<span style="font-weight: 400;">Con il passare del tempo il corpo tende a perdere parte della sua flessibilità, divenendo più rigido e dolorante. Infatti rigidità e dolore portano a una riduzione del movimento, che a sua volta causa un aumento di rigidità: insomma, un circolo vizioso da spezzare il prima possibile, perché il nostro corpo non diventi il primo nemico di noi stessi. In questo senso, lo stretching è la disciplina ideale: è facile, veloce e tendenzialmente alla portata di tutti. Ne ha parlato Lorenzo Virelli, Assistente alla Riabilitazione ortopedica di Humanitas in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.
Lo stretching: cos’è, quando farlo
Lo stretching innanzitutto è un esercizio fisico che prevede l’allungamento di muscoli e tendini per un determinato periodo di tempo. Aumentando progressivamente il movimento, il muscolo aumenta il suo range di estensione, con effetti positivi non indifferenti: riduce il rischio di infortuni, crampi e contratture, facilitando la funzionalità muscolare e, non meno importante, è fonte di benessere e rilassamento per l’intero apparato scheletrico. Avete presente il momento in cui, al mattino, ci stiracchiamo? Lo stiracchiamento non è altro che una forma di stretching che il nostro corpo impiega per “resettare” i suoi sensori interni, che tengono conto dello stato di tensione dei muscoli e della posizione di ogni singola articolazione.
Sebbene la letteratura scientifica non esprima pareri uniformi sulla sua efficacia ai fini della performance e della prevenzione degli infortuni, lo stretching rimane un’attività fortemente consigliabile: uno sportivo farà stretching prima dell’allenamento, per la sensazione di maggior scioltezza che si prova poi durante la performance, e dopo l’allenamento, per la sensazione di allungamento e rilassamento che trasmette. Chi invece vorrebbe incrementare l’attività fisica, può cominciare con sessioni di stretching statico (in cui si assume una posizione per un determinato tempo, e ripeterla più volte) passando poi per quello dinamico (ossia che prevede movimenti a velocità progressiva) una volta ottenuto un buon controllo muscolare.

I benefici dello stretching
Benefici ed errori comuni
Può apparire scontato, ma lo stretching non richiede praticamente nessun tipo di strumento. Questa è una caratteristica importante per un’attività sportiva: può essere fatta ovunque, in qualsiasi momento.
Stretching e respirazione, poi, sono strettamente collegati: durante l’inspirazione il diaframma impara a contrarsi, per poi rilassarsi con l’espirazione. La diminuzione di dolore, la maggiore elasticità e mobilità completano l’elenco.
C’è però da fare attenzione ad alcuni dettagli che potrebbero provocare disagio dopo la sessione di allenamento. Prima di tutto, bisogna imparare ad ascoltare il proprio corpo e a non spingersi mai oltre alle proprie possibilità: certo, se è normale che un muscolo “tiri” leggermente durante l’esercizio, questo non deve mai trasformarsi in dolore, specie se ci si allena “a freddo”. E, soprattutto, se si vuole fare esercizio in presenza di infortuni passati, bisogna necessariamente consultare il proprio medico, che indicherà se e quali esercizi sia meglio fare.