Più frutta e meno dolci ai bambini. Non è uno slogan, ma quanto è emerso dal progetto ViviSmart su dieta mediterranea. La buona notizia in numeri si traduce in +6% di bambini che mangiano frutta più volte al giorno e -7% di quelli che mangiano dolci (-6% anche per i bambini che mangiano dolci più volte al giorno).
Aumenta nei bambini il consumo di frutta, in calo i dolci
Bambini sempre più consapevoli di ciò che mangianoMa non solo. I
bambini italiani sono sempre più
consapevoli di ciò che
finisce nel piatto: cresce del ben 15% la percentuale di bambini con conoscenza di quali alimenti è
corretto mangiare.
Aumentato anche il consumo di verduraCon i risultati risulta inoltre un trend di consumo positivo per la
verdura (+6,5%) e aumentano (+10%) i bambini con conoscenza di quali alimenti è meglio non mangiare (
snack, patatine, dolciumi, troppa
carne). È di un +12% l'incremento di bambini consapevoli dell'importanza di consumare
5 pasti al giorno (da 39% a 51%).
Un progetto ha riguardato 2.275 bambini e famiglieI dati emergono con la seconda edizione del
progetto ViviSmart di abcd, alleanza che vede unite Barilla, Coop Italia, Danone, Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop e Fondazione Istituto Danone.
Il progetto, nato con l'obiettivo di riavvicinare la popolazione italiana alle
buone abitudini della dieta mediterranea attraverso una serie di iniziative di edutainment, ha coinvolto, nelle due edizioni, contemporaneamente
4 città (Milano, Parma, Genova, Bari), 17
scuole, 106 classi, 120 insegnanti, 2.275 bambini e
famiglie, 17 punti vendita Coop, nell'arco di un tempo compreso tra settembre 2017 e maggio 2019, per un totale di 29.575 ore di attività fatte dai bambini.
Ad analizzare l'impatto del progetto, attraverso una metodologia che prevede l'utilizzo di un
disegno sperimentale e un
questionario somministrato ai bambini partecipanti, ai genitori e agli insegnanti, sono stati i
ricercatori dell'Università Lumsa insieme a quelli dell'Università degli Studi di Napoli Parthenope e Università Roma Tre.