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Allergia agli acari della polvere: come si cura?

Non importa quanto siano puliti gli spazi: gli acari della polvere si annidano negli ambienti chiusi e basta un’umidità maggiore, l’aria condizionata o tenere le finestre chiuse per facilitarne la proliferazione

 
21 settembre 2022 | 17:54

Allergia agli acari della polvere: come si cura?

Non importa quanto siano puliti gli spazi: gli acari della polvere si annidano negli ambienti chiusi e basta un’umidità maggiore, l’aria condizionata o tenere le finestre chiuse per facilitarne la proliferazione

21 settembre 2022 | 17:54
 

Non importa quanto siano pulite le nostre case: gli acari della polvere si annidano negli ambienti chiusi e basta un’umidità maggiore rispetto al dovuto, l’aria condizionata o tenere le finestre chiuse per facilitarne la proliferazione.

Gli acari della polvere, infatti, sono minuscoli animali della classe degli aracnidi, che non è possibile vedere a occhio nudo e che si annidano nella polvere. Per questo motivo è facile che la loro riproduzione sia maggiore in quegli ambienti dove la polvere, anche a fronte di un’igiene accurata della propria dimora, prolifera. Parliamo per esempio delle stanze dove sono presenti librerie e scaffalature, oppure nei pressi di tappeti, divani e letti, dunque dove ci sono cuscini e materassi in cui spesso si annidano questi minuscoli animaletti.

Quali sono le manifestazioni tipiche dell’allergia agli acari della polvere? Ed esistono possibilità di cura? Ne parla il professor Enrico Heffler, allergologo in Humanitas, docente e direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica in Humanitas University, in un articolo di Humanitas Salute che riportiamo di seguito integralmente.

Allergia agli acari della polvere: come si cura?

Allergia agli acari: come si manifesta

I sintomi provocati dall’allergia agli acari della polvere sono di due tipi: quelli correlati all’infiammazione oculorinitica e le manifestazioni asmatiche.


Si va quindi da rinite, starnuti, naso che cola, tosse, prurito a naso e gola e congiuntivite, a veri e propri episodi asmatici, con difficoltà respiratorie e oppressione toracica. 
Questi sintomi possono presentarsi in momenti successivi o anche contemporaneamente e, quando sono particolarmente persistenti o aggressivi, possono compromettere la qualità della vita del paziente allergico. 

Certo, le manifestazioni riconducibili alla rinite possono venire erroneamente confuse con un raffreddore: come capire, allora, se si tratta di un principio di influenza stagionale o di allergia? Per prima cosa i sintomi di un’allergia sono abitualmente persistenti e durano oltre una settimana; inoltre si manifestano con più tenacia in determinati momenti, quando il soggetto allergico si trova in ambienti chiusi che presentano condizioni in cui la presenza di acari della polvere è superiore alla norma.

Prick test e immunoterapia: come intervenire se si sospetta un’allergia agli acari

Il primo passo da fare, in caso di sospetta allergia agli acari, è contattare lo specialista che diagnosticherà l’eventuale allergia tramite semplici esami. Il primo è il prick test, un test cutaneo veloce e indolore, che si svolge a seguito della visita allergologica. Un altro esame diagnostico da svolgere per dirimere eventuali dubbi è il prelievo del sangue: tramite il dosaggio delle IgE specifiche oppure tramite la cosiddetta diagnostica molecolare allergologica, infatti, si possono identificare gli allergeni che scatenano la manifestazione allergica e, quindi, stabilire con precisione la causa dell’allergia e stabilire terapie mirate. La diagnostica allergologica molecolare, in particolare, permette anche di conoscere quali singole proteine allergeniche sono coinvolte e pertanto aumentare ulteriormente la precisione con la quale l’allergologo potrà prescrivere le strategie terapeutiche.

Il trattamento per le allergie, dunque anche per quella agli acari della polvere, è sempre mirato e personalizzato sulle esigenze cliniche del paziente. In particolare vi sono tre componenti fondamentali: le procedure di profilassi ambientale (quali ad esempio l’utilizzo di fodere antiacaro per materasso e cuscino, oppure l’utilizzo di specifici filtri per aspirapolvere) volte a ridurre il più possibile l’esposizione alla fonte allergenica (purtroppo da sole spesso non sono sufficienti per controllare i sintomi); la terapia farmacologica, che per la rinite consiste essenzialmente nell’utilizzo di farmaci antistaminici e corticosteroidi  spray nasali, spesso da assumere contestualmente, e per l’asma in corticosteroidi inalatori eventualmente associati a broncodilatatori, e per le forme di asma grave anche farmaci biologici quali gli anticorpi monoclonali; l’immunoterapia allergene specifica (cosiddetta “vaccinazione” contro le allergie) che consiste nella somministrazione (per via sublinguale o sottocutanea) di dosi controllate dell’allergene per indurre una graduale tolleranza verso lo stesso, ovvero il raggiungimento della cosiddetta desensibilizzazione. Quest’ultima è l’unica strategia terapeutica causale delle allergie respiratorie (inclusa quella da acari della polvere) ed è in grado di ridurre sensibilmente la frequenza e la gravità dei sintomi allergici, nonché di ridurre la probabilità di sviluppo di altre allergie.

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