La gastrite è l’infiammazione, spesso asintomatica, della mucosa che riveste internamente lo stomaco, la diagnosi è essenzialmente istologica. Le cause possono essere molteplici: un’infezione batterica, l’utilizzo di farmaci aggressivi per la mucosa gastrica o l’assunzione di cibi particolarmente acidi.

Tra le cause più comuni di gastrite l’utilizzo di farmaci gastrolesivi
Questa
infiammazione (o flogosi) può essere di entità variabile: dal semplice arrossamento fino allo sviluppo di piccole e dolorose escoriazioni, le erosioni e le ulcere. Di sintomi, cause e terapia ne parla la dottoressa Federica Furfaro, gastroenterologa di Humanitas, in un articolo di Humanitas Salute che pubblichiamo.
“Le causeTra le cause più comuni di
gastrite ricordiamo l’utilizzo di
farmaci gastrolesivi, come ad esempio gli anti infiammatori non steroidei (Fans), che riducono la produzione di prostaglandine a livello gastrico. Le prostaglandine riducono la secrezione acida, stimolano la produzione di muco e bicarbonati e favoriscono l’irrorazione ematica della mucosa gastrica, garantendo la sua integrita`, pertanto una riduzione favorisce lo sviluppo della gastrite.
Un’altra causa possibile di gastrite è rappresentata dalla presenza di una
infezione batterica da
Helicobacter Pylori. Il batterio è in grado di resistere all’ambiente acido dello stomaco e produce una serie di enzimi lesivi per le pareti gastriche, favorendo lo sviluppo della gastrite e spesso di
ulcere.
I sintomiLa gastrite spesso è asintomatica. Tuttavia, può manifestarsi con una
digestione difficile (dispepsia), con senso di ripienezza post-prandiale, nausea,
bruciore e/o
dolore nella parte centrale dell’addome (in genere in alto, al centro, in una regione dell’addome chiamata epigastrio). In alcuni casi il dolore si riduce o scompare dopo i pasti principali. Raramente i pazienti affetti da tale patologia lamentano
vomito, dopo mangiato o a digiuno.
Diagnosi e terapiaIn soggetti giovani, la prima cosa da fare è la ricerca dell’Helicobacter Pylori. Il batterio può essere ricercato con un test fecale, nel sangue oppure con il
test del respiro (urea Breath Test). Il breath test si esegue facendo bere al paziente una particolare soluzione contenente urea marcata con un isotopo del carbonio (non radioattivo), quindi il paziente deve respirare all’interno di una macchina o in una provetta. Il batterio è in grado di scindere l’urea in acqua e anidride carbonica, se nell’espirato del paziente vi è la presenza dell’anidride carbonica marcata vuol dire che c’è l’infezione da Helicobacter Pylori.
Per i soggetti sintomatici che non rispondono a terapia e hanno più di 45 anni è invece consigliata una
esofago-
gastro-
duodenoscopia o Egds. In questi casi, infatti, la stessa sintomatologia della gastrite potrebbe essere espressione di altre e ben più gravi patologie, fra cui i tumori.
Per curare la gastrite è bene ridurre l’acidità gastrica con
farmaci Anti-H2 (tipo ranitidina) o inibitori della pompa protonica (tipo omeprazolo), oppure con antiacidi (idrossido di alluminio e di magnesio) che hanno la funzione di tamponare momentaneamente l’acidità. Sono utili anche i protettori di mucosa (tipo sucralfato) e le prostaglandine (tipo misoprostol). Gli
antibiotici(tipo amoxicillina, claritromicina), in associazione agli inibitori di pompa protonica, si utilizzano per eliminare l’infezione da Helicobacter Pylori. Non è necessario seguire una dieta particolare, ma è bene smettere di fumare e ridurre il consumo di alcolici, caffè e the. Da evitare sono invece i farmaci gastrolesivi come gli antinfiammatori.
”