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Regione Piemonte: «No green pass per le mense». Ma questo non ha evitato gli scioperi

L'Unità di crisi territoriale fa chiarezza sulla certificazione verde per la ristorazione collettiva riferendosi a una circolare del ministero dell'Interno. La Hanon Systems ci ripensa e ritira le disposizioni

di Nicola Grolla
 
13 agosto 2021 | 10:55

Regione Piemonte: «No green pass per le mense». Ma questo non ha evitato gli scioperi

L'Unità di crisi territoriale fa chiarezza sulla certificazione verde per la ristorazione collettiva riferendosi a una circolare del ministero dell'Interno. La Hanon Systems ci ripensa e ritira le disposizioni

di Nicola Grolla
13 agosto 2021 | 10:55
 

Sul caso mense e green pass, alla base dello sciopero del 13 agosto indetto dai lavoratori della Hanon Systems in provincia di Torino e che ha portato l'azienda a ritirare la disposizione in materia di accesso al refettorio, mette un punto la Regione Piemonte. Con una nota dell’Unità di crisi territoriale si afferma che la certificazione verde non serve per accedere ai servizi di ristorazione collettiva. Ma questo ancora non basta a convicere le aziende committenti che attendono maggiori indicazioni su un tema più grande: l'obbligo o meno di essere vaccinati per accedere al posto di lavoro.

Per la Regione Piemonte, l'interpretazione della norma sul green pass esclude le mense aziendali Regione Piemonte: «No green pass per le mense». Ma questo non ferma gli scioperi

Per la Regione Piemonte, l'interpretazione della norma sul green pass esclude le mense aziendali

 

Per la Regione Piemonte il green pass serve solo per gli ospiti esterne delle mense, non per i dipendenti

Secondo quanto riporta la nota, la legge rende sì obbligatorio il green pass per l’accesso «ai servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo, al chiuso. Ma dall’interpretazione dell’articolo che compare nel decreto relativo all’estensione dell’obbligo di esibire il documento sanitario per accedere ad alcune attività e servizi «risultano escluse le mense aziendali e i servizi di catering su base contrattuale». Tale esclusione, prosegue la nota, «è stata confermata dalla circolare del ministero dell’Interno con il richiamo al rispetto dei protocolli o delle linee guida dirette a prevenire o contenere il contagio». Detto diversamente, le mense sono già un luogo sicuro – a fronte dei grandi investimenti effettuati dalle aziende della ristorazione collettiva a partire da marzo 2020 – quindi il pasto può essere servito a tutti i dipendenti con o senza green pass minimizzando al massimo il rischio di contagio. Diverso il discorso per chi arriva dall’esterno o per gli ospiti dell’azienda. A loro il green pass sarà richiesto così come avviene nella ristorazione commerciale.

 

 

La Hanon Systems prima tira dritto e poi ci ripensa

Nonostante ciò, la Hanon Systems di Campiglione Fenile in un primo momento ha deciso di tirare dritto. Dopo un incontro con i rappresentanti dei laboratori, la decisione presa tre giorni fa, ossia la predisposizione di un’area separata, esterna dove fornire il pasto a quei lavoratori ancora sprovvisti del documento sanitario sembrava irrevocabile. Da qui la presa di posizione dei sindacati ben espressa dalla Fiom Torino: «L’esclusione dalle mense aziendali o la separazione tra lavoratori sulla base del green pass è priva di fondamento oltre che discriminatoria così come all’azienda è vietato dalle legge l’accesso ai dati sanitari personali».

Posizione che, nella stessa giornata del 13 agosto, ha portato l'azienda a ripensarci. La Hanon Systems ha infatti revocato l'obbligo di green pass per l'accesso alla mensa aziendale. «Una grande vittoria della Fim Cisl. Ci abbiamo creduto sin dall'inizio e anche la Regione Piemonte ci ha dato ragione, per cui oggi i lavoratori mangeranno tutti insieme», ha commentato all'Ansa, davanti ai cancelli dell' azienda specializzata in componenti elettronici, Davide Provenzano, leader del sindacato. Contestualmente anche lo sciopero si è concluso.

 

In gioco privacy e welfare aziendale

Un problema di privacy e negazione dei diritti acquisiti che, sulle pagine di Italia a Tavola, aveva già preannunciato Carlo Scarsciotti, presidente di Oricon (Osservatorio ristorazione collettiva e nutrizione): «La pausa pranzo in mensa fa parte dell'attività lavorativa del dipendente. È un diritto acquisito. Se non ha il green pass che succede al dipendente? Non mangia?». Inoltre, «se un collega con cui poco prima sono stato a prendere il caffè alla macchinetta poi non può accedere alla mensa perché sprovvisto di green pass rischia di affermare senza volerlo il suo stato vaccinale», aveva affermato Scarsciotti.

 

 

La decisione del ministero dell'Interno

Come detto, il parere dell’Unità di crisi della Regione Piemonte si fonda sulla circolare del ministero dell’Interno relativo, innanzitutto, al proprio personale dipendente. In sintesi: in attesa delle indicazioni del Governo sul tema più generale di green pass e lavoro, mense, bar e circoli aziendali sono esentati dalla richiesta del green pass per consentire l’accesso ai dipendenti a condizione di rispettare i protocolli anti-contagio. Se la mensa in cui i dipendenti si rifocillano è esterna all’azienda, allora il green pass è obbligatorio e quei lavoratori sprovvisti dovranno consumare il pasto all’aperto o in modalità take away.

 

Green pass unico strumento per recuperare una certa "normalità"

Leggendo fra le righe la vinceda scoppiata a seguito dell'annunciato sciopero dei lavoratori della Hanon Systems, emerge il tema del green pass sui luoghi di lavoro a cui, per estensione, si collega quello dell'obbligo vaccinale. Su questo, e per quanto riguarda l'Horeca, Italia a Tavola ha tenuto fin da subito una posizione netta: il green pass è uno strumento per far ripartire l'intero settore a patto che coinvolga tanto i clienti quanto i lavoratori. I motivi sono essenzialmente due. Il primo riguarda la convivenza con il virus: mentre la pandemia continua a diffondersi a causa delle varianti (sebbene maggiormente sotto controllo proprio grazie ai vaccini), il green pass rappresenta l'unico strumento che abbiamo per recuperare quella "normalità" necessaria a spingere i clienti a uscire e recarsi a consumare fuori casa in locali che non possono più permettersi le conseguenze di un nuovo lockdown. In secondo luogo, adottando un principio di reciprocità, se clienti e lavoratori sono entrambe vaccinati, allora ristoranti, bar, pasticcerie e tutti i pubblici esercizi diverrebbero delle vere e proprio bolle covid-free.


 

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