Sono molti i genitori che si pongono la domanda se sia giusto o meno far indossare ai propri bambini le maschere di carnevale di soldati, ninja e pirati pronti al combattimento con in pugno armi, spade e pugnali, rigorosamente finti, oppure, visti i tempi di guerre e violenze a cui anche i bambini sono esposti, non sia meglio usare maschere di carnevale di eroi positivi come il vigile del fuoco, la fatina, o il medico armati di bacchetta magica o stetoscopio rigorosamente finti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è certo inibendo il desiderio dei propri figli di vestire a carnevale i panni di personaggi “aggressivi” che si insegna loro cosa significhi “essere cattivi”, spiega la dottoressa Emanuela Mencaglia, psicologa di Humanitas in un articolo di Humanitas Salute che pubblichiamo.
Maschere di carnevale, nessun limite alla fantasia dei bambini
Indagare su come si sentono i bambini
«La scelta della maschera di carnevale da indossare e in cui sentirsi fieri, può essere invece per i genitori l’occasione per capire come i propri bambini vedano, nel loro immaginario, queste figure, cercando di capire perché desiderino proprio indossare quelle maschere di carnevale - spiega l’esperta - Non dimentichiamoci mai che nel gioco e nel mascherarsi, il bambino può sperimentare l’essere buono o cattivo nascosto dietro una maschera; l’occasione giusta per i genitori per chiedere ai propri figli come si sentono e quindi comprendere il loro punto di vista. Del resto, ognuno di noi ha una parte “buona” e una “cattiva”, e l’equilibrio non sta nel negare l’aggressività, ma nel riconoscerla e mediarla. Infatti, a poco servirebbe costringere i bambini a vestirsi da eroe “buono” se poi gli adulti intorno perdono il controllo o urlano ad ogni contrarietà. Così come, serve a poco costringere una bambina a vestirsi da fatina o principessa solo perché “è una bambina” quando vorrebbe essere invece un’astronauta, oppure un eroe come Spiderman; infatti, in un momento in cui si va sempre di più verso la rottura della barriera del conformismo di genere, fantasia e creatività lasciano ai bambini orizzonti infiniti di scelta».