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Pizza, oltre 1 milione di firme per la candidatura a patrimonio Unesco

I consensi, da tutto il mondo, per la candidatura della pizza napoletana a patrimonio Unesco hanno superato la cifra record di 1 milione. Questi risultati saranno presentati alla sede Unesco di Parigi. La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro

 
14 marzo 2016 | 10:03

Pizza, oltre 1 milione di firme per la candidatura a patrimonio Unesco

I consensi, da tutto il mondo, per la candidatura della pizza napoletana a patrimonio Unesco hanno superato la cifra record di 1 milione. Questi risultati saranno presentati alla sede Unesco di Parigi. La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro

14 marzo 2016 | 10:03
 

La petizione a sostegno della candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale dell’Unesco ha superato l’obiettivo record di un milione di firme raccolte in tutti i continenti. Lo rende noto la Coldiretti che ha contribuito alla raccolta di quasi la metà grazie all’impegno della rete dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica lungo tutta la Penisola ma anche in occasione di Expo dove il 25 giugno 2015 l’Italia ha conquistato il record mondiale ufficiale di lunghezza della pizza di 1595,45 metri che è stato iscritto Guinness World Records.



Un risultato che sarà presentato oggi lunedì 14 marzo a Parigi nella sede mondiale dell’Unesco, dopo aver ricevuto il sostegno di molte istituzioni culturali e sociali, organizzazioni, professionalità e personalità con eventi in tutto il mondo: da Londra a New York, da Buenos Aires e da S. Paolo a Las Vegas fino al Giappone e all’Australia. Saranno consegnate ben un milione e 38mila firme con la partecipazione dell’Ambasciatore Vincenza Lomonaco, rappresentante Permanente d’Italia presso l’Unesco, del presidente della Fondazione UniVerde, già ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura italiano, Alfonso Pecoraro Scanio , il presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccù e il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

La passione per la pizza è diventata planetaria con gli americani che sono i maggiori consumatori di pizza con 13 kg a testa ma gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 kg all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci, che con 3,3 kg di pizza pro capite annui chiudono questa classifica. La pizza napoletana dal 4 febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come specialità tradizionale garantita dall’Unione europea, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare ad un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità.

L'adesione della Coldiretti alla campagna accompagna la petizione lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all'Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell'ex ministro dell'Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, per garantire pizze realizzate a regola d'arte con prodotti genuini e provenienti dall'agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria internazionale. La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro con almeno 100mila lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali se ne aggiungono altri 50mila nel fine settimana, secondo i dati dell'Accademia Pizzaioli.

Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all'anno nelle circa 63mila pizzerie e locali per l'asporto, taglio e trasporto a domicilio. Non è un caso che oggi il 39% degli italiani ritiene che la pizza sia il simbolo culinario dell’Italia secondo un sondaggio del sito www.coldiretti.it e che la pizza sia la parola italiana più conosciuta all'estero con l'8%, seguita dal cappuccino (7%), dagli spaghetti (7%) e dall'espresso (6%), secondo un sondaggio online della Società Dante Alighieri.

L’arte dei pizzaiuoli napoletani sarebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale. Significativamente però gli ultimi elementi, a essere iscritti negli elenchi, dallo Zibibbo di Pantelleria alla Dieta mediterranea, fanno riferimento al patrimonio agroalimentare made in Italy, a testimonianza della sempre maggiore importanza attribuita al cibo, non a caso scelto come tema simbolo dell’Expo 2015.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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