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Cefalea a grappolo, consigli per la cura La melatonina dà un valido contributo

 
20 ottobre 2018 | 17:12

Cefalea a grappolo, consigli per la cura La melatonina dà un valido contributo

20 ottobre 2018 | 17:12
 

Questo tipo di cefalea colpisce un basso numero di persone ma chi ne soffre lamenta dolori lancinanti. Assumere melatonina in aggiunta a cure specifiche può essere un’ottima soluzione per tenere sotto controllo le crisi.

Forse poco conosciuta ai più, ma molto temuta da chi ne soffre. Sono in pochi a dire il vero, ma la cefalea a grappolo quando compare non lascia scampo. È tuttora poco conosciuta in ambito medico soprattutto per quanto riguarda le cause, ma qualcosa si può dire circa la cura. Ne parla Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.

Cefalea a grappolo, consigli per la cura La melatonina dà un valido contributo


La cefalea a grappolo è tra le forme più severe di mal di testa. Rispetto alle altre forme di cefalea è tra le meno comuni ma è fra quelle più invalidanti, con severi attacchi la cui durata è compresa tra 15 e 180 minuti, più frequentemente 30-120 minuti. «Nella maggior parte dei casi i periodi attivi detti “grappoli” ricorrono con una frequenza variabile tra una ogni due anni e due all’anno e la frequenza degli attacchi è di circa 1-2 al giorno. La durata media del grappolo varia da uno a due mesi», spiega Vincenzo Tullo.

Il suo trattamento è di tipo farmacologico. Ma in questo può trovare spazio anche la melatonina? La cefalea a grappolo colpisce circa lo 0,05-0,3% della popolazione generale; predomina nel sesso maschile con un’età di esordio dai 20 ai 40 anni. Nei suoi attacchi il dolore è molto intenso, localizzato tendenzialmente intorno all’occhio, su un solo lato del viso, e può essere accompagnato da altri sintomi come, ad esempio, lacrimazione e congestione nasale. «Il comportamento del paziente durante l’attacco è caratterizzato da uno stato di agitazione e nervosismo. Le sue manifestazioni possono avere un andamento episodico o cronico. Nella forma cronica gli attacchi si presentano per oltre un anno con periodi di remissione che durano meno di 30 giorni», sottolinea lo specialista.

Gli attacchi nei pazienti con cefalea a grappolo possono sorgere anche di notte. E a proposito di questo aspetto la ricerca scientifica ha indagato il ruolo della melatonina, l’ormone che regola il ritmo sonno/veglia, nello sviluppo di questa forma di cefalea. Uno studio del 2001 pubblicato su Cephalalgia ha visto come i livelli di melatonina nei pazienti con cefalea a grappolo sarebbero ridotti. La carenza dell’ormone li predisporrebbe a soffrire di attacchi notturni.

«La melatonina al dosaggio di 5-10 mg/sera si è dimostrata efficace in alcune forme episodiche di grappolo con una regressione delle crisi. La melatonina viene attualmente considerata come “add on therapy”. I farmaci di prevenzione più utilizzati per la riduzione delle crisi sono il verapamil, il litio, alcuni antiepilettici e il cortisone». Cosa prevede in generale la terapia della cefalea a grappolo? «I principi della terapia di profilassi - conclude il dottor Tullo - sono i seguenti: 1) iniziare le cure il più presto possibile nel periodo del grappolo; 2) continuare la terapia finché il paziente non sia libero da crisi da almeno due settimane; 3) ridurre il farmaco gradualmente fino alla sospensione; 4) ridare il farmaco all’inizio del successivo periodo di grappolo».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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