Il singhiozzo capita a tutti, e spesso non sappiamo esattamente da cosa sia provocato: può arrivare dopo aver mangiato e bevuto troppo velocemente, oppure dopo aver involontariamente ingerito un certo quantitativo d’aria. Ma cos’è il singhiozzo? Da cosa è causato e, soprattutto, come porre rimedio? Ne ha parlato Giuseppe Mercante, responsabile del percorso della chirurgia della tiroide e delle ghiandole paratiroidi in Humanitas e docente di Otorinolaringoiatria in Humanitas University in un articolo apparso su Humanitasalute, che riportiamo.
Singhiozzo, se dura ore o giorni c'è un problema di digestione
Che cos’è il singhiozzo?
Il singhiozzo si manifesta all’improvviso per una contrazione involontaria del diaframma, muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale e che svolge un ruolo molto importante nella respirazione: durante l’inspirazione si contrae, per rilasciarsi poi durante l’espirazione. Queste contrazioni anomale, solitamente, sono causate da un’irritazione del nervo frenico, responsabile appunto dei movimenti del diaframma. Può essere causato anche dall’irritazione di alcune parti del sistema nervoso non controllabili dalla volontà, come l’ipotalamo. Il rumore tipico del singhiozzo, che si ripete ritmicamente per vari minuti, è dovuto al fatto che la contrazione anomala del diaframma termina con una brusca chiusura della glottide, la valvola che separa le vie aeree superiori (naso, bocca, faringe, laringe) da quelle inferiori (trachea, bronchi, bronchioli, alveoli).
Le cause del singhiozzo
Più che parlare di cause, sarebbe meglio dire che esistono alcune situazioni che possono agevolare l’irritazione del nervo frenico. Per esempio, mangiare o bere molto velocemente può causare una dilatazione dello stomaco, specie se l’alimento in questione è molto caldo o molto freddo; l’abuso di bevande alcoliche causa un’infiammazione della mucosa gastrica, che indirettamente può irritare il diaframma. Ancora, un momento di forte stress o ansia potrebbe portare la persona a ingerire una gran quantità d’aria, che conseguentemente provocherà l’infiammazione.
Come farsi passare il singhiozzo?
I metodi per far passare il singhiozzo sono tantissimi, spesso tramandati come “rimedi della nonna”, ma non per questo inefficaci. Più di 2000 anni fa Ippocrate, per esempio, consigliava un metodo che tuttora è tra i più efficaci: inspirare profondamente e poi trattenere il fiato per 10-25 secondi, al fine di rilassare il diaframma e farlo tornare a muoversi correttamente.
Gli altri sistemi hanno poi lo stesso intento: il rilassamento del muscolo diaframmatico. Il famoso spavento potrebbe effettivamente ripristinarne il giusto movimento, così come ingerire rapidamente acqua a piccoli sorsi, starnutire, assumere velocemente un cucchiaino di zucchero, aceto o limone. Tendenzialmente, però, non bisogna fare altro che aspettare che passi.
Singhiozzo, quando preoccuparsi?
Il singhiozzo dura pochi minuti e tende a passare da sé. Ci sono tuttavia alcuni casi in cui fare particolare attenzione, specie se non passa in breve tempo. Un singhiozzo che dura ore o addirittura giorni può dipendere da qualche problema a organi interni, come pericarditi, disturbi dell’apparato digerente, o alterazioni nei centri nervosi che, come abbiamo detto, controllano il singhiozzo. Se il singhiozzo persiste, è necessario rivolgersi al proprio specialista di fiducia, al fine di capire al più presto da cosa sia provocato e proporre la terapia più efficace.