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Difetti congeniti e acido folico, quale relazione?

Un’alimentazione ricca in frutta, verdura e legumi contenenti folati può contribuire a ridurre l’incidenza delle malformazioni, ma non è sempre sufficiente a coprire il fabbisogno quotidiano

 
13 ottobre 2024 | 08:49

Difetti congeniti e acido folico, quale relazione?

Un’alimentazione ricca in frutta, verdura e legumi contenenti folati può contribuire a ridurre l’incidenza delle malformazioni, ma non è sempre sufficiente a coprire il fabbisogno quotidiano

13 ottobre 2024 | 08:49
 

Sono 8 milioni ogni anno i bambini che nascono con una malformazione o un’anomalia congenita; di questi 25mila soltanto in Italia. A richiamare l’attenzione sul problema e a chiedere di fare più prevenzione tra le coppie che desiderano avere figli è la Società Italiana di Neonatologia (SIN). In termini percentuali la frequenza dei difetti congeniti è stimata intorno al 5%, ossia un bambino ogni 20 nati presenta una malformazione, da quelle più frequenti, come le anomalie cardiache, alle più rari, come sindrome di down, spina bifida e il ‘labbro leporino’, fino a quelle rarissime, come la anencefalia, o mancato sviluppo del cervello.

Humanitas Salute ne ha parlato con la dottoressa Maria Rosaria Parisen Toldin, ginecologa di Humanitas, in un articolo che riportiamo qui sotto integralmente.

Difetti congeniti e acido folico, quale relazione?

Poca prevenzione

«Gli organi dei bambini si formano durante le prime settimane di gravidanza, prima ancora che la donna sia consapevole di essere incinta – afferma il presidente della SIN Fabio Mosca. Quello che manca è una politica di prevenzione che inizi prima della gravidanza, ossia appena la coppia comincia a pensare di avere un figlio». Un solo dato, ma molto indicativo, riguarda l’assunzione di acido folico ante concepimento, cosa che permette di ridurre il rischio di difetti del tubo neurale, ma in Italia soltanto una donna su quattro assume acido folico prima di iniziare la gravidanza. Acido folico e folati sono vitamine del gruppo B, note anche con il nome di vitamina B9. La parola deriva dal latino folium, ossia foglia. Fu uno studioso statunitense, negli anni ’40, il primo a usare il termine “acido folico” per indicare sostanze estratte da foglie di spinaci rivelatesi efficaci contro alcuni tipi di anemia. I folati devono essere introdotti attraverso l’alimentazione, in quanto il nostro organismo li produce in quantità molto limitate. L’acido folico e i folati sono coinvolti nella sintesi di molecole come il Dna, l’Rna e le proteine. Una carenza di queste vitamine può determinare forme di anemia e aumentare il rischio di gravi malformazioni fetali, come i difetti del tubo neurale, cardiovascolari, malformazioni delle labbra e del palato, difetti del tratto urinario e riduzione degli arti.

Alimentarsi e integrare

Se un’alimentazione ricca in frutta, verdura e legumi contenenti folati può contribuire a ridurre l’incidenza delle malformazioni congenite, è bene precisare anche che la sola alimentazione non è sempre sufficiente a coprire il fabbisogno quotidiano. Quindi, se si programma una gravidanza, è necessario integrare la dieta con compresse di acido folico. Sono numerosi gli studi ad aver dimostrato che la supplementazione di acido folico durante la gravidanza è efficace nella prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale permettendo una riduzione del rischio anche fino al 70%. Lo stesso ministero della Salute, sul proprio sito, ha provveduto a indicare le dosi quotidiane di acido folico raccomandate:

  • Prima di una gravidanza
    Per ridurre il rischio di malformazioni congenite come spina bifida, anencefalia e encefalocele, è necessario che la donna assuma 0,4 mg al giorno di acido folico, sotto forma di supplementi, mentre sta programmando una gravidanza (almeno 1 mese prima).
  • Durante la gravidanza
    Il fabbisogno giornaliero di folati aumenta per la donna in gravidanza a 0,6 mg al giorno da quando il feto attinge alle risorse materne per il proprio sviluppo. Pertanto l’assunzione di acido folico deve continuare almeno fino al terzo mese di gestazione.
  • Durante l’allattamento
    Il fabbisogno giornaliero per una madre che allatta è di 0,5 mg di folati, per ripristinare le perdite che avvengono con il latte materno.

 

La parola di Humanitas

La dottoressa Parisen dà alcune indicazioni sulla assunzione di supplementi di acido folico, rispondendo ad alcune domande.

Quanto? 
Molti studi hanno confermato che una dose tra 400 e 800 mcg/die previene i difetti del tubo neurale. Nessuno studio ha evidenziato che una dose superiore a 1 mg/die ne porta ad un’ulteriore riduzione. L’assunzione di una dose maggiore fino a 4-5 mg/die è consigliata solo in donne a rischio (con precedenti gravidanze con difetti del tubo neurale o aborti ripetuti, affette da diabete, celiachia o altre patologie da malassorbimento o che assumono farmaci antiepilettici o antagonisti dell’acido folico).
Quando?
In teoria è ideale prendere l’acido folico per tutte le donne fertili o comunque quando si decide di cercare una gravidanza, in quanto la chiusura del tubo neurale avviene approssimativamente 6 settimane dopo l’impianto (tra il 17° ed il 29° giorno del concepimento). L’ideale è 2-3 mesi prima del concepimento.
Costi?
L’acido folico è prescrivibile gratuitamente.
Esistono rischi connessi a dosi eccessive?
Le donne in età fertile dovrebbero essere caute e non eccedere oltre la dose giornaliera raccomandata, visto che molte evidenze cliniche confermano che l’eccesso di assunzione di acido folico, può determinare dei cambiamenti nello sviluppo neurologico del feto. I danni reali non sono noti. Sono necessari ulteriori studi per determinare la dose più efficace di acido folico, il limite soglia giornaliero di assunzione di acido folico e il periodo ideale di supplementazione preventiva per uno sviluppo neurologico ottimale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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