Aviaria: primo caso umano confermato negli Usa, quali sono i sintomi?

Un uomo in Texas è risultato positivo al virus H5N1, un'infezione aviaria ad alta patogenicità che circola tra i bovini da latte. Il paziente ha manifestato congiuntivite emorragica senza compromissione della vista

04 maggio 2024 | 17:09

Un lavoratore del settore lattiero-caseario texano è risultato positivo al virus H5N1, ad alta patogenicità, il ceppo di influenza aviaria che sta attualmente colpendo i bovini negli Stati Uniti. Si tratta del primo caso umano accertato di contagio da questo virus in relazione all'epidemia in corso. L’infezione ha fatto notizia un mese fa, rimbalzando sui media internazionali.

La descrizione del caso, come riporta l’adnkronos, è oggetto di una lettera all'editore pubblicata sul “New England Journal of Medicine”, firmata da esperti dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta, del Texas Department of State Health Services e del Texas Tech University Bioterrorism Response Laboratory di Lubbock, del Texas Department of State Health Services di Austin. occhi del paziente. Vediamo quali sono sintomi, contagio e cura.

Influenza aviaria, i sintomi nell’uomo

Il paziente ha manifestato congiuntivite emorragica bilaterale, senza compromissione della vista. Non ha avuto febbre o altri sintomi respiratori.

Influenza aviaria, esposizione e contagio

Il lavoratore non ha avuto contatti diretti con pollame o uccelli selvatici, ma ha lavorato a stretto contatto con vacche da latte, alcune delle quali erano infette da H5N1. Non indossava protezioni respiratorie o oculari durante il lavoro.

Influenza aviaria, diagnosi e trattamento

Il tampone congiuntivale e nasofaringeo del paziente è risultato positivo all'influenza A e A(H5). Il paziente ha ricevuto l'antivirale oseltamivir e si è completamente ripreso.

Influenza aviaria, sequenziamento del virus nell’uomo

Il virus isolato dal paziente appartiene al clade 2.3.4.4b (genotipo B3.13) ed è strettamente correlato ai virus rilevati nei bovini da latte texani e negli uccelli selvatici della zona. Presenta una mutazione (PB2 E627K) associata all'adattamento a ospiti mammiferi, già osservata in altri casi umani e animali.

Influenza aviaria nell’uomo, rischio basso ma sorveglianza

Al netto di ciò si valutano quali implicazioni potrebbero esserci. In ogni caso, al momento, il rischio di trasmissione uomo-uomo sembra basso. Il virus non presenta mutazioni che ne faciliterebbero il legame ai recettori umani. Ma il caso evidenzia la necessità di una sorveglianza attenta nei contesti a rischio, come gli allevamenti di pollame e bovini.

Come prevenzione, per i lavoratori a contatto con animali potenzialmente infatti, si raccomanda l'uso di dispositivi di protezione individuali adeguati, tra cui guanti, mascherine e occhiali protettivi.

Per quanto riguarda, invece, i vaccini, i virus H5N1 clade 2.3.4.4b sono candidati vaccinali e potrebbero essere utilizzati per la produzione di vaccini in caso di necessità.

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Alberto Lupini


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