Celiachia nei bambini, i genitori devono essere informati e attenti

La celiachia nei bambini è una delle più diffuse intolleranze alimentari. Ecco come riconoscere i primi sintomi e quali sono le nuove metodiche per diagnosticarla e imparare a conviverci fin da bambini

04 dicembre 2021 | 07:30
di Tiziana Colombo

La celiachia nei bambini è un problema rilevante, e lo è per due motivi: per le particolari dinamiche della celiachia stessa quando coinvolge l’età pediatrica e per le difficoltà che si incontrano nella fase pre-diagnostica. Le dinamiche in questione riguardano soprattutto l’incidenza: nella maggioranza dei casi, quando la celiachia colpisce in età pediatrica, lo fa molto precocemente, ovvero dai 6 ai 20 mesi.

La celiachia nei bambini è difficile da riconoscere

L’incidenza nelle età più precoci scatena due conseguenze negative. In primo luogo, il rischio di perdurare nella condizione di “celiachia non trattata” per un lungo periodo di tempo, con tutto ciò che ne consegue in termini di danni all’intestino. Secondariamente, le difficoltà legate al riconoscimento della malattia da parte dei genitori e persino dei medici. Il bambino, a quell’età, non verbalizza e non comunica compiutamente ciò che prova. Dunque, l’unica risorsa disponibile è l’osservazione dei sintomi visibili. Appare necessario, pertanto, che i genitori sappiano come la celiachia si manifesti nel bambino, in modo da rivolgersi prontamente a un medico e comunicare la condizione del piccolo in modo efficace

I sintomi della celiachia nei bambini

I sintomi della celiachia nel bambino sono solo in parte sovrapponibili ai sintomi della celiachia nell’adulto. I punti in comuni riguardano alcuni disturbi gastrointestinali. In particolare, anche nel bambino si segnalano l’addome gonfio e dolorante, una diarrea persistente, nausea e vomito. Tuttavia, nel bambino la celiachia impatta pure sulle caratteristiche delle feci. Esse non si limitano a una particolare sgradevolezza olfattiva (ben superiore alle feci normali), ma incidono anche sul colore. Le feci del bambino celiaco sono estremamente chiare, quasi bianche.

Altri sintomi importanti e tipici della celiachia nel bambino sono di natura sistemica. Spesso, infatti, si riporta una stanchezza cronica, ben superiore alla stanchezza “da anemia esogena” che colpisce gli individui adulti. In questo caso, i genitori avvertono solo una generale apatia del bambino, che gioca meno del solito e interagisce con minor vigore agli stimoli esterni. Soprattutto, il bambino celiaco va incontro ad un calo ponderale e ad un ritardo sensibile della crescita. Infatti, quasi subito la celiachia in età pediatrica impedisce il regolare metabolismo dei nutrienti. Probabilmente è proprio il ritardo nella crescita a preoccupare maggiormente i genitori.

Celiachia nei bambini, cosa fare

I sintomi descritti mettono in allarme i genitori e vengono percepiti come gravi. In effetti lo sono, ma ovviamente sono tutti reversibili, l’importante è agire tempestivamente. Dunque, il primo consiglio è di non entrare nel panico (che sarebbe del tutto legittimo) e comunicare al medico tutti i sintomi, senza tralasciare quelli intestinali. È infatti l’anamnesi completa il primo strumento dello specialista in fase diagnostica.

Il secondo consiglio riguarda il comportamento da adottare una volta che la diagnosi è stata certificata (a tal proposito, gli esami diagnostici non sono granché invasivi e vengono ben sopportati dal bambino). Il consiglio è di seguire in maniera pedissequa le prescrizioni mediche, senza eccezioni. Di base, la terapia non comprende farmaci, dunque può essere messa in atto senza grossi problemi dai genitori, magari rincuorati dall’assenza di patologie ben più gravi.

 



La terapia, per inciso, è la medesima degli adulti, ossia la completa esclusione del glutine dall’alimentazione. Ad oggi è questo l’unico metodo per tenere a bada la celiachia. La celiachia non si sconfigge, ma si controlla neutralizzando i suoi sintomi. I timori circa una scarsa portata nutritiva gluten-free sono del tutto infondati. Esistono svariati alimenti che non contengono glutine, e molti di questi sono persino più nutrienti rispetto agli alimenti che lo contengono. Ovviamente, il genitore dovrebbe farsi seguire da un nutrizionista, almeno durante le prime fasi. D’altronde, si tratta di un cambio di dieta e va gestito con la necessaria attenzione.


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Alberto Lupini


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