Riconoscere il proprio tipo di pelle è fondamentale per assicurarsi la miglior cura, e questo vale tanto per gli uomini, quanto per le donne. Come fare?
Approfondisce l'argomento il dottor Michele Cardone, dermatologo in Humanitas e in Humanitas Medical Care Fiordaliso Rozzano, in un articolo di Humanitas Salute che riportiamo di seguito integralmente.
La visita dermatologica per riconoscere il proprio tipo di pelle
La visita dermatologica, grazie all’esame visivo e tattile, è fondamentale per analizzare i diversi tipi di pelle, a seconda dei quali lo specialista potrà indicare consigli pratici di igiene e di trattamento.
«L’obiettivo è quello di supportare il paziente che, una volta giunto in farmacia, deve sempre essere consapevole al momento della “dispensazione” di un prodotto, sia esso farmaco o cosmetico. Sono, infatti, convinto che il “valore aggiunto” del medico stia proprio nel consiglio professionale, che deve caratterizzare il dialogo con il paziente», sottolinea il dottor Cardone.
Pelle normale: come riconoscerla e curarla
La pelle normale è rarissima da trovare negli adulti, mentre è comune nei bambini prima della pubertà. È una pelle che appare perfettamente idratata, ha una grana compatta priva di imperfezioni e pori dilatati, non presenta problemi di eccessi di sebo, secchezza, discromie o iperpigmentazioni.
La pelle normale ha il film idrolipidico perfettamente bilanciato, lo strato corneo strutturato, una buona microcircolazione. Chi ha questo tipo di pelle, però, proprio perché non avverte alcun problema, tende a trascurarla: l’intervento dermocosmetico ha lo scopo di mantenere la pelle in buono stato di salute, preservare l’equilibrio cutaneo fisiologico, e prevenire alterazioni che possano dare origine a varie problematiche cutanee.
Alla vista, la pelle normale ha:
- grana compatta;
- colorito roseo, luminoso e uniforme;
- assenza di imperfezioni come pori dilatati, punti neri, zone lucide o disidratate;
- assenza di lucidità o desquamazione;
Al tatto appare morbida, setosa e fresca.
Pelle a tendenza acneica: come riconoscerla e curarla
Una pelle iperseborroica che presenta papule e pustole viene definita pelle “a tendenza acneica”. La produzione di sebo cambia nel corso della vita, in quanto è legata allo sviluppo degli organi sessuali e, quindi, alle secrezioni degli ormoni androgeni. In questo senso, i bambini non possono avere problemi di acne in quanto hanno una pelle povera di lipidi sebacei, mentre la pubertà è l’età più a rischio.
In effetti, la pelle a tendenza acneica riguarda circa l’80% degli adolescenti, spesso si prolunga anche nell’età adulta e in alcuni casi si presenta anche dopo i 25 anni. Quando vi è un problema di iperseborrea la composizione del sebo, specie se in riferimento all’equilibrio delle sostanze che lo compongono, cambia, diventando idrofoba invece di idrofila, e ciò favorisce la proliferazione dei microrganismi e la perdita delle proprietà autosterilizzanti che il sebo normalmente ha.
Questi fattori, uniti al ristagno del sebo, contribuiscono alla formazione di processi infiammatori nei follicoli, che possono creare i brufoli.
Una pelle a tendenza acneica va trattata contrastando l’ipercheratinizzazione del canale pilo-sebaceo ostruito da depositi di cellule cornee e la proliferazione batterica all’origine delle infiammazioni.
La pelle impura in adolescenti e giovani adulti, poi, ha un impatto psicologico da non sottovalutare, e spesso richiede un maquillage correttivo, in grado di coprire e nascondere le imperfezioni, per le donne, ma anche in certi casi per gli uomini.
Infine, è importante non dimenticare che l’acne è una patologia e come tale deve essere curata con terapie farmacologiche, e non soltanto cosmetiche. Qualora ce ne sia la necessità, una visita dermatologica è la prima cosa da fare.
Una pelle a tendenza acneica alla vista ha:
- colorito spento e grigiastro;
- pori dilatati;
- pelle lucida e oleosa o secca e disidratata;
- lesioni acneiche come brufoli, microcisti, comedoni, discromie o macchie;
- arrossamenti.
