Acufene, il ronzio nell’orecchio che può far diminuire l’udito
La comparsa della percezione di un suono o di un rumore, avvertita nella testa o nell’orecchio, più volte al giorno: è l’acufene, un disturbo a carico dell’orecchio, capace di interferire sulla vita quotidiana
03 giugno 2019 | 10:26
Ne ha parlato Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra in Humanitas in un articolo di Humanitasalute, che vi riportiamo di seguito.
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Comunemente, l’acufene si presenta con un ronzio nelle orecchie, che può assumere diverse tonalità e dunque risultare simile a un fischio, a un sibilo, a un rombo, a un soffio o a un crepitio. L’acufene poi può avere carattere costante o intermittente. Colpisce soprattutto gli adulti, di rado i bambini, e la loro presenza continua e intensa può favorire la comparsa di una sindrome depressiva.
Esposizione a rumori intensi, infezioni, traumi e alcune malattie sono le cause più comuni di acufene. Rumori intensi e frequenti possono danneggiare l’apparato uditivo, con ipoacusia, distorsione nella percezione dei suoni e alterazioni che portano a sentire suoni inesistenti. Si pensi che il 90% dei pazienti con acufene presenta anche un calo dell’udito.
In presenza di infiammazioni dell’orecchio (otiti medie) o del naso e dei seni paranasali (riniti e rinosinusiti) può aversi una temporanea percezione di acufeni a bassa tonalità, simili al rumore del mare che si percepisce appoggiando una conchiglia sull’orecchio.
Traumi a carico di testa e collo possono essere responsabili di acufeni reversibili, accompagnati da mal di testa, perdita di memoria e vertigini. Anche i disallineamenti dell’articolazione mascella – mandibola possono avere ripercussioni sull’apparato uditivo e generare acufeni. Gli acufeni infine possono presentarsi nei pazienti con malattie tiroidee o con fibromialgia.
In presenza di acufene è sempre bene consultare il medico. La visita specialistica otorinolaringoiatrica con esami audiometrici è fondamentale per capire se sono necessari ulteriori esami, come elettrocardiogramma, ecocardiogramma, doppler dei vasi sanguigni, valutazione in un centro trombosi o imaging e Risonanza magnetica.
La valutazione specialistica sarà l’occasione per il paziente per ottenere i consigli migliori per contrastare la presenza di acufene. In generale, può essere di aiuto l’assunzione di farmaci: antidepressivi (come i triciclici), antipertensivi o anche i farmaci per la cura delle otiti possono alleviare i fastidi percepiti.
In presenza di ipoacusia associata, il paziente può trarre sollievo anche dall’uso di un apparecchio acustico, capace di amplificare i suoni in ingresso e di migliorare la percezione uditiva, mascherando il rumore associato ad acufene. È anche possibile ricorrere a generatori o mascheratori di suoni, si tratta di speciali apparecchi che producono “rumori bianchi” oppure suoni naturali, come il vento o le onde del mare, con l’obiettivo di rilassare il soggetto e distoglierne l’attenzione dagli acufeni.
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Un forte ronzio nelle orecchie può essere anche causa di depressione
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Comunemente, l’acufene si presenta con un ronzio nelle orecchie, che può assumere diverse tonalità e dunque risultare simile a un fischio, a un sibilo, a un rombo, a un soffio o a un crepitio. L’acufene poi può avere carattere costante o intermittente. Colpisce soprattutto gli adulti, di rado i bambini, e la loro presenza continua e intensa può favorire la comparsa di una sindrome depressiva.
Esposizione a rumori intensi, infezioni, traumi e alcune malattie sono le cause più comuni di acufene. Rumori intensi e frequenti possono danneggiare l’apparato uditivo, con ipoacusia, distorsione nella percezione dei suoni e alterazioni che portano a sentire suoni inesistenti. Si pensi che il 90% dei pazienti con acufene presenta anche un calo dell’udito.
In presenza di infiammazioni dell’orecchio (otiti medie) o del naso e dei seni paranasali (riniti e rinosinusiti) può aversi una temporanea percezione di acufeni a bassa tonalità, simili al rumore del mare che si percepisce appoggiando una conchiglia sull’orecchio.
Traumi a carico di testa e collo possono essere responsabili di acufeni reversibili, accompagnati da mal di testa, perdita di memoria e vertigini. Anche i disallineamenti dell’articolazione mascella – mandibola possono avere ripercussioni sull’apparato uditivo e generare acufeni. Gli acufeni infine possono presentarsi nei pazienti con malattie tiroidee o con fibromialgia.
In presenza di acufene è sempre bene consultare il medico. La visita specialistica otorinolaringoiatrica con esami audiometrici è fondamentale per capire se sono necessari ulteriori esami, come elettrocardiogramma, ecocardiogramma, doppler dei vasi sanguigni, valutazione in un centro trombosi o imaging e Risonanza magnetica.
La valutazione specialistica sarà l’occasione per il paziente per ottenere i consigli migliori per contrastare la presenza di acufene. In generale, può essere di aiuto l’assunzione di farmaci: antidepressivi (come i triciclici), antipertensivi o anche i farmaci per la cura delle otiti possono alleviare i fastidi percepiti.
In presenza di ipoacusia associata, il paziente può trarre sollievo anche dall’uso di un apparecchio acustico, capace di amplificare i suoni in ingresso e di migliorare la percezione uditiva, mascherando il rumore associato ad acufene. È anche possibile ricorrere a generatori o mascheratori di suoni, si tratta di speciali apparecchi che producono “rumori bianchi” oppure suoni naturali, come il vento o le onde del mare, con l’obiettivo di rilassare il soggetto e distoglierne l’attenzione dagli acufeni.
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Alberto Lupini
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