Sono passati 10 anni da quando, il 16 novembre, la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta come “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Eppure, anche in Italia, ci stiamo allontanando da questo modello alimentare, tanto che il numero di connazionali obesi o in sovrappeso risulta elevato. Un danno che colpisce anche il Pianeta perché gli alimenti tipici della nostra tradizione culinaria che dovremmo consumare con più frequenza sono quelli che hanno anche un minore impatto ambientale.
La Dieta Mediterranea è universalmente associata alla prevenzione di malattie croniche non trasmissibili
Un bambino su 4 in Italia è in sovrappeso o obesoSecondo le stime più recenti, nel nostro Paese un
minore su quattro è in
sovrappeso o
obeso e tra gli
adulti la quota quasi raddoppia (46,1%). Sovrappeso e obesità, seppur in diminuzione negli ultimi anni, continuano a incidere fortemente sullo stato di salute dei nostri connazionali, tanto che il 91% dei
decessi nel nostro Paese è dovuto a malattie non trasmissibili.
Trai vari fattori, anche da scelte che facciamo a
tavola (oltre 3 milioni di persone convivono col diabete, mentre il 44% dei decessi dipende da malattie cardiovascolari).
Numeri che denunciano un allontanamento da una
dieta sana e
bilanciata in favore di condotte alimentari poco salutari e che la Fondazione Barilla riporta al centro del dibattito proprio in occasione del 10° compleanno della Dieta Mediterranea, che ricorre il 16 novembre.
Con la Dieta Mediterranea si vive 4,5 anni in piùLa
Dieta Mediterranea, infatti, è universalmente associata alla
prevenzione di
malattie croniche non trasmissibili - dal
diabete alle
malattie cardiovascolari - ed è un modello alimentare in grado di incidere in modo determinante sulla
longevità, con un impatto paragonabile alla differenza che si osserva tra fumatori e non fumatori e che in termini di aspettativa di vita si traduce in circa 4,5 anni di vita in più.
Si tratta di un tema importante che la Fondazione discuterà durante il suo annuale evento di dicembre –quest’anno organizzato con Food Tank col titolo “Resetting the Food System from Farm to Fork - Setting the Stage for UN 2021 Food Systems Summit” - e a cui sarà dedicato il panel “
Cibo come
prevenzione” con l’obiettivo di discutere dell’alimentazione e del suo ruolo cruciale nel contribuire a prevenire malattie croniche non trasmissibili.
Il 37% delle emissioni globali di gas serra provengono dai nostri sistemi alimentariLe nostre scelte alimentari, inoltre, hanno un impatto anche
sull’ambiente, visto che fino al 37% delle
emissioni globali di
gas serra provengono dai nostri
sistemi alimentari, dal campo alla tavola. Mangiare, infatti, è l’atto conclusivo di un processo che coinvolge la gestione dei terreni, delle foreste e delle acque, l’agricoltura, l’allevamento e la pesca. Inoltre, richiede un grande utilizzo di energia e di acqua potabile di cui spesso non siamo consapevoli.
Valore nutrizionale e impatto ambientale nella Piramide alimentareE, in questo senso, la
Doppia Piramide Alimentare e Ambientale ideata dalla Fondazione Barilla rappresenta una “guida” per dimostrare la strettissima relazione tra due aspetti di ogni alimento: il valore nutrizionale e l’impatto ambientale generato. Questo strumento illustra come gli alimenti a minore impatto ambientale siano anche quelli alla base della Dieta Mediterranea, come
ortaggi,
frutta,
olio extravergine di
oliva,
frutta secca,
cereali integrali,
legumi, consigliati dai nutrizionisti per la nostra salute.
La Doppia Piramide Alimentare e Ambientale ideata dalla Fondazione Barilla
«Tra poco ricorreranno i 10 anni dal riconoscimento della Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco - ha dichiarato
Marta Antonelli, direttore della Ricerca della Fondazione Barilla - E 10 sono anche gli anni che abbiamo ancora davanti per raggiungere i 17
Obiettivi di
Sviluppo Sostenibile dell’Onu. Una decade in cui ognuno di noi ha la possibilità di attivarsi per diventare attore consapevole e cittadino attivo. In quest’ottica, la Dieta Mediterranea può essere uno dei nostri più grandi alleati per tre ragioni fondamentali:
nutrizionale (perché ci aiuta a mangiare bene restando in salute),
ambientale (perché favorisce il consumo di alimenti con una minore impronta
ecologica) e, infine,
sociale (perché ci responsabilizza come parte di una comunità che può ridisegnare i sistemi alimentari attraverso il modo in cui produciamo, consumiamo e produciamo il cibo)».