Al tatto, appare oleosa e irregolare.
Pelle grassa: come riconoscerla e curarla
La pelle grassa è caratterizzata dall’eccessiva produzione di sebo, causata da fattori ormonali, ed è particolarmente frequente durante la pubertà`.
a seconda delle caratteristiche del sebo, la pelle grassa apparirà in due modi: se è fluido e fluisce dai pori la pelle si definisce pelle oleosa, se è più denso, ceroso e resta all’interno dei follicoli, si parla di pelle asfittica.
Nel caso della pelle oleosa, l’epidermide è lucida e i pori dilatati; nel caso di pelle asfittica, l’epidermide è ruvida e secca al tatto, con comedoni aperti (ovvero i punti neri) o chiusi (punti bianchi). In entrambi i casi, la pelle tende ad assumere un aspetto grigiastro, a causa dell’ispessimento dello strato corneo, è ruvida e secca al tatto, spesso disidratata e in qualche caso desquamante.
La presenza di microbi e batteri specifici, poi, può infiammare il follicolo ostruito, portando alla formazione di papule, pustole e quindi portare all’evoluzione della pelle grassa in pelle impura e a tendenza acneica.
La pelle grassa, però, ha alcuni lati positivi: è più protetta dalle aggressioni esterne e invecchia più lentamente della pelle secca.
In ambito dermocosmetico un’accurata detersione è indispensabile per rimuovere il sebo in eccesso e le impurità.
«Chi ha questo tipo di pelle è spesso tentato di utilizzare prodotti astringenti e delipidizzanti, ma questa abitudine favorisce l’effetto rebound», sottolinea il dottor Cardone. «L’azione sgrassante innesca un meccanismo di stimolazione delle ghiandole sebacee per la produzione di altro sebo che ripristini il film idrolipidico e il risultato è una pelle ancora più grassa. Inoltre, all’utilizzo di detergenti aggressivi si associano spesso anche problemi di disidratazione, che si manifestano con desquamazioni e screpolature, e di ipersensibilità, con pizzicori e arrossamenti».
Per la cura quotidiana è importante optare per un trattamento che contrasti l’ipersecrezione, la proliferazione batterica e che migliori l’aspetto estetico, chiudendo i pori e opacizzando l’incarnato. Le ghiandole sebacee, è il caso di ricordarlo, sono distribuite soprattutto su viso, torace, dorso e cuoio capelluto, e queste sono le uniche zone in cui vi può essere iperseborrea: per il corpo si devono utilizzare prodotti specifici per il tipo di pelle, idratanti, nutrienti, protettivi o antietà che siano.
Come riconoscere alla vista la pelle grassa?
- Colorito spento e grigiastro;
- pori dilatati e/o comedoni;
- arrossamenti;
- cicatrici dell’acne e imperfezioni;
- pelle lucida e oleosa o secca e disidratata.
Al tatto, la pelle grassa appare oleosa e irregolare.
Pelle mista: riconoscerla e curarla
La pelle mista è il tipo di pelle più diffuso: naso, fronte e mento appaiono a volte lucidi, con qualche imperfezione come ad esempio punti neri e pori dilatati, e le guance presentano una pelle normale o addirittura secca.
In questo caso coesistono necessità differenti, a causa del fatto che la composizione del film idrolipidico nelle regioni del viso.
È fondamentale trovare un compromesso accettabile tra le specifiche esigenze: ad esempio, una detersione efficace per la zona T, che nello stesso tempo non depauperi in modo eccessivo le zone normali o secche, e trattamenti idratanti e sebonormalizzanti, che risultino anche protettivi e nutrienti per le parti alipidiche.
Poiché è molto difficile trovare singoli prodotti adatti a ciascun tipo di pelle, la soluzione più equilibrata è intervenire su ogni zona con cosmetici specifici.
Al tatto, la pelle mista ha guance con caratteristiche della pelle normale o secca e una zona T con caratteristiche della pelle grassa.
Alla vista, la pelle mista appare oleosa e irregolare, come la pelle grassa, ma anche fredda, fine e talvolta desquamata, come la pelle secca.