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Epatiti, cure ad hoc per malattie differenti

07 giugno 2019 | 09:52

Epatiti, cure ad hoc per malattie differenti

07 giugno 2019 | 09:52

Le forme di epatite sono diverse e possono essere sia virali che non infettive: quelle scatenate dal virus e sono l’epatite A, B, C, Delta ed E, mentre con epatite non infettiva si intendono quelle causate da farmaci.

Non infettive sono anche quelle di natura metabolica come in seguito a diabete, ipertensione arteriosa o all’abuso di alcol, all’obesità. Al 2018, di epatite B soffrono nel mondo 250 milioni di persone, della C circa 70 milioni, mentre in Italia abbiamo un migliaio di nuovi casi ogni anno. Di epatite ha parlato Massimo Colombo, specialista di Medicina generale ed Epatologia in Humanitas in un articolo di Humanitasalute, che vi riportiamo di seguito.

Ci sono epatiti infettive e non infettive (Epatiti, cure ad hoc per malattie differenti)
Ci sono epatiti infettive e non infettive


«Il termine epatite indica un’infiammazione e distruzione delle cellule epatiche, un fenomeno che si può realizzare in due meccanismi - ha spiegato il professore - raramente per tossicità diretta ad un agente offensivo, come per esempio un virus o un farmaco, più spesso avviene perché le cellule malate vengono rimosse da sistema immunitario attraverso i linfociti e il fegato perde la sua capacità funzionale».

Esistono epatiti acute e croniche: “quelle acute sono proprie di molti virus e possono guarire da sole in non molti mesi, ma spesso vengono riconosciute con difficoltà, non sempre si presentano i classici sintomi come l’itterizia, i dolori al fegato o altri sintomi aspecifici come la stanchezza. In molti casi non ci sono episodi acuti, con sintomi chiari e la diagnosi avviene solo attraverso screening e controlli del medico».

Le forme di epatite che maggiormente minacciano il fegato sono quelle virali da virus specifici cioè A, B, C, Delta ed E; ci sono poi forme specifiche di epatite causate “altri virus che nel quadro generale di un’infiammazione dell’organismo come la mononucleosi, il citomegalovirus o l’herpes possono danneggiare il fegato in modo acuto”, ha chiarito il professore.

Tra queste, «l’epatite virale più diffusa è quella composta da gruppo di virus A ed E, i pazienti si infettano per via feco – orale, ci si infetta consumando alimenti infetti. Mentre epatite C e B vengono trasmesse mediante gocciole di sangue o per via sessuale», ha aggiunto Colombo. Le terapie sono ovviamente diverse in base alle differenti forme di epatite di cui soffre il paziente. In alcune forme virali il medico prescriverà farmaci antivirali, appunto, e interferoni, mentre in altre forme si guarisce in modo spontaneo, spesso senza neppure la consapevolezza nel paziente, se non ha avuto sintomi. In ogni caso le cure di oggi “sono meno invasive del passato e più efficaci”, ha detto il professore.

«Quando si guarisce il fegato è guarito e torna alla normale funzionalità. Bisogna ricordare però, che molti pazienti guariscono definitivamente dopo 20-30 anni di infezione: per queste persone è necessario un controllo più frequente anche ogni sei mesi per verificare la funzionalità del fegato».

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