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Chi l'ha detto che il soffritto fa male? Così il fegato lavora di più e ringrazia

Secondo la nutrizionista Debora Rasio, nel libro La dieta per la vita, il metodo di cottura aiuta a far lavorare l'organo e ad assorbire vitamine liposolubili. Il segreto? L'effetto dell'olio cotto sull'organismo

 
12 ottobre 2021 | 07:30

Chi l'ha detto che il soffritto fa male? Così il fegato lavora di più e ringrazia

Secondo la nutrizionista Debora Rasio, nel libro La dieta per la vita, il metodo di cottura aiuta a far lavorare l'organo e ad assorbire vitamine liposolubili. Il segreto? L'effetto dell'olio cotto sull'organismo

12 ottobre 2021 | 07:30
 

Chi l'ha detto che il soffritto è un'abitudine del passato che non trova quartiere nella cucina di oggigiorno? A livello nutrizionale, il caro e vecchio trito trifolato nell'olio potrebbe prendersi la sua rivincita su numerose mode alimentari che negli ultimi tempi hanno sostenuto il bando di qualsiasi cibo grasso (o considerato tale) dalla tavola. Peccato che così facendo è venuto meno l'apporto di vitamine liposolubili (ossia assorbibili solo dai grassi) nella popolazione. Il rimedio? Tornare alle care e vecchie abitudini. Stavolta, però, seguendo il consiglio di qualche esperto.

Il caro e vecchio soffritto non fa male Chi l'ha detto che il soffritto fa male? Così il fegato lavora di più e ringrazia

Il caro e vecchio soffritto non fa male

 

Nel soffritto un toccasana per il fegato

In questo senso, potrebbe tornare utile il libro La dieta per la vita del medico nutrizionista Debora Rasio che riporta in auge il potere nutrizionale del soffritto. Questa modalità di cottura, in cui la «forza» del calore consente di stabilire un legame chimico tenace tra l’olio e l’alimento, sebbene da un lato possa risultare un po' più pesante da digerire, dall'altro potrebbe rivelarsi un toccasana per il nostro fegato che così viene stimolato a lavorare. Per il fegato, infatti, si applica lo stesso ragionamento che si utilizza con altri organi come cuore e muscoli: allenandoli se ne migliorano le prestazioni. Non è un caso, quindi, che chi utilizza per molto tempo solo olio a crudo manifesti spesso difficoltà digestive, gastrite, reflusso ed eruttazioni: tutti problemi dovuti alla ridotta produzione di bile per rallentamento epatico da mancata stimolazione.

 

Il segreto dell'olio cotto

Insomma, il vero segreto sta nell'olio cotto che:

  • favorisce il dimagrimento: gli acidi biliari entrano abbondanti nel circolo sanguigno e attivano il metabolismo, aumentando il consumo di calorie da parte delle cellule adipose;
  • migliora la forma fisica: il fegato, attivato, lavora meglio nel trasformare gli ormoni circolanti;
  • rende la pelle più luminosa
  • riduce il gonfiore intestinale: il miglioramento della digestione e l’azione disinfettante della bile normalizzano la flora batterica intestinale e riducono la produzione di gas;
  • migliora il livello di energie.

 

Per un soffritto a prova di nutrizionista

Ma come fare un soffritto a regola d'arte? Semplice. Si mette la padella sul fuoco e si attende qualche secondo che si scaldi. Si aggiunge l'olio (meglio se extravergine di oliva) alzando il livello della fiamma. Una volta che l'olio si è scaldato, si aggiunge la dadolata di odori (cipolla, aglio, carote, sedano). Si mescola il tutto e si fa cuocere a fuoco dolce per 15 minuti finché la cipolla non diventa trasparente. Il soffritto richiede tempo. Non c'è da temere che l'olio bruci: l'acqua rilasciata dalle verdure ne abbassa la temperatura (che dovrebbe essere mantenuta sui 100-110 gradi). In questo modo, i polifenoli (fino a 40 diversi) si sprigionano nel mix e finiscono nel piatto.


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