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Infiammazione cutanea da medusa? L'acqua di mare è un toccasana

Diffuse dal Mediterraneo ai mari più esotici, le meduse possono recare infiammazioni cutanee quando si viene a contatto con i loro tentacoli. Bene disinfettare con acqua salata; evitare invece urina, aceto e ammoniaca

 
27 luglio 2016 | 17:41

Infiammazione cutanea da medusa? L'acqua di mare è un toccasana

Diffuse dal Mediterraneo ai mari più esotici, le meduse possono recare infiammazioni cutanee quando si viene a contatto con i loro tentacoli. Bene disinfettare con acqua salata; evitare invece urina, aceto e ammoniaca

27 luglio 2016 | 17:41
 

Le meduse possono essere un pericolo per i turisti al mare, dal Mediterraneo ai mari più esotici. La medusa si trova principalmente in superficie, si fa trasportare dalle correnti, il rischio di entrare in contatto con i suoi tentacoli è alto. Le parti più pericolose sono le estremità dei tentacoli, molto urticanti e utilizzati dall'animale marino come meccanismo di difesa. Tra i rimedi per guarire l'infiammazione provocata dal contatto con la medusa ce ne sono alcuni di molto efficaci, altri invece da evitare. Francesco Sacrini, specialista di dermatologia in Humanitas, in un’intervista a Focus, spiega i rimedi più efficaci. Riportiamo i consigli dello specialista, tratti per intero dal Humanitas.




Cosa succede quando si viene punti da una medusa?
Quando entrano in contatto con la pelle provocano una reazione infiammatoria caratterizzata da rossore localizzato, rilievi cutanei (pomfi), dolore e bruciore. Queste sensazioni possono essere estremamente intense se interessano più del 50% del corpo. In genere dopo circa venti minuti la sensazione di bruciore passa, ma resta il prurito.

Alcune specie di medusa sono quasi innocue per l’uomo, ma occorre comunque evitare di toccarle: il loro liquido urticante può rimanere sulle mani ed essere facilmente trasferito in altre parti del corpo, ad esempio gli occhi, dove può comunque provocare una reazione infiammatoria.

Che cosa bisogna fare?
Continuando a respirare normalmente e senza farsi prendere dal panico, è fondamentale uscire subito dall’acqua e risciacquare le zone colpite. È importante farlo con acqua di mare e non con acqua dolce: la prima ripulisce la pelle dai residui della medusa e diluisce le tossine non ancora penetrate, la seconda invece può favorire la scarica di veleno. Bisogna evitare di grattarsi. Le creme al cortisone o contenenti antistaminico sono inutili: fanno effetto dopo circa mezz’ora, cioè quando la fase peggiore della reazione infiammatoria è già passata.

Per alleviare il prurito e bloccare la diffusione delle tossine, piuttosto, è bene applicare un gel astringente al cloruro di alluminio o uno spray lenitivo all’acqua di mare. Nelle settimane successive bisogna evitare di esporre le zone colpite al sole, perché la pelle è molto più sensibile.

Bisogna andare in ospedale?
La puntura di medusa può causare shock anafilattico: è bene recarsi in ospedale quindi se la reazione cutanea diventa molto estesa e si associa a respirazione difficoltosa, confusione mentale, sudorazione e pallore. Anche chi soffre di cuore deve fare maggiore attenzione, perché il forte dolore può causare un malore.

Urina e altri rimedi “fai da te”: funzionano davvero?
Tra le soluzioni “casalinghe” consigliate in caso di puntura di medusa ci sono, ad esempio, l’applicare sulle zone colpite sostanze calde (sabbia, pietre, acqua), ammoniaca, urina, aceto… È vero che il calore disattiva le tossine urticanti, ma per avere questo effetto la temperatura dovrebbe essere di almeno 40°C. Nessuno di questi rimedi è davvero efficace e, anzi, rischia di aggravare l’infiammazione in corso.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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