In Italia 1 bambino su 4 è clinicamente obeso ed è stato ampiamente dimostrato che i figli di genitori obesi o in forte sovrappeso hanno maggiore possibilità di diventare obesi a loro volta. A ciò si aggiungono anche gli influssi negativi, ad esempio, della pubblicità: secondo una recente ricerca guidata dall'Università di Cambridge, nel Regno Unito, pubblicata sulla rivista Plos Medicine, che se tutta la pubblicità di cibi e bevande ricche di grassi, zuccheri e sale nel Regno Unito fosse bloccata fino alle nove di sera, i 3,7 milioni di bambini del Regno Unito vedrebbero in media 1,5 annunci di questo tipo in meno al giorno e diminuirebbero il loro apporto calorico in media di 9,1 kcal. Ciò ridurrebbe il numero di bambini di età compresa tra 5 e 17 anni con obesità del 4,6% e quello di bimbi considerati in sovrappeso del 3,6%. L'equivalente di 40mila bambini in meno nel Regno Unito con obesità e 120mila in meno classificati come sovrappeso, con un vantaggio monetario di 7,4 miliardi di sterline.
E l’eredità, invece? Quanto e come influisce? Ne parla Giuseppe Marinari, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Bariatrica di Humanitas, in un’intervista apparsa su Humanitas Salute che riportiamo.
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Gli italiani sono una popolazione adulta abbastanza virtuosa ma abbiamo molti più bambini obesi di altri paesi
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Se i genitori sono obesi, il bambino non sarà automaticamente obeso, ma ha una maggiore probabilità di esserlo…Ciò avviene per tre fattori. Il primo è l’ambiente: l’habitat in cui il bambino cresce è importantissimo, essendo i
genitori obesi, l’ambiente sarà sicuramente obesogenico (abitudini alimentari errate, sedentarietà); il secondo è la genetica in quanto tale, che di certo è meno importante dell’ambiente. Tuttavia, esiste una vera e propria trasmissione di geni che predispongono all’obesità. Il terzo fattore, altrettanto importante del primo, è la trasmissione epigenetica dell’obesità: se la madre concepisce e conduce la gravidanza in stato di obesità, trasmetterà al feto delle “impronte” cellulari che determineranno delle alterazioni metaboliche predisponenti all’obesità.
Diventare obesi se i propri genitori lo sono non è un destino ineluttabile: è una forte tendenza, che può essere contrastata adottando fin da piccoli uno stile di vita diverso da quello familiare, che comporti un’alimentazione sana ed equilibrata e attività fisica abituale.
Per quanto possa sembrare semplice poi in effetti non lo è, sia per ostacoli di tipo socio-economico (le abitudini alimentari errate sono spesso molto più economiche), sia per ovvi ostacoli culturali.
Quello che sta accadendo in Italia è in ogni modo l’opposto: gli italiani sono una popolazione adulta abbastanza virtuosa (cioè siamo meno obesi di tanti nostri vicini europei) ma abbiamo molti più bambini obesi di altri paesi.
Quando si è clinicamente obesi?L’obesità è una malattia che si caratterizza per un accumulo patologico di grasso corporeo con conseguenze importanti per lo stato di salute e la qualità di vita.
Il parametro oggi ancora utilizzato, anche se riconosciuto come insufficiente, è l’indice di massa corporea (Bmi): quando questo è pari o superiore a 30 parliamo di obesità.
Dove si accumula il grasso?Coloro che soffrono di obesità hanno una conformazione fisica che permette di fare una distinzione approssimativa ma efficace: alcuni obesi hanno braccia e gambe magre, ma tendono ad accumulare grasso all’interno dell’addome (adipe viscerale, oppure obesità androide).
Altri tendono a ingrassare in maniera diversa, con una distribuzione sottocutanea del grasso (adipe periferico, oppure obesità ginoide). A parità di peso e di altezza, due persone possono avere una diversa distribuzione del grasso, che si traduce in un diverso rischio cardiovascolare.
L’obesità androide si definisce come “addominale” o “centrale” o “a mela”, l’obesità ginoide viene definita “periferica” o “a pera”. Il fisico a mela avrà, appunto, maggior grasso a livello addominale, mentre il fisico a pera tenderà ad accumulare su fianchi, glutei e cosce.
Le persone obese corrono rischi differenti a seconda della localizzazione del tessuto adiposo?Chi tende ad accumulare grasso sull’addome ha più probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto a una persona che abbia una distribuzione del grasso più localizzata sui fianchi.
Questo significa che per quanto grasso è presente sul girovita, altrettanto grasso è presente intorno al cuore e agli organi interni, un’indicazione preziosa per farci rendere conto della nostra salute cardiovascolare.
Il grasso addominale si associa a diabete, ipertensione arteriosa, apnee notturne, aumento dei trigliceridi e bassi livello di colesterolo buono (Hdl), e quindi a una maggiore predisposizione a ictus ed infarto.
Nell’obesità, accanto al maggiore rischio cardiovascolare, noto da sempre, è ormai evidente un maggiore rischio di tipo oncologico, non per tutti i tumori, ma per quelli in qualche modo ormonosensibili (mammella, endometrio, colon pancreas).
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