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Tendinopatie alla spalla: quali sono i sintomi?

La cosiddetta “cuffia dei rotatori” è un insieme di muscoli e tendini della spalla che consentono la quasi totalità dei movimenti dell'articolazione. Dato che la spalla è un articolazione instabile i tendini possono sovraccaricarsi

 
20 agosto 2022 | 15:00

Tendinopatie alla spalla: quali sono i sintomi?

La cosiddetta “cuffia dei rotatori” è un insieme di muscoli e tendini della spalla che consentono la quasi totalità dei movimenti dell'articolazione. Dato che la spalla è un articolazione instabile i tendini possono sovraccaricarsi

20 agosto 2022 | 15:00
 

Con “cuffia dei rotatori” si intende un insieme di muscoli e tendini della spalla che consentono la quasi totalità dei movimenti dell’articolazione. La spalla, infatti, è un’articolazione particolarmente instabile, in cui la componente tendinea riveste particolare importanza. A causa di questa instabilità, è possibile che i tendini dell’articolazione possano andare incontro a sovraccarico, infiammazione, lesioni o formazioni calcifiche: tutte condizioni che conducono a sviluppare quelle che chiamiamo tendinopatie della cuffia dei rotatori, fastidiosi disturbi che provocano sintomi dolorosi e limitazioni alla funzionalità dell’articolazione. Humanitas salute  ne ha parlato con Cristiano Sconza, fisiatra in Humanitas in un articolo che pubblichiamo integralmente.

Tendinopatie alla spalla: quali sono i sintomi?

Le varie tendinopatie della cuffia dei rotatori

«Le tendinopatie possono interessare uno o più tendini della cuffia dei rotatori. È tuttavia sufficiente che un unico tendine sia soggetto a patologia per causare uno squilibrio dinamico dell’intera articolazione, andando a creare disturbi globali a tutta la spalla», spiega Sconza. 

«Distinguiamo vari tipi di tendinopatie della cuffia dei rotatori in base al meccanismo patologico che le può provocare, per esempio un trauma acuto come una caduta o un movimento repentino scorretto può causare una tendinite post-traumatica che può associarsi o meno a lesione parziale o completa dei tendini - ha ripreso il fisiatra di Humanitas - In altri casi, possiamo trovarci di fronte a una tendinopatia infiammatoria spesso associata alla presenza di borsite o degenerativa, se causata da una lenta degenerazione del tessuto tendineo, una condizione tipica in pazienti che utilizzano molto la spalla nell’attività lavorativa o sportiva, o nei pazienti più anziani. Bisogna citare poi le tendinopatie calcifiche, che si sviluppano per accumulo di depositi di calcio con creazione di una vera e propria calcificazione nel contesto tendineo, spesso queste ultime forme sono particolarmente dolorose.Quando si parla di tendinopatie della cuffia dei rotatori, dunque, è molto importante il momento della diagnosi, che consente allo specialista di distinguere la tipologia di disturbo e valutare il trattamento più adeguato per il paziente».

 

Tendinopatie della cuffia dei rotatori: le cause

«Una delle principali cause delle tendinopatie della cuffia dei rotatori è l’over use dei tendini dell’articolazione della spalla, magari in concomitanza a movimenti scorretti. È una condizione tipica di chi compie lavori di fatica e di chi pratica un’attività sportiva con intenso uso della spalla. In caso di pazienti più anziani, invece, il rischio di sviluppare una tendinopatia è legato a una lenta degenerazione dei tessuti, che con l’andare del tempo possono ridurre la propria elasticità, indebolirsi e lesionarsi», continua il dottore.

Dolore e limitazione del movimento tra i sintomi

«Il sintomo che accompagna la tendinopatia è il dolore, che può manifestarsi al movimento, in particolare di elevazione e rotazione dell’arto superiore, tipico delle tendinopatie degenerative, o anche a riposo. Il dolore a riposo tendenzialmente notturno, è tipico delle tendinopatie infiammatorie e calcifiche.  Un altro sintomo che accomuna i diversi tipi di tendinopatia è la limitazione funzionale della spalla. Questa limitazione nei movimenti impedisce al paziente di effettuare semplici gesti, come prendere un oggetto da un ripiano alto, girare il volante dell’automobile, allacciarsi il reggiseno, ma anche dormire a pancia in giù. Dunque le ripercussioni sulla vita quotidiana sono importanti e rischia di essere compromesso anche il riposo notturno», approfondisce lo specialista.

Tendinopatia calcifica: di cosa si tratta

«Quando parliamo di tendinopatia calcifica, non possiamo definire con certezza la causa scatenante della patologia - Spiega il fisiatra di Humanitas - Si tratta infatti di una condizione ancora non completamente conosciuta, che interessa in particolar modo le donne, affligge pazienti di tutte le età e può essere provocata da vari fattori, come alcune patologie endocrinologiche. La formazione di depositi calcifici in un’area tendinea può provocare uno stato infiammatorio locale dolore che può essere anche molto intenso. Se questi depositi calcifici risultano essere di piccole dimensioni e inseriti in corrispondenza delle inserzioni dei tendini sull’osso parliamo di tendinopatia microcalcifica, o entesopatia, se invece le calcificazioni tendinee risultano di dimensioni maggiori parliamo di vera e propria tendinopatia calcifica. La diagnosi viene eseguita con un attento esame clinico da parte dello specialista e da esami diagnostici quali radiografia e soprattutto dall’esame ecografico, che svolgo nel contesto stesso della visita per avere una valutazione ancora più completa e accurata». 

Come terapia per questo tipo di disturbo per Sconza si predilige usare un trattamento combinato con terapie strumentali, in particolare le onde d’urto, a cui va affiancato un programma fisioterapico

«In caso, invece, di calcificazioni di dimensioni maggiori, superiori al centimetro, che possono causare un dolore molto intenso, spesso notturno e condizionante un’importante limitazione di movimento, il trattamento indicato può essere il lavaggio ecoguidato delle calcificazioni (litoclasia percutanea). Si tratta di una procedura ambulatoriale mininvasiva che consente di eliminare una parte importante del deposito calcifico dal tendine, attenuare il dolore e migliorare i movimenti dell’articolazione. La procedura viene eseguita in circa 30 minuti in anestesia locale. Dopo la litoclasia il paziente può riprendere da subito le attività della vita quotidiana rispettando solo alcune piccole precauzioni. Solitamente il recupero della funzionalità della spalla avviene nell’arco di pochi giorni». conclude Sconza.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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