Lo sport? Meglio se di squadra, specie per i preadolescenti. A rivelarlo è una ricerca della Washington University: l’attività fisica non è soltanto un toccasana per il corpo, ma presenta benefici anche per la mente.
Ne ha parlato la professoressa
Daniela Lucini, responsabile di Medicina dell’esercizio in Humanitas, in un articolo apparso su
Humanitasalute, che riportiamo di seguito.
“Non importa che sia calcio, rugby o pallacanestro; la partecipazione agli sport di squadra è collegata a una minore probabilità di depressione nei teenager e a modificazioni nella struttura del loro cervello. Ad aprire nuovi scenari per contrastare i problemi dell’umore nei teenager è lo studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging.
I ricercatori hanno esaminato un campione di oltre 4mila bambini di età compresa fra i 9 e gli 11 anni, i cui genitori hanno fornito informazioni sulla partecipazione dei loro figli a sport o altre attività e su eventuali sintomi depressivi. Le scansioni cerebrali dei bambini hanno fornito dati sul volume del loro ippocampo, un’area del cervello importante per la memoria e per l’umore. Mentre altri studi hanno dimostrato l’impatto positivo dell’esercizio sulla depressione e il legame con il volume dell’ippocampo negli adulti, questo studio è tra i primi a dimostrare che la partecipazione agli sport di squadra può avere effetti antidepressivi simili nei bambini preadolescenti.
«Abbiamo scoperto che il coinvolgimento nello sport è correlato a un aumento del volume dell’ippocampo e alla riduzione della depressione nei giovanissimi», ha dichiarato
Lisa Gorham, autrice principale dello studio. Queste relazioni sono risultate particolarmente forti in chi faceva parte di squadre scolastiche e società sportive rispetto a chi aveva un impegno più informale nelle attività fisiche, e questo probabilmente per la maggior interazione sociale o alla regolarità che comporta il lavoro in team. Sebbene non sia stato possibile dimostrare una relazione causale specifica - in altre parole se sia la partecipazione allo sport di squadra a rappresentare un antidepressivo o siano i bambini a maggior rischio depressivo che tendono a praticare questo tipo di attività sportive - i ricercatori sottolineano l’importanza di approfondire il tema con altri studi sulla prevenzione e il trattamento di questa condizione nei giovani perché «se venisse confermato l’impatto degli sport sull’umore e lo sviluppo del cervello, si potranno stabilire nuovi approcci per prevenire la depressione».
«Sicuramente lo sport può avere moltissimi benefici - ha aggiunto la specialista - oltre quelli legati alla salute fisica. Sono molti i dati che mostrano come lo sport possa essere uno strumento importante per la gestione di problematiche legate a stress, depressione. Quello di squadra in particolare nei ragazzi, ma anche quello da svolgersi da soli. Le spiegazioni sono molteplici: di fatto lo svolgere regolare attività fisica è in grado di modificare alcuni meccanismi implicati nella regolazione dell’umore. Non va poi dimenticato il ruolo di socializzazione, né il ruolo educativo dello sport».
”