Cercando di guardare avanti, la previsione sembrerebbe molto benevola per i mesi caldi in arrivo, non solo meteorologicamente: le prenotazioni per il settore dell’ospitalità confermano l'avvento di una stagione turistica assai favorevole, con un’ottima ricaduta per il nostro comparto. Ci sarà sicuramente molto lavoro. E qui ci troviamo di fronte al rovescio della medaglia: una grande affluenza di clientela estiva richiederebbe uno staff nutrito, per dare un buon servizio e consolidare la propria presenza.
Ma il personale continua a mancare. Fin dagli scorsi anni, dopo la pandemia, qualcosa è cambiato: la domanda delle strutture non incontra quella di potenziali camerieri, pasticceri, addetti alla ristorazione in genere, che non trovano più appetibili le condizioni di lavoro offerte dal comparto. Impossibile per un’azienda che lavora nella stagione turistica chiudere alla domenica oppure alla sera, come pure far fare un turno unico che finisca alle diciotto (queste alcune delle richieste).
Per sconfiggere la carenza di personale, ci vogliono strategie per motivare i giovani
La scommessa dei giovani degli istituti alberghieri: passione o fuga?
I giovani che provengono dalle scuole alberghiere sono una scommessa: alla prova lavorativa, o scatta la grande passione che li porta a investire tempo ed energie, oppure durano qualche settimana e poi lasciano… Forse la formazione fatta a scuola non è sufficiente a dare un’idea di quello che sarà la professione, forse servirebbe un incentivo governativo per invogliare i giovani a fare questi lavori.
Il consiglio è di resistere, contare sul passaparola di chi già lavora per voi, cercare di formare internamente il personale e di motivarlo anche economicamente perché è un valore importante nell’intera equazione.
Si possono potenziare i dolci da passeggio come gelati e sorbetti, che d’estate sono sempre graditi. La situazione cambierà, ne sono sicuro, anche se non velocemente. Il segreto sono la formazione e la motivazione, e soprattutto tenere duro.