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L’ospite è sacro Ma a tutto c’è un limite...

Negli ultimi tempi, dal confronto con molti colleghi, è emerso un “imbarazzante problema” relativo al servizio breakfast che riguarda tutti, in particolar modo in grandi strutture dove gli ospiti sono numerosi.

di Giacomo Rubini
vicepresidente nazionale Amira
 
06 dicembre 2019 | 08:46

L’ospite è sacro Ma a tutto c’è un limite...

Negli ultimi tempi, dal confronto con molti colleghi, è emerso un “imbarazzante problema” relativo al servizio breakfast che riguarda tutti, in particolar modo in grandi strutture dove gli ospiti sono numerosi.

di Giacomo Rubini
vicepresidente nazionale Amira
06 dicembre 2019 | 08:46
 

È mattina presto, un rilassante e ovattato silenzio regna in sala. Tutto è pronto, si aprono le porte per accogliere i primi ospiti. Il servizio ha inizio. L’ospite si avvicina al buffet con il vassoio riempendolo di vivande, per poi accomodarsi al tavolo. Finito di consumare l’abbondante contenuto, dopo aver bevuto quantità di cappuccini e bevande varie, si rialza per tornare al buffet e prendere altre vivande. Lontani i tempi in cui le “piccole colazioni” venivano servite e comprendevano pane, burro, marmellate, fette biscottate, croissant, succo di frutta... In un operatore di sala nasce il sospetto, può arrivare una persona a mangiare così tanto e di mattina presto? Considerando che nella maggior parte dei casi, la persona che lo sta facendo è in età avanzata.

(L’ospite è sacro Ma a tutto c’è un limite...)

L’ospite è sacro, ma a tutto c’è un limite...

A questo punto si iniziano ad intravedere le scene più eclatanti: farcitura dei panini con prosciutto e quant’altro, croissant, yogurt, frutta e tea-bags. Come farli entrare nella borsa o nello zaino aperti precedentemente e posti a terra, accanto alla sedia? Così inizia il magico percorso del far scivolare il tutto nella borsa, avvolgendolo nelle salviette dell’albergo che loro s’illudono di aver sottratto in abbondanza senza essere visti. Per loro il gioco è fatto e si ritengono pronti a lasciare la sala come se nulla fosse accaduto.

Il colpo d’occhio in un cameriere è innato, e notando tutto ciò informa i suoi superiori dell’accaduto. Il responsabile di sala, con la dovuta cautela interviene nei confronti dell’ospite, spiegando che i cibi vengono consumati a tavola e non esportati. Imbarazzato l’ospite di solito lascia il contenuto covando però del risentimento che in molti casi viene esternato tramite le famigerate “recensioni negative” che negli ultimi tempi - ahimè - vanno molto di moda.

Voglio precisare che l’ospite è sacro, tuttavia noi fautori dell’accoglienza abbiamo il dovere di far rispettare certe regole, sia nei confronti dei nostri titolari sia nel rispetto dei clienti “modello” (fortunatamente ce ne sono ancora) che assistono a certe sconcertanti situazioni e ce lo fanno notare, ritenendole fuori luogo e poco rispettose. Queste “scene” mettono in imbarazzo e mortificano tutti, inutile negarlo.

Dunque è lecito chiedersi: quanto credito bisogna dare alle critiche divulgate sul web? Per quanto possa sembrare antiquato, io sono dell’idea che le “recensioni” lascino il tempo che trovano e non possono essere considerate del tutto attendibili. Bisogna provare di persona prima di poter giudicare. Solo così noi operatori non usciamo sconfitti da certe imbarazzanti e incresciose situazioni.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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