Economia, benessere, salute in generale. Il coronavirus continua a colpire sempre più duramente e sempre più trasversalmente. Perché, come era subito emerso nei precedenti lockdown, a causa della pandemia stanno anche considerevolmente peggiorando la sedentarietà, la salute mentale e l’alimentazione degli studenti universitari. Con una preoccupante impennata nel consumo di alcol. A dirlo un team di ricerca canadese dell’Università del Saskatchewan che ha confrontato abitudini alimentari, sedentarietà e attività fisica degli universitari prima e dopo la pandemia. E la conclusione a cui sono giunti è che sono tutte sensibilmente peggiorate, con potenziali effetti negativi sulla salute dei ragazzi, anche a lungo termine post pandemia.
Peggiorano sedentarietà, consumo di alcol e alimentazione degli studenti
I lockdown hanno peggiorato alimentazione e sedentarietàL'isolamento, la
paura di
ammalarsi, i
problemi economici e la
distanza dai propri affetti e interessi hanno provocato una vera e propria ondata di “
erosione della
salute mentale”, come sottolineato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (
Oms), ma l'obbligo di restare chiusi dentro casa ha anche influenzato negativamente molti
aspetti della
vita degli
studenti.
Analizzati 125 studentiL’indagine è stata guidata dagli scienziati del College di Farmacia e Nutrizione dell'Università del Saskatchewan (USask), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del College di Chinesiologia. Gli scienziati, coordinati dal professor Gordon Zello, docente di Nutrizione nell'ateneo di Saskatoon, hanno confrontato le
abitudini di 125 studenti universitari e laureati prima e durante pandemia. La maggior parte di loro era già considerata a
rischio per
comportamenti insalubri dovuti soprattutto alla vita in dormitori e simili, soli e lontani dalle famiglie e costretti a provvedere a sé stessi per l'alimentazione.
Ma dall'analisi dei dati è emerso che la loro
alimentazione è
peggiorata in modo significativo, così come la sedentarietà e il consumo dell'alcol, che ha avuto un vero e proprio boom.
Giù il consumo di verdure ma boom di alcoliciI ragazzi hanno iniziato così a consumare il 20% in meno di
carne (che non è necessariamente un male), ma anche il 44% in meno di
latticini e il 45% in meno di
verdure. È crollato anche il consumo di
tè e
caffè.
Accentuata l’inattivitàAnche l'inattività si è accentuata: se prima della diffusione del coronavirus solo il 16% rispettava le linee guida di 150 minuti di
attività fisica (da moderata a intensa) per settimana, durante la pandemia la percentuale si è quasi dimezzata, arrivando al 9,6%.
Anche tra quelli che rispettavano le raccomandazioni sull'attività fisica, il 90% ha comunque ridotto il proprio
allenamento settimanale. La sedentarietà quotidiana è inoltre passata da 8 ore al giorno in media a ben 11 ore al giorno.
Tutti comportamenti che potrebbero avere effetti anche a lungo termine e significativi sulla salute degli studenti: «Questa alimentazione inadeguata, combinata con le lunghe ore di comportamento sedentario e una ridotta attività fisica, potrebbe aumentare i rischi per la salute in questa popolazione durante il confinamento a causa del coronavirus, ma anche una volta finita la pandemia - ha dichiarato il professor Zello in un comunicato stampa - Non c'è dubbio che misure come la chiusura di
palestre e altre
strutture ricreative da parte delle università e di altri istituti privati e pubblici all'interno della provincia hanno portato a riduzioni del livello di attività fisica».