La celiachia è una patologia a tutti gli effetti. Per la stragrande maggioranza delle persone questa è una verità scontata. Per altri lo è molto meno, e ciò causa incomprensioni e fraintendimenti tra celiaci e non. Interagire con chi considera la celiachia come una specie di moda è oggettivamente un fastidio, che può essere risolto con un’adeguata sensibilizzazione e una comunicazione diretta.
Tra le prove che si possono portare a dimostrazione del carattere patologico della celiachia, spicca la sua complessità. Esistono varie forme di celiachia, e tutte si differenziano per gravità, conseguenze a medio e lungo termine e sintomatologia. Alcune forme di celiachia sono più pericolose di altre. Di norma la celiachia, se trattata adeguatamente, non provoca conseguenze, sebbene in alcuni casi possono verificarsi.
Proprio per questo, è utile indicare proprio le conseguenze più gravi della celiachia. Sia chiaro, stiamo parlando di una delle peggiori ipotesi, che per fortuna sono abbastanza rare. Certo, conoscerle e passarle al vaglio significa sensibilizzare se stessi nell’osservare scrupolosamente una condizione essenziale per chi soffre di questo disturbo, ossia l’esclusione del glutine dalla propria dieta.
Disturbi sempre da monitorare
Celiachia e rischio linfoma
La conseguenza più temibile in assoluto è il linfoma T. Ovviamente stiamo parlando di una evenienza molto rara, che coinvolge una minima parte di celiaci. Ciononostante, il rischio non deve essere ignorato, anche perché stiamo parlando di una patologia tumorale molto grave, che se non trattata per tempo porta alla morte. Va detto, comunque, che l’incidenza cresce con l’avanzare dell’età, e che nei giovani celiaci è davvero vicina allo zero.
Un altro rischio è che la celiachia degeneri in celiachia refrattaria. Essa è esattamente ciò che suggerisce il nome, ossia una forma di celiachia resistente, ossia con una sintomatologia che permane nel tempo nonostante si stia sostenendo una dieta assolutamente priva di glutine. Nel caso della celiachia refrattaria, i sintomi sistemici non scompaiono, come ad esempio la stanchezza e i problemi gastrointestinali, che sfociano in diarrea e mal di pancia. La celiachia refrattaria può essere trattata, o tenuta sotto controllo. In questo caso la terapia è anche farmacologica e consiste nell’assunzione di medicinali immunosoppressori.
Una complicanza grave, ma estremamente rara, è l’atrofia della milza. A sua volta, tale condizione provoca un calo della produzione anticorpale, soprattutto quella legata a determinati tipi di batteri come lo pneumococco e il meningococco. Di conseguenza le difese immunitarie si abbassano drasticamente e il rischio di sviluppare forme gravi infettive è davvero alto. Una condizione pericolosa sempre e comunque, ma potenzialmente fatale in tempo di pandemia.
L'importanza di saper comunicare
La celiachia è una questione di tempo
Sempre bene ripeterlo, queste complicazioni sono davvero rare. Ciò non toglie che non bisogna sottovalutare il problema. Quindi come evitare i rischi in questo specifico caso? Il primo consiglio è di seguire scrupolosamente un’adeguata dieta gluten-free. Anche micro-assunzioni di glutine possono provocare nel tempo un peggioramento del quadro clinico.
Il secondo consiglio è di non perdere tempo se si sospetta di essere affetti da celiachia. Le tempistiche diagnostiche certo non dipendono dal singolo, ma è vitale che la diagnosi giunga il prima possibile. Queste complicanze, infatti, sono causate dalla persistenza della condizione di celiachia in assenza di dieta gluten-free.
In buona sostanza, il celiaco che continua ad assumere glutine (magari perché non lo sa) ha probabilità di gran lunga peggiori di andare incontro a queste nefaste conseguenze. Non è un caso che la stragrande maggioranza degli affetti da linfoma, da atrofia della milza e soprattutto da celiachia refrattaria siano gli over 50.