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Cosa cambia con la menopausa? Calo dell'attenzione e della memoria

Nel primo anno post-menopausa le donne possono notare segni di peggioramento nell'apprendimento verbale, nella memoria, nella funzione motoria e, anche se in misura minore, nell’attenzione

 
24 ottobre 2015 | 11:25

Cosa cambia con la menopausa? Calo dell'attenzione e della memoria

Nel primo anno post-menopausa le donne possono notare segni di peggioramento nell'apprendimento verbale, nella memoria, nella funzione motoria e, anche se in misura minore, nell’attenzione

24 ottobre 2015 | 11:25
 

L'umore e la psiche femminile sono strettamente connessi con gli ormoni, la cui produzione subisce un drastico cambiamento in un preciso momento: la menopausa. Il corpo di una donna in menopausa, in genere tra i 45 e i 55, subisce molti cambiamenti, tra questi l'interruzione del ciclo mestruale e il crollo della produzione di estrogeni. Michela Matteoli, responsabile del programma di neuroscienze in Humanitas e direttore dell’istituto di neuroscienze del Cnr, spiega con precisione come e quanto la menopausa influisce sull'attività celebrale. Riportiamo di seguito il suo approfondimento, tratto per intero da Humanitasalute.it.




Come si riflette questa condizione sul cervello?
«Come nel periodo post parto - risponde la professoressa Michela Matteoli - anche in questo caso è stato descritto un aumento dei livelli dell’enzima MAO-A (la monoamminossidasi di classe A) che depotenzia alcuni neurotrasmettitori, ovvero le molecole che mediano il trasferimento di informazione tra i neuroni, tra questi la serotonina. Durante la menopausa, oltre a sintomi di tipo depressivo, le donne parlano di una specie di “nebbia mentale”, cioè un rallentamento delle funzioni mentali e cognitive, sintomo accusato da due terzi delle donne in menopausa».

«I ricercatori dell’Università di Rochester, a New York, - continua la specialista - hanno eseguito una serie di test cognitivi su 117 donne di età tra i 40 e i 60 anni che erano in varie fasi della menopausa. Hanno scoperto che nel primo anno post-menopausa le donne mostravano risultati significativamente peggiori rispetto alle donne che non avevano ancora raggiunto la menopausa non solo nei test di apprendimento verbale e della memoria, ma anche nella funzione motoria e, anche se in misura minore, nell’attenzione».

Gli estrogeni sono fondamentali per i processi cognitivi
«Questo rallentamento cognitivo - afferma Michela Matteoli - può essere dovuto a un effetto diretto delle variazioni ormonali sulle funzioni neuronali (ad esempio la plasticità neuronale). Come la donna si avvicina alla menopausa, le ovaie producono sempre meno estrogeni, che sono cruciali per i processi cognitivi. Non si esclude comunque anche il contributo di un effetto indiretto. È noto infatti che lo sbalzo ormonale causa problemi nel normale ciclo sonno-veglia e questo può indubbiamente partecipare alle ridotte capacità cognitive in questo periodo».

«Da questo punto di vista, tutte le variazioni ormonali che avvengono durante la vita della donna - conclude la professoressa Matteoli - coincidono con una elevata suscettibilità a sviluppare patologie di tipo affettivo, quale la depressione, sin da dopo la pubertà. Nel caso della menopausa, questo può avere una conseguenza importante anche sulla probabilità di sviluppare demenza, ad esempio la malattia di Alzheimer, a stadi più avanzati della vita. Nel 2014 è stato pubblicato uno studio che ha dimostrato come la gravità di sintomi di tipo depressivo possa predire la progressione delle forme precoci di patologia, il cosiddetto “Mild cognitive impairment” (Mci o decadimento cognitivo lieve) verso la malattia di Alzheimer in forma conclamata».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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