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Dormire, una questione di... qualità Quattro gli indicatori di un sonno regolare

 
05 novembre 2018 | 17:46

Dormire, una questione di... qualità Quattro gli indicatori di un sonno regolare

05 novembre 2018 | 17:46
 

Una ricerca americana ha pubblicato uno studio che spiega come comprendere se il proprio è un sonno corretto o meno: addormentarsi entro mezz’ora, non svegliarsi più di una volta a notte e usare il letto solo per dormire.

Dormire, come mangiare, sono due attività fondamentali per il nostro benessere psico-fisico. Come a tavola però, anche a letto non sempre siamo in grado di valutare se abbiamo dormito bene oppure no, se la nostra qualità del sonno è stata sufficiente e se il tempo dedicato al riposo è stato necessario per affrontare al meglio la nostra giornata. In un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente, Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee dell’ospedale Humanitas commenta una ricerca della National Sleep Foundation che dà alcuni consigli per testare le nostre dormite

Dormire, una questione di... qualità  Quattro gli indicatori di un sonno regolare


Il sonno è questione non solo di quantità ma anche di qualità. «Dormire bene è importante perché il sonno è una funzione vitale che ci garantisce un rapporto di armonia tra le funzioni biologiche interne, ad esempio endocrine e metaboliche e l’ambiente esterno, con i rapporti sociali e gli obblighi professionali. Comprendere non solo la quantità ma anche la qualità del nostro sonno è fondamentale per vivere “sani”», dice Tullo. Ma quando si può davvero dire di aver riposato bene? Secondo la National Sleep Foundation sono quattro gli indicatori chiave della buona qualità del sonno. L’hanno stabilito degli esperti in un documento pubblicato su Sleep Health.
  • Almeno l’85% del tempo del tempo trascorso a letto deve essere riservato al sonno. Un parametro che deve tenere in considerazione soprattutto chi fa del proprio materasso un divano o un’appendice dell’ufficio, tra chat, mail di lavoro, social network e tv.
  • Da quando si va a letto a quando si sprofonda nel sonno devono trascorrere non più di 30 minuti. La National Sleep Foundation ricorda come almeno 1 americano su 3 ci metta più di mezz’ora per prendere sonno.
  • Una volta che ci si è addormentati può capitare di riaprire gli occhi magari per andare in bagno o per bere un bicchiere d’acqua. Ma mai più di una volta a notte, ribadiscono gli esperti. Se ci si sveglia almeno due volte a notte allora c’è qualcosa che non va nel nostro sonno.
  • Per definire una buona qualità del sonno si deve guardare anche a quanto tempo si impiega per riaddormentarsi una volta svegliati di notte. Se capita di destarsi di notte e di addormentarsi nuovamente nell’arco di 20 minuti, allora non ci si deve preoccupare, avverte la National Sleep Foundation.

Cosa fare in caso di sonno disturbato? «L’insonnia si associa a molti disturbi - spiega lo specialista - tra cui stanchezza, sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione e disturbi dell’umore con una rilevante compromissione della qualità di vita. È importante rivolgersi a un medico specialista nei disturbi del sonno perché solo tramite un’anamnesi minuziosa e dettagliata si può comprendere se si tratta di cattiva igiene del sonno o di disturbi psicopatologici o di disturbi organici, e poter stabilire la giusta cura».

«L’insonnia interessa circa il 30% della popolazione e questo comporta il consumo di ipnotici nel 15% dei casi con, spesso, fenomeni di dipendenza e assuefazione», conclude il dottor Tullo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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