa può accompagnarsi a mal di schiena
Corsa e mal di schiena: quale legame?
Il mal di schiena può manifestarsi anche nelle persone non dedite alla corsa, soprattutto dopo un periodo di sedentarietà, spesso associato a una cattiva postura. Infatti, senza patologie spinali specifiche, il mal di schiena può verificarsi a qualsiasi età, indipendentemente dall’attività svolta. Tuttavia, durante la corsa, i corridori possono essere soggetti a problemi di mal di schiena causati da contratture dei muscoli paravertebrali, specialmente se riprendono a correre senza una preparazione adeguata.
La ricerca scientifica ha però fornito chiarimenti sulla relazione tra corsa e lombalgia: nonostante i dischi vertebrali vengano sottoposti a sollecitazioni prolungate e ripetute durante la corsa, i runner che praticano questa attività da molti anni e superano i 40 anni di età hanno dischi vertebrali più sani rispetto alla popolazione sedentaria.
Un recente studio condotto su settanta uomini runner di mezza età, che hanno partecipato a maratone e mezze maratone per oltre 10 anni, e che si allenavano ogni settimana per distanze superiori a 50 km, lo ha dimostrato. I risultati hanno rivelato che il deterioramento delle vertebre lombari associato all’età (che aumenta fisiologicamente dopo i 40 anni) è minore nei runner rispetto alla popolazione sedentaria della stessa fascia d’età. Inoltre, i ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica per dimostrare che i runner esperti che correvano più di 50 km a settimana presentavano una colonna vertebrale più sana rispetto alla popolazione generale, confermando che la corsa non rappresenta un fattore di rischio per la salute delle vertebre lombari nei runner.
Perché quando si corre viene mal di schiena?
Oggi sappiamo che la pratica della corsa non rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie della colonna vertebrale, a meno che il runner non presenti già disturbi o patologie vertebrali non diagnosticati prima di iniziare a correre. Di solito, l’età in cui le persone si avvicinano alla corsa è intorno ai 45-50 anni, un periodo in cui il processo di degenerazione vertebrale è già iniziato e che spesso si associa a lombalgia, soprattutto negli uomini di questa fascia di età.
Tuttavia, la lombalgia, ovvero il mal di schiena nella regione lombare, può colpire persone di tutte le età, senza distinzioni. In generale, è spesso causata dalla sedentarietà, che è la principale responsabile di contratture muscolari significative nella zona paravertebrale. La lombalgia può avere diverse cause ed effetti, come la lombosciatalgia, in cui i dischi intervertebrali comprimono una delle radici nervose del nervo sciatico a causa di una protrusione o un’ernia discale. Tuttavia, il mal di schiena nel runner spesso è già presente prima di iniziare a correre, e la corsa può accelerare l’insorgenza di patologie e il mal di schiena correlato. A volte, i runner che hanno piccole ernie discali non diagnosticati potrebbero sperimentare contratture dei muscoli flessori o del quadricipite, o frequenti dolori ai polpacci. Ciò, soprattutto nelle lunghe distanze, può aumentare il rischio di lesioni ai muscoli del polpaccio (come soleo o gemelli).
Mal di schiena durante la corsa: cosa fare
Indipendentemente dalla situazione in cui si manifesta, il mal di schiena non deve mai essere sottovalutato. Quando il dolore si presenta, i runner dovrebbero interrompere l’attività per un breve periodo e consultare il proprio medico per una terapia farmacologica adeguata al controllo del dolore. Se il dolore persiste dopo un paio di settimane, è consigliabile rivolgersi a un ortopedico specializzato nella colonna vertebrale per una valutazione approfondita, che potrebbe includere anche una risonanza magnetica per esaminare la colonna vertebrale e verificare la presenza di eventuali patologie come ernie del disco, osteoporosi, artrosi o stenosi del canale vertebrale.
Nella maggior parte dei casi, la lombalgia può essere gestita con terapia farmacologica, alcune sessioni di riabilitazione, esercizi di stretching e rinforzo dei muscoli addominali e paravertebrali. Solo in casi rari è necessario ricorrere alla chirurgia, che oggi può essere eseguita anche con tecniche di chirurgia spinale robotica.