La celiachia esige chiarimenti Intolleranza e allergia non sono uguali
17 gennaio 2017 | 12:41
Negli ultimi anni la celiachia si è diffusa in modo molto repentino e così il dibattito è diventato di dominio pubblico. Come sempre, in questi casi, si fa molta confusione già a partire dalla definizione di celiachia, che qualcuno considera come intolleranza e qualcun altro come allergia. Beatrice Salvioli, gastroenterologa in Humanitas, chiarisce la questione in un articolo pubblicato su HumanitaSalute, che riportiamo qui integralmente.
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La celiachia è una malattia autoimmunitaria che colpisce solo soggetti geneticamente predisposti che, di fronte all’assunzione di glutine, producono anticorpi che vanno a distruggere il piccolo intestino. I celiaci pertanto sono obbligati a sospendere l’assunzione di glutine per tutta la vita ed è dunque importante che consumino prodotti con la dicitura “senza glutine”, anche perché non tollerano contaminazioni. Farine senza glutine che possono essere consumate dai soggetti con celiachia sono per esempio: farina, crema e amido di riso, farina di mais, maizena, farina di miglio, farina di soia, di tapioca, di castagne, di ceci e altri legumi.
L’intolleranza non è mediata dall’immunità ed è un fenomeno di ipersensibilità. Si scatena, in un certo senso, un meccanismo di accumulo, per cui un eccesso di glutine genera l’insorgenza di sintomi quali diarrea, gonfiore addominale, mal di pancia, crampi, perdita di peso. L’allergia invece è mediata dal sistema immunitario, in particolare dall’azione delle immunoglubuline E che causano una reazione allergica, quasi immediata (a distanza di minuti o di ore), in seguito a ingestione di un dato alimento.
Occorre subito precisare che la diagnosi va effettuata da un medico, pertanto in presenza di sintomi è bene rivolgersi al medico o allo specialista ed evitare assolutamente l’autodiagnosi e la sospensione del consumo di prodotti contenenti glutine. In primo luogo, bisognerà escludere la celiachia. Per farlo si ricorre a specifici esami del sangue e a biopsia duodenale nel corso di una gastroscopia e alla genetica. L’allergia invece si diagnostica con specifici test: il prick test, che si effettua sull’interno dell’avambraccio, e il rast test, un esame del sangue.
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La celiachia è una malattia autoimmunitaria che colpisce solo soggetti geneticamente predisposti che, di fronte all’assunzione di glutine, producono anticorpi che vanno a distruggere il piccolo intestino. I celiaci pertanto sono obbligati a sospendere l’assunzione di glutine per tutta la vita ed è dunque importante che consumino prodotti con la dicitura “senza glutine”, anche perché non tollerano contaminazioni. Farine senza glutine che possono essere consumate dai soggetti con celiachia sono per esempio: farina, crema e amido di riso, farina di mais, maizena, farina di miglio, farina di soia, di tapioca, di castagne, di ceci e altri legumi.
L’intolleranza non è mediata dall’immunità ed è un fenomeno di ipersensibilità. Si scatena, in un certo senso, un meccanismo di accumulo, per cui un eccesso di glutine genera l’insorgenza di sintomi quali diarrea, gonfiore addominale, mal di pancia, crampi, perdita di peso. L’allergia invece è mediata dal sistema immunitario, in particolare dall’azione delle immunoglubuline E che causano una reazione allergica, quasi immediata (a distanza di minuti o di ore), in seguito a ingestione di un dato alimento.
Occorre subito precisare che la diagnosi va effettuata da un medico, pertanto in presenza di sintomi è bene rivolgersi al medico o allo specialista ed evitare assolutamente l’autodiagnosi e la sospensione del consumo di prodotti contenenti glutine. In primo luogo, bisognerà escludere la celiachia. Per farlo si ricorre a specifici esami del sangue e a biopsia duodenale nel corso di una gastroscopia e alla genetica. L’allergia invece si diagnostica con specifici test: il prick test, che si effettua sull’interno dell’avambraccio, e il rast test, un esame del sangue.
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Alberto Lupini
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