Attenzione ai cibi lavorati: ecco come ridurne il consumo

Merendine, prodotti in scatola, piatti pronti o surgelati, sta diventando sempre più comune tra la popolazione a causa della loro accessibilità, velocità e facilità di preparazione. Come fare? Ne parla Matteo Cozzi di Humanitas

27 agosto 2023 | 07:30

L’aumento del consumo di cibi trasformati, come merendine, prodotti in scatola, piatti pronti o surgelati, sta diventando sempre più comune tra la popolazione a causa della loro accessibilità, velocità e facilità di preparazione. Tuttavia, consumarne troppi può essere dannoso per la salute. Evitare di acquistare questi prodotti può essere il primo passo per ridurre la frequenza di pasti poco salutari e migliorare la salute generale. Ne parla Matteo Cozzi, biologo nutrizionista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza in un articolo di Humanitas Salute che pubblichiamo.

Cibi lavorati: cosa sono e perché sono da limitare?

I cibi lavorati sono alimenti che sono stati modificati rispetto al loro stato naturale. Questi possono includere operazioni poco invasive come pulizia, macinazione, tritatura, pastorizzazione, bollitura, congelamento, essiccazione, disidratazione e confezionamento, oppure modifiche più significative come, tra le altre, l’aggiunta di additivi alimentari o ingredienti come conservanti, aromi, sale, zuccheri o grassi, con conseguente possibile incremento anche dell’apporto calorico.

Gli alimenti trasformati, dunque, possono essere caratterizzati da:

  • ridotto valore nutritivo
  • aumento di calorie
  • eccesso di zucchero, sodio e grassi
  • presenza di ingredienti sintetici

L’eccessivo consumo di alimenti trasformati può avere effetti negativi anche gravi sulla nostra salute. Infatti, può:

  • contribuire all’obesità e allo sviluppo di malattie croniche;
  • favorire la sindrome metabolica e dunque aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e diabete;
  • portare allo sviluppo di malattie infiammatorie intestinali.

Come ridurre il consumo di alimenti lavorati?

Il primo passo per ridurre gli alimenti lavorati dalla nostra dieta consiste nell’acquisire consapevolezza delle caratteristiche nutrizionali dei cibi che si consumano e nell’organizzare la propria alimentazione. Per evitare i cibi trasformati, è importante limitare i pasti in cui ci si trova impreparati o senza tempo per cucinare. Può essere utile, per esempio, pianificare un menu settimanale, in modo da fare una spesa più mirata e nutrizionalmente equilibrata. Si può approfittare dei momenti in cui si ha più tempo per cucinare, come ad esempio durante il weekend, per preparare dei piatti da surgelare e consumare poi durante la settimana. Anche la sera può rappresentare un momento in cui si può cucinare una porzione aggiuntiva da mangiare poi nel momento del bisogno.

Si può ridurre l’assunzione di alimenti lavorati anche facendo acquisti più consapevoli e scegliendo alimenti freschi e non lavorati, come frutta, verdura, carne magra, pesce e legumi. Inoltre, può essere di aiuto leggere con attenzione l’etichetta e la lista degli ingredienti: più questa è lunga, infatti, più il prodotto ha una qualità nutrizionale peggiore. È sempre importante comunque ricordarsi che è sempre la dieta nel suo insieme a fare la differenza: organizzarsi nel modo migliore possibile permette di porre la giusta attenzione sull’alimentazione complessiva, piuttosto che su un singolo alimento o su un singolo pasto. A riguardo, è corretto anche affermare che, sicuramente l’ideale sarebbe avere un’alimentazione sempre ben equilibrata e organizzata, ma quando questo, per vari motivi, non riesce ad essere messo in pratica, può capitare di essere costretti a sfruttare i prodotti in scatola per comodità, con la consapevolezza che si tratta di alimenti con qualità nutrizionale più scarsa, e quindi da consumare preferibilmente con frequenza limitata.

Un aiuto dal nutrizionista

Il nutrizionista è in grado di dare un supporto nel fornire informazioni dettagliate sui vari alimenti e sui loro effetti sulla salute, nonché di insegnare come leggere correttamente le etichette nutrizionali. Inoltre, può aiutare a sviluppare un piano alimentare equilibrato, promuovendo il consumo di alimenti freschi o poco elaborati e riducendo il consumo di alimenti lavorati o ultra-lavorati e che permetta ai pazienti di riuscire a districarsi e organizzarsi anche all’interno dei ritmi frenetici a cui li obbliga a sottostare lo stile di vita moderno. Grazie all’assistenza del nutrizionista, è possibile adottare uno stile di vita più sano e migliorare il benessere generale del corpo.

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Alberto Lupini


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